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un sonno doloroso, che non reca /
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« A chi farebbe male la ve...Il TG1 e l’affetto verso... »

Il caso Wikileaks: la democrazia ed il controllo del potere ai tempi di Internet

La pubblicazione on line di 92mila documenti segreti
sull’impegno americano in Afghanistan è destinata
a diventare un caso emblematico dell’utilità e dei problemi
del web
IL CASO WIKILEAKS: LA DEMOCRAZIA
ED IL CONTROLLO DEL POTERE AI TEMPI
DI INTERNET

In Italia la questione non ha fatto molto rumore, forse anche perché siamo degli irriducibili provinciali, a partire dai nostri mass media; ma negli Stati Uniti e, in generale, in Occidente, sono ormai diversi giorni che infuria la vicenda “Wikileaks”.
Wikileaks è un sito Internet d’informazione alternativa praticamente impossibile da neutralizzare: contro di esso nulla possono né gli hacker né iniziative giudiziarie. E’ infatti messo on line da numerosi server dislocati in tutto il mondo e, di fatto, situati in località segrete, spesso in “paradisi” cibernetici dove non c’è legislazione internazionale che tenga: isole di libertà immuni da ogni possibile censura istituzionale.
Wikileaks è stato creato da un australiano di 39 anni, Julian Assange, un esperto di informatica ed ex hacker dalla visione anarchica e romantica della politica e della storia, che in effetti ben si sposa con la natura di Internet.
La ragion d’essere del sito è quella di ospitare la pubblicazione di documenti scottanti che vengono postati anonimamente. È il caso attuale dei 92mila documenti riservati americani relativi alla guerra in Afghanistan.
Il malloppo degli atti è presente, ovviamente in inglese, sul sito in questione, e la pubblicazione è avvenuta contestualmente ad un focus organizzato da Assange insieme al giornale americano “New York Times”, al “Guardian” inglese ed allo “Spiegel” tedesco: una specie di sinergia per consentire un’interpretazione almeno generale di una massa di documenti che schiaccerebbe chiunque.
La Casa Bianca, in un primo momento, ha reagito quasi istericamente, parlando di grave minaccia alla sicurezza nazionale e di necessità di reprimere il fenomeno. In effetti la quantità di dati venuti allo scoperto non ha precedenti nella storia americana e probabilmente mondiale. Qualcosa del genere era accaduto con i “Pentagon Papers”, atti del Pentagono pubblicati dal “New York Times” nel 1971 ed aventi ad oggetto l’impegno americano in Vietnam: ma la diffusione mondiale e l’accessibilità immediata a chiunque sia interessato sono la novità connessa al web. Una tecnologia che, così, dimostra di poter davvero essere un presidio di agibilità democratica e di trasparenza: il miglior Internet immaginabile, insomma.
Adesso, a distanza di qualche giorno, l’allarme sta scemando: com’era sembrato già dalle prime indiscrezioni, non sono stati rivelati fatti nuovi o scandalosi. Diciamo meglio: sono diventati di dominio pubblico documenti, analisi, rapporti, indagini, stime e valutazioni che confermano quanto già si sapeva; e cioè, in sintesi, che l’impegno in Afghanistan è lungi dal concludersi, che i talebani sono fortissimi, che il governo ufficiale di Kabul è debole e corrotto, che si sprecano un sacco di soldi in inefficienze, ruberie e corruzione, che il Pakistan è un alleato riottoso a cui piace il doppio gioco, e che aiuta i talebani segretamente.
Chiunque segua i problemi mediorientali ed asiatici conosce bene tutti questi aspetti: non sono una sorpresa. Certo, però, vedere confermati questi scenari dai rapporti interni americani è abbastanza scioccante.
La vicenda è veramente interessante, ma probabilmente non per quello che si potrebbe immaginare di primo acchito; nel senso che non vi sono profili veramente scandalistici.
Innanzitutto la diffusione mondiale di questa mole di dati comporta la diffusione di conclusioni che possono anche essere errate. Il web amplifica le verità, ma anche i pettegolezzi, gli errori e le distorsioni. I documenti americani sono autentici, ma fallibili come tutte le cose umane, e spesso sono basati su impressioni, previsioni e, diciamolo francamente, dicerie. Peraltro i servizi d’informazione statunitensi sono famosi per l’elefantiasi organizzativa, per la credulità e per il profluvio di dossier inutili, ridondanti e confondenti che sono capaci di emanare pur di giustificare la propria esistenza.
L’estensione stessa della documentazione provoca la sua difficile leggibilità ed il suo problematico utilizzo. Siamo onesti: quale essere umano “normale” ha voglia di leggere 92mila documenti (a parte l’eventuale ostacolo della lingua)?
Da questa circostanza emerge inevitabilmente una considerazione: la mediazione giornalistica è ancora necessaria ed importante. Anche se viviamo in un’epoca di “giornalismo diffuso”, di “citizen journalism”, di grandi possibilità di testimonianza grazie alle tecnologie, c’è ancora bisogno di una professionalità in grado di intercettare, filtrare, digerire ed apparecchiare il flusso abnorme delle notizie che ci piovono addosso da tutto il mondo e che diventano, altrimenti e fatalmente, rumore. Anche per questo Julian Assange ha voluto coinvolgere nell’operazione tre media internazionali importanti.
La scomposta reazione iniziale di Washington ha del candore: non c’è alcuna “vera” scandalosa notizia in quella massa di cartacce; l’amministrazione Obama non cadrà per questo, e probabilmente non verrà silurato nemmeno un dirigente dei servizi segreti o del Pentagono. E del resto che effettiva capacità di circolazione può avere un pachiderma di centinaia di migliaia di pagine complessive?
A questo punto bisognerà basarsi sulle interpretazioni: che spesso saranno di parte; così gli stessi Stati Uniti potranno opporre ad esse interpretazioni opposte (come del resto hanno fatto per anni con l’Iraq). Le une e le altre avranno uguale cittadinanza, mancando umanamente la forza di poter valutare obiettivamente tutti questi dati. D’altro canto, questo non riesce a farlo nemmeno chi è pagato apposta allo scopo (e ritorna la questione della presenza di troppe “agenzie” americane ad occuparsi degli stessi argomenti), con frustrazione ed impotenza dei “decision makers”, che devono appunto prendere le decisioni.
Probabilmente tutte queste cose le sa pure il padre di Wikileaks. Allora che senso ha avuto tutta questa operazione? Voglia di ricordare ai governanti dei Paesi democratici che c’è un’opinione pubblica mondiale che controlla le loro azioni, che la verità (specialmente quella storica) è oggi più difficile da nascondere, che Internet è uno strumento formidabile se ben utilizzato e che, in effetti, non è tutt’oro quel che luccica: in Afghanistan le cose vanno malissimo e Washington ha buttato tempo, denaro e vite umane quasi per niente.

Mentre scrivevo queste note è giunta la notizia della
morte di altri due militari italiani in Afghanistan, spazzati via dalle vigliacche bombe dei talebani. Continua lo stillicidio di vite umane.

 
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Commenti al Post:
gallovil
gallovil il 28/07/10 alle 19:05 via WEB
ma e'un affare molto complesso, buona serata un sorriso
(Rispondi)
 
avvbia
avvbia il 28/07/10 alle 19:10 via WEB
Post invero lungo ma nteressante,istruttivo ecetera. Certo l'america ha le SUE gatte da pelare. speriamo che non si dia la colpa della guerra al sig. b...... ciao e buone vacanze.gino
(Rispondi)
 
 
nonna.fra
nonna.fra il 28/07/10 alle 19:26 via WEB
gino b a tantissime colpe e non metterei la mano sul fuoco...
(Rispondi)
 
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:12 via WEB
ah ah ah! ma dai: stavolta credo che Berlusconi non c'entri proprio niente. (credo)...
(Rispondi)
 
ppfasting
ppfasting il 28/07/10 alle 19:19 via WEB
Che la guerra in afganistan è un pachiederma lo si sapeva e si sapeva anche che il Pakistan è un doppiogiochista e che il suo territorio è la culla del terrorismo islamico e dei talebani.Non so perchè gli States tengono in piedi questa situazione... ma le lobby degli armamenti , forse, è una delle più importanti industrie americane e spiega , a mio parere, in parte tutto.
(Rispondi)
 
susannacasta3
susannacasta3 il 28/07/10 alle 19:40 via WEB
4Pensala come vuoima PAPA WOYTILA MANBò DUE LETTERE AL PRESIDENTE AMERICANO DI NON ENTRARE IN GUERRA...BUONA SERATA RITA
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:13 via WEB
non è stato ascoltato, a quanto pare...
(Rispondi)
 
grazia.pv
grazia.pv il 28/07/10 alle 19:48 via WEB
Quanti soldi spesi per finanziare una guerra che non risolve i problemi, ma li crea, se ne sono accorti solo adesso?
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:13 via WEB
infatti: la scoperta dell'acqua calda. Eppure bastava guardare alla storia dell'Afghanistan
(Rispondi)
 
a_horse_with_no_name
a_horse_with_no_name il 28/07/10 alle 21:03 via WEB
La questione è tutt'altro che semplice in Afghanistan: che le cose andassero male lo si sapeva da tempo, ma nessuno ha una soluzione. Per soluzione s'intende una strada percorribile. Sappiamo cosa non va, ma non come fare per modificare la situazione. Il dire che bisogna andare via da lì non è sufficiente, quel paese è ormai un grande produttore ed esportatore di droghe e dal narcotraffico i terroristi traggono linfa, guadagnando anche la simpatia della popolazione che, senza le "coltivazioni del talebani", tornerebbero a piantare cipolle.
Se c'è un paese poco libero, in cui la vita umana vale meno di zero, questo è proprio l'Afghanistan. Da ciò non segue che sia opportuno continuare così, ma soltanto che non ci si può arrendere ai terroristi, al narcotraffico, ad un popolo terrorizzato in cui una donna può essere giustiziata in strada da un miliziano perché mostra le caviglie. So che nel mondo ci sono altre realtà atroci, ma è di Afghanistan che adesso parliamo.
Sul "caso Wikileaks" non ho dubbi: la libertà di informare è sacrosanta, nessun filtro e nessuna rappresaglia deve partire dai governi del mondo. Capisco che vi siano questioni di sicurezza nazionale, ma se gli Stati Uniti, con quello che spendono in sicurezza, non sono capaci di mantenere un segreto, tato vale che i vertici del Pentagono se ne vadano a giocare a golf, perché non sono in grado di difendere il proprio paese. DUbito, sinceramente, che la pubblicazione di novantaduemila documenti sia frutto di un fortunato ritrovamento. Non credo allo scoop, piuttosto hanno venduto informazioni poco importanti o hanno trovato il modo di farle trapelare. Oppure, ancora, qualcuno ha tradito o è poco affidabile.
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:14 via WEB
è logico che qualcuno abbia dato i documenti a Wikileaks. Si pensa di sapere anche chi sia: ed infatti il poveraccio è già in galera.
(Rispondi)
 
superciro33
superciro33 il 28/07/10 alle 21:19 via WEB
sicuramente la "colpa incosciente" è delle 3 B! sono entrati in un pantano dal quale era uscito l'esercito + agguerrito del mondo?se questa nn è incoscienza,vorrei sapere cos'è!la democrazia nn si esporta con le armi e il terrore!intanto ancora 2 militari italiani c'hanno lasciato le "penne"!perchè il berluska nn è andato come tutti gli altri capi di stato?ma perchè è un "cacasotto"!.....per ottenere qualche risultato è necessaria la diplomazia e se nn riesce a fare nulla.....sarebbe bene "farli cucinare nel loro brodo......
(Rispondi)
 
picciro
picciro il 28/07/10 alle 21:44 via WEB
Ciao Massimo..giusto l'altro giorno sono venuta a conoscenza di questo sito, una specie di Wilkipedia parallela che si occupa di pubblicare ttto quello che viene denunciato, in forma anonima, per denunciare soprusi d'ogni genere compiute ai danni dei cittadini!! Che combinazione, oggi tu pubblichi l'affaire Afganistan, mentre assistiamo anche al triste allungarsi della lista dei nostri morti, votati a quella causa, che forse forse, contiene una contraddizione in termini...ma che si può fare, tutto è indipendente dalla nostra volontà, tranne che farci pagare l'enorme scotto e prezzo, in termini economici e di vite umane!! Mi viene da pensare a quel film di Alberto Sordi..FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA!! per non dimenticare, oggi è l'anniversario dell'inizio della prima guerra mondiale e, a distanza di tantissimo tempo, il mondo è ancora scenario di brutali guerre,quelle note e quelle di cui abbiamo solo un lontanissimo sentore. Mi chiedo, tornando al tema dell'argomento che hai posto all'attenzione: conoscere quei dossier, quei rapporti, secondo me giova all'informazione, quella vera, scevra da ogni inquinamento....ms poi chi dovrebbe pagare per quello scempio? Sapere e non poter far nulla secondo me, è un crimine peggiore, perchè chi decide delle sorti del mondo, quando erra, difficilmente poi ci si può appellare ad una responsabilità oggettiva!! A pagare sempre altri, quelle povere vite spezzate, che muoiono colpiti da una strategia vigliacca, ben lungi dall'essere debellata..e noi qui, ancora una volta a piangere i nostri morti!!! Grazie ancora..un abbraccio e una buona serata. Rosa
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:15 via WEB
quel film con alberto sordi non ha avuto molto successo, ma è magistrale: ci fa capire molto degli anni Settanta ed anche del mondo di oggi
(Rispondi)
 
 
 
picciro
picciro il 29/07/10 alle 17:59 via WEB
lo ricordo bene quel film e mi lasciò esterefatta, perchè una riflessione profonda mi portò a comprendere l'amara realtà, facendomi cadere una benda dagli occhi!! Quanto il mondo (l'essere umano)non è come vorremmo che fosse!!! Buon pomeriggio Massimo.
(Rispondi)
 
pa.oletta
pa.oletta il 28/07/10 alle 22:38 via WEB
a me viene solo il vomito... stanca di tutto questo potere occulto e non.... ti lascio la mia buonanotte...e un sorriso... Paola
(Rispondi)
 
riccardo081257
riccardo081257 il 29/07/10 alle 00:47 via WEB
Ho scritto qualcosa al riguardo di Wikileaks nel mio ultimo post. Sarebbe davvero importante potesse rimettere in circolazione un po' di libera informazione a livello mondiale.
(Rispondi)
 
Gerolamo_Cardano
Gerolamo_Cardano il 29/07/10 alle 02:25 via WEB
Il problema e' che fra quelle carte vi sono anche nomi e indirizzi di alcuni informatori afghani e iracheni.
(Rispondi)
 
splendida14
splendida14 il 29/07/10 alle 08:21 via WEB
Da che ricordo io la politica è stata sempre un intrigo internazionale !!!! io leggo solo , non posso dire nulla .. di politia me ne intendo poco ,sto aggiornandomi con tutti voi che parla dei loro blog che parla di politica.Mi metto sulle vostre mani ora a voi ad agire .
(Rispondi)
 
hellasamestar
hellasamestar il 29/07/10 alle 10:00 via WEB
Ho sempre ritenuto incomprensibile l'intervento n Afghanistan, cosa ci stiamo a fare, se non a perdere vite umane? I discorsi da fare sarebbero tantissimi sull'argomento. Prima ci hanno provato i Russi, ora gli Americani e la NATO al gran completo.. che sia un altro Vietnam? Forse. Le pagine svelate non dicono niente di nuovo, civili uccisi ce ne sono stati e ce ne saranno (si sapeva no?) che i Pakistani non fossero cristallini anche, ma "noi" torniamo a casa, che è meglio.
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 29/07/10 alle 10:16 via WEB
purtroppo non è facile nemmeno andare via: ne sanno qualcosa gli USA, che cercano una exit strategy dignitosa da anni
(Rispondi)
 
twister007
twister007 il 29/07/10 alle 11:17 via WEB
Ciao Massimo, nel tuo articolo è evidente la dicitura ... siamo un popolo di provinciali, ovvero dei pesci lessi, per cui è più importante, per gli Italiani, una partita di campionato che una guerra dove muoiono tantissime persone da entrambi gli schieramenti. E' da quel dì che vado ripetendo che questo è un altro Vietnam, oltre che ci sta risucchiando delle energie vitali per il nostro paese in questo clima di CRISI. Basta con questa guerra fatta solo per arricchire chi fabbrica armi.
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marakella_1943
marakella_1943 il 29/07/10 alle 12:15 via WEB
Mi dispiace deluderla , conosco questa fabbrica da quasi 45 anni , parli che si sono arricchiti le fabbriche , i primi anni erano in molti a lavorare , ecco i risultati.La crisi della provincia spezzina oggi elenca cifre impietose: 25mila disoccupati, 10mila lavoratori precari o al nero, e chi lavora oggi lo fa quasi esclusiva mente nel terziario. L'ex fabbrica di armi Oto Melara è passata, dal '90 a oggi e attraverso alcune ristrutturazioni, da 2200 dipendenti a 1580; i cantieri navali del Muggiano da 1060 a 780; l'Arsenale militare dai 2368 civili del '92 ai 1831 di oggi, la Termomeccanica da 770 a 490. Favorendo, così, il lavoro d'appalto e subappalto. Ora non si chiama piu' Oto Melara ma Ilenia , ciò a cambiato gestore lavorava per l'Anato Americano
(Rispondi)
 
 
 
twister007
twister007 il 30/07/10 alle 12:50 via WEB
Ma io non parlo solo delle fabbriche Italiane ma di tutte le fabbriche che forniscono armi ai militari in Afganistan... ricordiamoci che l'Italia compra aerei dagli Stati Uniti, poi non credo che gli Italiani come anche gli altri contingenti ci vadino disarmati o che non consumino armi!!! se si Licenzia nelle fabbriche è perché molti lavori li eseguono le macchine!! ma non è solo l'industria bellica ma anche altre fabbriche come la fiat usano dei Robot, ad esempio per verniciare le auto, mentre prima era un lavoro fatto dal personale
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marakella_1943
marakella_1943 il 31/07/10 alle 17:16 via WEB
Quello che ai scritto è vero , la situazione non si risolve con le armi!!!!Più studiate e meno posti di lavoro trovate , altri che robot mettono dentro , vi entrano solo i laureati , pochi ma buoni con spinte di papa che erano tutti marescialli della Marina Militare ! gli altri vengono licenziati tutti , alla fine dovete trovarvi un posto senza le lauree , abbassare le creste , avete voluto la parita' di diritti , ora l'uomo non trova piu' lavoro ...., e voi donne la casa vi puzza di cucina .DONNE AVETE TOLDO IL LAVORO AGLI UOMINI E NON VI LAMENTATE DOPO DELLA MISERIA .
(Rispondi)
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 29/07/10 alle 15:33 via WEB
La guerra non ha alcuna giustificazione.
Tutto quanto è accaduto a accade è causato dall'imbecillità di uomini imbecilli che sono felici di farsi rappresentare da inbecilli; di uomini imbelli che non possono che farsi rappresentare da imbelli; di disonesti, corrotti e corruttori che non possono che farsi rappresentare da disonesti, corrotti e corruttori.br>Continuo a dire che la storia insegna. Ma insegna a chi sia disposto ad apprendere da essa e l'apprendimento implica una disposizione d'animo incline all'umiltà, non all'arroganza.
(Rispondi)
 
marakella_1943
marakella_1943 il 31/07/10 alle 17:05 via WEB
IL MIRACOLO PER NOI ITALY Ben arrivato nel paese dei balocchi per annegare basta aprire solo gli occhi nelle escalation tra gli affari ed i pidocchi restare a galla è dura anche se tocchi ereditari di un futuro senza sbocchi stai nelle mani dell'italia dei tarocchi a governare burattini troppo vecchi che c'è di strano se alla fine prendi e sbrocchi? Mentre l'Europa ha nuovi orizzonti e nuovi sbocchi noi siamo in guerra tra la chiesa ed i finocchi il mondo ci vede come un popolo di brocchi gran bell'Italia, grandi appalti e panni sporchi voglio esser grande come Silvio e disse ??? una modella al mio comando che mi tocchi, esser famoso e sempre in forma come Totti questo è il paese dei misteri e dei suoi trucchi Ci vorrebbe un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo per curare il nostro male Un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo guarda che stiamo ammazzando il mare Un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo per curare il nostro male Alla fine di tutti i conti quest'Italia che cos'è? gente che paga le tasse e pensa sempre a ridere io mi chiedo ma perchè?basta solo vivere qui la gente non ha più lacrime per piangere basta solo pensare che nella quotidianità la nazione è vista dai turisti come magica invece adesso è maledettamente tragica bella l'Italia con le sue tette di plastica Ci vorrebbe un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo per curare il nostro male Un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo guarda perchè stiamo ammazzando il mare Un miracolo per poterci salvare Ci vorrebbe un miracolo per curare il nostro male "Appena è nata sai tutta la zona quel che ci resta è questo l’amore non perdona, L’Italia da una parte è pure buona ma insegue da sempre da succube l’America e si rende colona Sparendo le speranze ad ogni spazio viviamo in un paese sazio figlio del vizio che sfocia in ogni tipo di giudizio qui regna l’ozio come ad uno ospizio colpa del dazzo che bello sfizio (o mamma mia che precipizio)"
(Rispondi)
 
 
massimocoppa
massimocoppa il 31/07/10 alle 19:16 via WEB
la prossima volta, per favore, specifica che si tratta di una citazione e metti la fonte. Cmq, per gli altri lettori: è il testo della canzone "Il miracolo", degli "Apres la classe", gruppo musicale salentino che fa ska e patchanka in chiave politica
(Rispondi)
 
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