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UN POMERIGGIO AL BAR

Post n°4 pubblicato il 22 Ottobre 2005 da Maycro

"Ecco il giornale signore" disse Alfonso porgendo su un vassoio argentato "La Gazzetta di Altrove".
Maycro che stava giocando con la sua nuova consolle mise in pausa la partita e si girò verso colui che aveva appena parlato "Grazie Al".
Iniziò a sfogliare le pagina buttando l'occhio qua a là tra i vari articoli.
Fuori dal Castello la neve scendeva silenziosa ricoprendo pacatamente tutto il panorama. Nell'enorme sala si udiva il crepitìo delle fiamme del camino in pietra.
"Ahah guarda Al c'è un articolo che parla di Altrove"
"Beh credo sia normale, infondo è la Gazzetta di Altrove" rispose l'uomo che stava controllando la legna del camino.
Il ragazzo fece una smorfia e mentre teneva in mano il giornale con la mano destra, puntò l'indice sinistro verso la pagina aperta dicendo "Si lo so che è la Gazzetta di Altrove ma l'articolo è stato scritto da Ti!!"
"Oh, capisco signore, e che dice? Parla di me? Descrive come tengo bene in ordine questa dimora e quanto sono paziente con lei?" chiese Alfonso.
Maycro cercò quelle notizie velocemente all'interno dell'articolo ma non trovandole rispose "Uhm... in effetti no, parla più che altro di me."
L'uomo che si diresse verso l'uscita della stanza sbottò dicendo "E' sempre così, i lavori nobili non vengono mai ricompensati".
Il giovane sorridendo rilesse tutto l'articolo con attenzione. 

NEL MONDO DI ALTROVE
Questa è una storia più vera che finta
Che da all’uomo comune una piccola spinta
L’ho messa in favola per fare più effetto
E che questo post sia da tanta gente letto

Un bel giorno in un piccolo paesino
Ci abitava un adorabile omino
E purtroppo la sua umile dimora
Si trovava a due passi dalla fatina Flora

Lui credette di stare al sicuro
Con la sua amica vicina di muro
Ma lui ancora non sapeva
Del terribile destino che lo attendeva

Una notte buia e tempestosa
La fatina divenne mostruosa
Presa dall’ira di una storia finita
Condannò l’amico a una terribile vita

Innocente il ragazzo subì a sue spese
La rabbia di Flora che con lui se la prese
L’incantesimo era ormai avvenuto
E i suoi desideri l’omino avea perduto

Addolorato e quasi sconfitto
Pensò, pensò non si diede per vinto
E finalmente pensò a una cosa
Che tinse il buio con un po’ di rosa

Se la fatina con un sortilegio
L’aveva messo come in collegio
Togliendogli sogni e volontà
Lui diede origine alla sua libertà

Inventò così un po’ per svagarsi
Un posto ideale dove sfogarsi
Un mondo basato sulla fantasia
Per chiunque lui voglia o chiunque ci sia

E fu così che nacque il mito
Della pace di un uomo che era avvilito
Nel mondo di Altrove a volte se ne va
Per scappare da questa cruda realtà

http://blog.libero.it/maycro/view.php

Anche io spesso vado ad Altrove, un luogo dove tutto può succedere, tutto può accadere, e qualunque desiderio può essere avverato!!!

Spense la consolle e si diresse alla finestra contemplando i fiocchi di neve che ondeggiavano lenti nell'aria. "Sta per arrivare una tormenta" pensò. Ad un tratto una musichetta lo distrasse. Era arrivato un messaggio sul suo telefonino: "Ciao, tra poco saremo lì".
Aggrottando la fronte cercò di decifrare quelle misteriose parole. Il numero lo aveva riconosciuto ma non comprendeva il 'saremo'.
"Al !!!" gridò il ragazzo "prepara l'auto, io esco."
Affacciandosi nella stanza l'uomo con la piccola gobba rispose "Ma è sicuro? Con questo tempo?"
Maycro ci pensò un attimo e poi decise: "Hai ragione, prepara la metropolitana, e dì ad Alice di prepararsi, viene con me".
Alfonso guardò in alto facendo cenno di 'no' con la testa e rispose "Va bene signore, certo che le sue stravaganze non hanno mai fine. Mi dia cinque minuti e sarà tutto pronto."
Il ragazzo uscì dalla stanza, salì la scalinata in pietra e si recò nella sua stanza. Quando uscì aveva indosso abiti comodi: una felpa nera, un paio di jeans blu e le immancebili scarpe da ginnastica. Si recò nel sotterraneo. Ad attenderlo c'erano già Alfonso e Alice. La ragazza era sempre uno splendore, un incanto dagli occhi azzurri e capelli castani, un sorriso dolcissimo e uno sguardo tenero. "Ciao May" disse lei accogliendo il giovane.
"Ciao Alice, grazie per aver accettato il mio invito"
"Ma figurati, è sempre un piacere lo sai. E poi non avevo nulla di meglio da fare."
L'ultima frase di Alice non piacque molto a Maycro ma evitò commenti.
"Se volete salire..." Alfonso indicò l'entrata della carrozza della metropolitana.
I due salirono e il veicolo si mosse verso sinistra portando i due lontani dal Castello; Alfonso si ritirò ai piani superiori.
Arrivarono alla fermata e quando le porte si aprirono i due ragazzi uscirono e furono quasi respinti indietro dalla folla che cercava di ntrare.
"Ehi che modi!!" esclamò lui.
La fermata si svuotò in pochissimo tempo lasciando un vuoto al suo posto. Solo quattro persone erano rimaste lì mentre la metropolitana riprendeva la sua corsa per la fermata successiva.
"Certo che potevi anche dire che tardavi!" Esordì Ti guardando Maycro.
"Ehm.. Ciao Ti come va?" cercò di evitare altri commenti.
I due si abbracciarono e poi Ti presentò a Maycro la sua compagna: "Ho portato con me Lei, sai era stata qui una volta sola, di fretta e voleva ritornare."
Maycro salutò Lei e poi presentò Alice a Ti e Lei.
Ti guardò Alice come se l'avesse già vista e cercando di ricordare chiese: "Ma lei è..."
"Si, lei è la ragazza che incontrai qui la prima volta che venni ad Altrove".
"Piacere di conoscerti Ti, Maycro mi parla spesso di te" Disse Alice.
Lei chiese:"Ehi che ne dite se andiamo da qualche parte?"
Maycro accettò l'invito: "Ok certo andiamo al bar qua in piazza, ha uno splendido biliardo e si potrebbe fare una partita a quattro, io sto aspettando una certa rivincita..." guardò Ti.
"Ahah, è da vedere!" rispose la ragazza.
I quattro si avviarono verso la scalinata che portava in superficie.
Mentre salivano Ti disse sottovoce a Maycro: "Complimenti è davvero carina Alice, ma tu e lei..."
Maycro non volle rivelare troppo :"Diciamo che conviviamo nel mio Castello" e le sorrise.
Uscirono nella piazza centrale che brulicava di gente e automobili. Era ora di punta e c'era un sole infernale per essere metà ottobre.
Maycro indicò il bar.
Ti fu presa da un dubbio e domandò: " Ma a te...cioè ma la gente non ti riconosce? Non sei l'imperatore di Altrove? Com'è che non ti caga nessuno?"
Maycro rivelò: "Mah, all'inizio era così, tutti mi salutavano e volevano parlare con me, poi ho deciso che nessuno mi avrebbe mai riconosciuto, sai troppa popolarità, non potevo più uscire di casa. Ora solo se voglio la gente mi riconosce"
"Ah ecco, capisco".
Mentre Alice e Lei faceveno conoscenza e Ti e Maycro parlavano arrivarono al bar.
Entrarono e il barista diede il benvenuto chiedendo cosa volessero prendere.
"Ma dai ma quello è Al!!" disse Ti.
"Eh, beh, sai per arrotondare lo stipendio fa dei lavoretti ogni tanto..." spiegò il ragazzo.
Dopo aver ordinato si fermarono al tavolo da biliardo.
La partita cominciò.
Maycro e Alice giocavano in coppia, sfidando Ti e Lei.
Il barista portò le bibite e le altre cose chieste.
La partita procedeva tra risate e allegria.
"Pari! Come sarebbe pari ma daiiii" Disse Ti, non contenta del risultato della partita, e continuò "non si può finire una partita di biliardo PARI".
Alice disse: "Non guardare me, io non c'entro"
Maycro fece finta di nulla: "Io vado a pagare, vi aspetto fuori"
Ti si rivolse a Lei: "Ma non ha senso, di qualcosa anche tu"
"Ma si dai ci siamo divertiti no? E' questo che conta!" commentò Lei.
Uscendo dal locale si diressero verso la metropolitana.
"PARI. Non ha senso!" Ti era ancora imbronciata per il risultato.
Scesero le scale e si salutarono.
"Questa però me la paghi" disse Ti a Maycro puntando l'indice verso di lui.
Il ragazzo alzò innocentemente le spalle.
I due poi si salutarono amichevolmente come sempre.
"Grazie per essere passata a trovarmi Ti, e grazie anche per aver portato Lei, è sempre bello conoscere gente." disse Maycro.
Ti e LEi salutarono: "Ciao Maycro, ciao Alice , alla prossima!"
Arrivò la metropolitana che fece salire i due ragazzi che salutarono prima di andare a sedersi.
Le porte della carrozza si chiusero e portarono i due verso casa.
Ti e Lei si fermarono ancora un po' ad Altrove per girare le vetrine dei portici.
Nel viaggio di ritorno Alice disse a Maycro che aveva passato un bel pomeriggio e non vedeva l'ora di ripetere l'esperienza.
"Si anche io. Magari la prossima volta andiamo al bowling" Disse il giovane mentre la metropolitana ritornava al Castello che era sempre più immerso nella neve che non sembrava aver intenzione di smettere di cadere; almeno per oggi.

 
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