MUSICA GENTE

mercenary La scena danese da tempo sforna solide death metal bands (tra le uscite più recenti potremmo pensare agli ExMortem, sempre per Hammerheart), e non fanno eccezione questi Mercenary, formazione rocciosa e compatta, che riesce a distinguersi anche grazie ad una proposta relativamente originale.
Il sound dei danesi, più che essere innovativo, risulta intelligente nel mettere insieme elementi diversi, diventati classici. Infatti, troviamo un canonico swedish melodic death metal - che ha negli In Flames la sua fonte d'ispirazione - mescolato al thrash statunitense e ad un sound molto simile a quello dei Nevermore.
Ma in "Everblack" troviamo anche un forte richiamo al power, grazie anche alla presenza di un secondo singer impegnato con le high-pitched vocals. L'album alterna brani assolutamente coinvolgenti, come "Darkspeed", ad altri decisamente piatti; in generale, tutta la seconda parte del lavoro convince meno, a causa di un livello qualitativo che tende a calare.
La buona produzione di Jacob Hansen (Ancient) impreziosisce questa interessante seconda prova dei Mercenary.

La proposta dei danesi Mercenary, dei quali "11 Dreams" è il terzo full-length e quarta release ufficiale, è almeno nelle intenzioni abbastanza interessante. Siamo dalle parti del death melodico, sicuramente debitore della classica scuola scandinava ma anche figlio di certo power/thrash evoluto e moderno in stile Nevermore; volendo provare a citare un termine di paragone si potrebbe fare il nome degli sfortunati Gardenian, fautori di sonorità non troppo lontane sui troppo presto dimenticati "Soulburner" e "Sindustries". Uno stile quindi non facilmente racchiudibile in una definizione, che pesca da più parti senza sbilanciarsi su un unico fronte. "11 Dreams" si snoda attraverso 11 tracce, mediamente abbastanza lunghe, dove gli elementi e le influenze già citati si sposano in modo convincente, con un piglio melodico interessante costruito e caratterizzato sia dalle trame delle chitarre che soprattutto dalle vocals giocate su sovrapposizioni e incroci tra parti pulite, growl/scream e cori ad opera dei due cantanti. In questo senso i brani più meritevoli di citazione sono World Hate Center, Dreams, Firesoul, Falling, nonchè il lento pianistico Times Without Changes e la cover di Music Non Stop dei Kent. Però, a fronte di questi lati positivi, c'è anche da dire che talvolta i pezzi faticano a decollare, sia perchè le melodie non sempre fanno il loro dovere, sia per alcune lungaggini di troppo che tendono a inficiare la scorrevolezza generale, in particolare in quei frangenti in cui il gruppo si chiude in eccessive ripetizioni di strutture, vedi ad esempio le meno convincenti reDestructDead, Sharpen The Edges, Supremacy v2.0, Loneliness, tracce comunque valide ma che fanno meno breccia nelle orecchie. Sono quindi questi gli aspetti su cui la band dovrebbe lavorare in futuro, curando maggiormente l'efficacia melodica ed evitando certe contorsioni gestendo meglio le architetture dei brani. Al di là di ciò, "11 Dreams" è comunque un lavoro interessante che grazie alla sua natura molto ibrida potrebbe soddisfare il palato di diverse fasce di pubblico. Da tenere d'occhio questi Mercenary, danno l'impressione di essere una band a cui manca davvero poco per poter aspirare a valutazioni ben più generose.