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Passione, forti emozioni, grandi illusioni, magica atmosfera, la memoria del corpo, il gioco dei ruoli. Tutto questo in una sola parola, Tango.

 

 

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Il valore di un'influenza

Post n°45 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da franztango
 

Banale male di stagione, l'influenza o la preinfluenza come dice la tv è comunque un'occasione che impone a stare soli con se stessi.
L'influenza che esercita l'influenza sulla percezione delle cose è enorme.
Alettarsi (non nel senso dell'essere allettati a fare un qualcosa) e cioè essere obbligati a rimanere a letto contro la propria volontà, ad un certo punto, avrà forse i suoi lati positivi. Un paio di telefonate con tanto di raccomandazioni a rimanere "tranquilli", a non fumare, a mangiare qualcosa di caldo perchè ti fa bene sono un rituale gradito ma già visto. E' il conforto che viene da chi ti vuole bene e che tiene a te. Ma è a questo punto che la domanda nasce spontanea: Io tengo a me ?
Nonostante la tosse che mi squarcia il petto non ho potuto fare a meno di fumare, poco è vero, ma davvero io tengo a me?
Il letto è un luogo micidiale. Quando non dormi, quando non ci fai all'amore, quando non stai a chiacchierare con chi ami diventa una sorta di pensatoio, un recinto entro il quale i pensieri si riproducono come in una serra. Ma guarda come viaggia il cervello quando sei a letto per forza. E la domanda ritorna: Io tengo a me?
Il primo concetto a cui ho tentato di dare una spiegazione è stato cosa volesse dire per me tenere a se stessi. Dal letto, devo confessare, è' un concetto vagamente tridimensionale., Tenere a se stessi fisicamente o tenere a se stessi eticamente non è la stessa cosa. Ma tenere a se stessi nel senso di operare per realizzare le proprie aspirazioni è ancora più vago. Su quanti cadaveri si dovrebbe passare per farlo e quanto di etico e di fisico bisognerebbe spalmare o trascurare per ottenerlo?
Micidiale il letto vero? I pensieri scivolano via come in un torrente in piena a fai fatica a trattenerli comincio a capire cosa provi chi a letto ci deve rimanere non certo per una banale influenza, mi vengono i brividi ma non è la febbre.
In una sorta di stordimento ipnotico scattano due impulsi diametralmente opposti: La voglia di riacquistare quello che hai perso per strada raccogliendo i resti e cercando di ripartire da quelli e, di contro, la voglia di lasciarsi andare, diventare sabbia su cui scivola la risacca , lenta e inesorabile.
Ok mi alzo, accidenti che mal di schiena.
Arrivo allo stereo scelgo Piazzolla perchè, in fondo, è tutto e il contrario di tutto. E' il tango pensante.

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Commenti al Post:
MadamOscar
MadamOscar il 24/10/08 alle 01:21 via WEB
L'influenza che esercita l'influenza sulla percezione delle cose… verissimo!:-) Ma visto che non sono allettata (se non x + piacevoli motivi) il tipo di influenza che intendo io è diversa: è il farsi “influenzare” nella xcezione delle cose da una xsona conosciuta x caso e che in pochissimo tempo è diventata importantissima, essenziale direi…che mi ha xmesso di esplorare parti di me apparentemente sconosciute …grazie alla quale sono riuscita a fare cose che prima credevo impossibili …da cui ho imparato tanto ed ho ancora tanto da imparare. L’unica cosa dal mio piccolo che posso insegnargli, x contro, è il valore del rituale: Con il termine rito (o rituale) si intende ogni atto, o insieme di atti, che viene eseguito secondo norme codificate… il rito ha bisogno di una partecipazione emotiva profonda, senza la quale cessa di esistere. E ha sempre bisogno di una decodifica…uno stesso atto può avere valenze o significato diverso a seconda del metodo interpretativo utilizzato. Un esempio lampante è dato dalla scoperta dell’antropofagia praticata presso alcune tribù in Brasile e prontamente apostrofata dalla civile cultura occidentale come atto indegno e sacrilego…il rituale cannibalico visto dall’interno di quella stessa cultura cosiddetta “primitiva” assume un significato completamente diverso. E’ considerato forma estrema di comunione… essi mangiavano i resti dei propri defunti per amore, cioe' per custodirli in qualche modo nei loro corpi invece di farli divorare indegnamente dai vermi. Indi, con influenza o senza, meditate gente…meditate. Senza disturbare Piazzolla…la mia conclusione è molto + prosaica: T'appartengo ed io ci tengo e se prometto poi mantengo…
 
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Le struggenti e corpose sonorità di un bandoneon, lo strumento simbolo del tango argentino (insieme alla chitarra ed al violino), emozionano chi ascolta e pratica tango. E' per questo motivo che ho voluto utilizzare questa immagine emblematica per il mio blog. Il bandoneon Alfred Arnold, in particolare (quello raffigurato nella foto), è per me ancor più che un simbolico emblema, è il mio bandoneon che espongo in bella mostra nel living di casa mia e che accarezzo con passione e dolcezza nella speranza di poter imparare a suonarlo. Questo blog vuole accompagnare il mio vivere il tango ma sopratutto vuole essere uno spazio di accoglienza e di discussione dove amici, vecchi e nuovi, appassionati o curiosi del tango possano esprimere le loro opinioni e raccontare le loro esperienze sulle rive del tango argentino. Franz
 

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Ma da più parti, specie dagli amici tangueros che sono qui sporadicamente, mi è stata sollecitata una lista delle miloghe con appuntamento fisso della Campania.
La lista la sto preparando, prego tutti quelli che sono nel "settore" di segnalarmi gli appuntamenti fissi e le eventuali serate. Sarà mia cura provvedere ad inserirle in questo spazio.
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