Boldrini, Landini, Camusso: che fuoco di fila!
FINALMENTE QUALCUNO SI SCHIERA CONTRO IL "PENSIERO UNICO" RENZIANO
Finalmente arrivano dei segnali forti, e addirittura da provenienze insospettabili, contro il “pensiero unico” renziano, una cappa di conformismo perbenista e movimentista che ingessa l’Italia nell’obbedienza al nuovo padrone.
Con grande sorpresa, dato il suo ruolo istituzionale, registriamo che la presidentessa della Camera, Laura Boldrini, ha affermato, riferendosi in tutta evidenza al premier: “Credo nei ruoli intermedi, associazioni, sindacati. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace, non mi piace”. Subito le ha risposto, stizzita, Deborah Serracchiani, dicendo che non è vero che Renzi è solo al comando, ma c’è tutta una squadra che ne condivide l’azione…
Certo, una squadra di nani e ballerine, paracadutata nel cerchio magico renziano a fare da contorno festante: un team di yes-men e yes-women che non hanno alcuna cultura democratica, non conoscono il valore del dissenso, non sanno nulla nemmeno della storia italiana. La stessa Serracchiani dichiarò di non sapere chi fossero Moro e Berlinguer!
Poi sono arrivate altre prese di posizione ancora più forti, anche se meno sorprendenti date le basi di partenza. L’altro ieri Maurizio Landini, leader della componente metalmeccanica della Cgil, cioè la Fiom, a La7 ha espresso concetti che è difficile non condividere: “Chi lo ha mai eletto, Renzi? A chi ha mai chiesto il mandato per cancellare lo Statuto dei Lavoratori? Il popolo italiano non lo ha votato, non era quello il programma. Il premier mette la fiducia sul Parlamento. È a rischio la tenuta democratica del Paese”.
E infine, ieri, la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, in un confronto pubblico col responsabile economico del PD, Filippo Taddei, ha detto: “Il governo non ha nessuna idea dell’orizzonte verso il quale vuole andare ma solo una disperata voglia di propaganda”. Difficile darle torto, visto che ogni due minuti il capo del governo gioca a fare l’adolescente twittando proclami trionfalistici col telefonino: l’ultima volta l’ha fatto ieri, al momento in cui è diventata legge la riforma della responsabilità civile dei magistrati (e pure su questo ci sarebbe tanto da dire…).