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L'ITALIA HA DIMENTICATO MICHELE PRISCO In questo strano Paese che è l’Italia si ha un modo di fare cultura che è strano allo stesso modo, per non dire inspiegabile. È infatti incomprensibile come mai si sia atteso il mese di novembre per celebrare i cento anni dalla nascita di un grande scrittore campano, Michele Prisco, il quale è però nato il 4 gennaio del 1920, e non il 4 di novembre… Insomma, siamo arrivati alla fine dell’anno per ricordare il personaggio. Il Ministero per i Beni Culturali ha infatti istituito un apposito Comitato per allestire le celebrazioni, ma il programma è partito dal… 18 novembre! Nessun media, dei pochissimi che hanno rilanciato la notizia, si è reso conto o ha criticato, seppur velatamente, la circostanza costituita da questo assurdo ritardo. Come se non bastasse, facendo una rapida ricerca sui maggiori siti online di libri, ho scoperto che Prisco non viene più ristampato, forse da anni. A parte qualche copia de “Gli ermellini neri”, NESSUN libro dello scrittore è disponibile, se non in forma di copia usata... Addirittura il sito della Feltrinelli, per imperscrutabili meccanismi del suo motore di ricerca, interrogato sull’autore restituisce una serie di romanzetti pornografici in inglese e tedesco! Cosa si deve concludere? Che queste celebrazioni tardive sono uno stanco rituale fatto di malavoglia, e si vede: la conferma viene dal fatto che le case editrici, già da anni, hanno dimenticato Michele Prisco, forse perché il mercato non lo ama più, forse perché sembra fuori moda, o per qualsiasi altro motivo. Sono cento anni che Prisco è nato; ma se, fisicamente, è morto nel 2003, evidentemente per la cultura e l’editoria italiana è morto definitivamente anche come scrittore.
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