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FEAR OF THE DARK

 

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cazzo io nn li ho nemmeno trovati quei biglietti!!!!!!...
Inviato da: froggy18
il 04/02/2009 alle 20:49
 
e qual è il tuo preferito??XD...
Inviato da: froggy18
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COMPLIMENNNNNTISSSSIMI PER IL POST E PER IL BLOG IN...
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Cazzo che grandi gli Slayer! peccato che li ho visti una...
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Post N° 777

Post n°777 pubblicato il 24 Settembre 2006 da MR.finanza

FLAMEFEST: Dei del metalcore!
Live Report


MAROON
I tedeschi sono i primi a saltare sul palco vista la defezione, per motivi imprecisati, dei Cataract. I biondissimi sono indemoniati e danno il via nella maniera migliore: il lato hardcore della loro proposta è spazzato in un angolo, soprattutto dopo l'uscita dell'ultimo impressionante "When Worlds Collide", da un'allargatissima componente death, o più semplicemente e puramente metal. Un gruppo con uno spot davvero breve a disposizione, ma decisissimo a sfruttarlo al meglio con una esibizione incendiaria, che li candida al trono di re del metalcore del Vecchio Continente.


EIGHTEEN VISIONS
Più fashion di un manipolo di truzzi cacciati da una discoteca house di periferia, più tatuati e variopinti degli Avenged Sevenfold presi di mira con proiettili a vernice, più laccati di Little Tony: questi sono gli Eighteen Visions nell'anno 2006, scevri della violenza dei primi seminali album, roccheggianti e melodici, catchy e immediati. L'impatto dal vivo purtroppo ne risente, e siccome le canzoni proposte arrivano solamente dal nuovo corso stilistico l'impatto è danneggiato eccome: anche se le canzoni, come la nuovissima "Victim", sono per lo più accattivanti, il sound è leggerino e vuoto, e la presenza scenica non basta a colmare un impatto inadatto a una band dal passato ingombrante come quello dei ragazzi di O.C., peccato!





FROM FIRST TO LAST
I nuovi idoli della MySpace Generation sbarcano a Bologna dopo aver attirato l'attenzione degli USA ed aver pubblicato il nuovissimo "Heroin" con uno dei produttori più sapienti e furbi del globo, il maestro Ross Robinson. Sgomento generale quando sul palco, assieme ai brufolosi adolescenti di casa Epitaph, sale il grandissimo Wes Borland per fare le veci di bassista per tutta la durata del concerto (Wes ha messo lo zampino anche nella creazione dell'ultimo album, si dice). Completamente ricoperti di trucco e sporchi di nero fuliggine i ragazzini di lanciano in un emo disperato e lagnoso, contraddistinto da una controparte musicale decisamente heavy e ben studiata (e come sbagliare con Wes e Ross?). Nonostante tutti gli stratagemmi si rivelano gruppo costruito a tavolino per piacere a ragazzini depressi e rachitici con un taglio improbabile. Il dio del metal ce ne scampi.





36 CRAZYFISTS
Dalla scuderia RoadRunnerRecords uno dei gruppi che ha anticipato la moda metalcore ed emo in maniera più leggera e digeribile nei due album già pubblicati come nel prossimo "Rest Inside The Flames". Sicuramente non si parla di una formazione fondamentale, anche se molti la adorano in maniera sconsiderata, ma come riempitivo in un festival come quello di oggi la proposta del gruppo proveniente dalle fredde lande dell'Alaska è godibilissima. Brock Lindow svetta dal suo metro e novanta e più, coi suoi calzettoni alti e le sue basette esagerate si danna l'anima per coinvolgere il pubblico, regalando una prova più che discreta, contraddistinta da vocals melodiche tremolanti e coinvolgenti, da sempre trademark del simpatico cantante.




STRAPPING YOUNG LAD
Per chi avesse vissuto su un altro pianeta, non sapesse nulla di metal, non avesse mai sfogliato una rivista metal o semplicemente avesse sempre deliberatamente ignorato ogni incarnazione musicale del genio tormentato del singer degli Strapping Young Lad, ecco una conferma ulteriore: Devin Townsed è un pazzo. Lo si può capire già guardando il suo taglio di capelli (quelli che sono rimasti!), dalle sue frasi deliranti e dal vederlo parlare col suo ombelico, ma meglio lo si può capire ascoltando la sua musica: tale pesantezza e oltranzismo sonoro possono essere frutto solamente di una mente oppressa e deviata. Un massacro per i timpani certo, ma anche una violenza mica da ridere, una padronanza musicale e strumentale superiore e un gusto eccentrico tale da mandare in sollucchero molti addetti ai lavori. In verità i SYL c'entrano veramente poco col resto del bill, e molti sono sconcertati dalla proposta poco assimilabile, ma la prova resta sempre sopra le righe, anche grazie ad un Gene Hoglan superlativo. La band presenta il nuovo brano "You Suck" dalla prossima uscita discografica e saluta il pubblico annichilito con un ghigno malefico. Il Flamefest non era pronto!



DEVILDRIVER
Dez is back! Dopo essersi fatto notare qualche mese orsono in compagnia dei Lamb Of God i Devildriver tornano in gran forma per raccogliere il seminato. "The Fury Of Our Maker's Hand" difatti cresce di ascolto in ascolto e sorpassa la prova del tempo, mentre il gruppo non perde un colpo anche dopo tour estenuanti (la band è reduce dal primo tour da headliner negli States). Inutile dire che il catalizzatore è quella furia cieca di nome Dez Fafara, che vomita la solita roboante, marcissima carica di malvagità sfoggiando il suo nuovo tatuaggio sul collo: un bel 66 coi colori della bandiera americana. Il pubblico finalmente è adatto a rendere omaggio alla ardente combinazione di death e thrash sulfureo che la formazione propone furiosamente, è una gioia per gli occhi infatti vederlo celebrare una formazione che ha dovuto strapparsi il rispetto coi denti, vittima di pregiudizi ingiustificabili dovuti al passato colorito del singer. Un circle pit davvero imponente viene ripreso dalle telecamere che stanno filmando un futuro DVD della band e dona ulteriore energia a un gruppo sempre in overdrive, che conclude con il frontman con una bandiera tricolore al collo una delle esibizioni più riuscite dell'intera giornata. Superlativi.





BULLET FOR MY VALENTINE
Assieme a Trivium e Avenged Sevenfold i Bullet sono il futuro del metal, almeno a sentire la stampa inglese, sempre in cerca di facili sensation e pronta a incensare oltremodo una formazione della patria. "The Poison" è un debutto eccellente non c'è che dire, e avere dei bei pezzi come un cantante dalla bella presenza come Matt Truck aiuta, inoltre la giovane età fa sperar bene oltremodo. Sembra proprio che le carte in regola ci siano tutte per sfondare a questo punto, ma come le due formazioni citate in apertura qualcosa, sfortunatamente, stride con l'immagine perfetta che alcuni vogliono dare, e si sente qualche scricchiolìo alla importantissima prova del fuoco: quella dal vivo. Il suono è potente e godibilissimo, i riff sono davvero trascinanti e in generale si notano rimandi a Metallica, Iron, Machine Head e alla componente melodica dei Lost Prophets nei ritornelli. Gli inglesi sfoderano anche tutte le loro migliori pose plastiche per fare impazzire i giovani fan, che rimangono soddisfatti in tutto e per tutto. E' questo che fa pensare un poco: il gruppo è ancora oggettivamente acerbo per scomodare importantissimi paragoni con band storiche, paragoni che un ascoltatore un poco esperto non può che cogliere con grande fastidio, soprattutto vedendo imprecisioni e sbavature abbastanza frequenti nella prova della band. Nessuno pare accorgersene però durante il set, che ripropone l'intero debutto in pratica, un punto sicuramente a favore degli inglesi. Da tenere d'occhio in ogni caso, lasciando da parte paragoni scomodi.




ATREYU
Altissimi nel bill, a dire il vero inaspettatamente, gli Atreyu sono oramai famosi in patria come gruppo metalcore dal ritornello (emo) facile. Sempre molto attenti all'immagine e al merchandise di lusso che sbanca HotTopic, il gruppo si conferma su ottimi livelli di responso con "A Deat-Grip On Yesterday", continuando il percorso verso un sound sempre più commerciale e lontano dal'interessante metalcore di "Suicide Notes & Butterfly Kisses". Indubbiamente il gruppo è indiavolato sulle assi del palco e si dimostra una ottima live band, caratterizzata dal drummer-cantante Brandon Saller che regala clean precisissime contrapposte alle urla strazianti del frontman Alex Varkatzas, rappresentante il lato più sfacciatamente hardcore del gruppo, anche dal punto di vista estetico. Una nota di colore la danno anche il piccolo chitarrista appassionato dei Van Halen e con una fascia in testa e un bassista col ballo di San Vito, irresistibile davvero, che salta sulle casse e si prodiga in impossibili capriole mentre suona (!!!). "Bleeding Mascara", "Lip Gloss And Black", "Right Side of the Bed" come la ultima hit "Ex’s And Oh’s" si dimostrano hit anche tra i fan italiani, che ne intonano i ritornelli rendendo l'esibizione un piccolo successo di pubblico.



HATEBREED
E qui si fa sul serio. E' finito il tempo di eyeliner e pantaloni a vita bassa, di poser e MySpace whores, di frignoni che cantano di cuori spezzati e vene tagliate, adesso si pesta e sul serio. Jamey Jasta e la sua crew sanno farsi rispettare, e basta guardare in faccia questi personaggi poco raccomandabili per scoprire che non esiste finzione o forzatura, ma solo fottutissimo e pesantissimo hardcore metal, eseguito con tanta attitudine e determinazione da far saltare ogni presunto paragone con le band del bill e con le migliaia di formazioni che tentano di clonare il marchio di fabbrica della band più rappresentativa del tanto chiaccherato e sfruttato movimento hardcore, anno domini 2006. Intransigenza, fierezza, brutalità e un attacco frontale ininterrotto sono le prerogative di sessanta minuti che scatenano l'inferno sotto il palco, rendendo il pit una violenta esperienza fisica, senza però superare i limiti dell'autocontrollo e del rispetto per il prossimo. Jamey Jasta, metalhead dichiarato e host della reincarnazione del leggendario programma "Headbanger's Ball", è semplicemente inarrestabile e non conosce momenti di pausa, gestendo publico e band in maniera sapiente, aizzando la folla e comunicando in maniera semplice e diretta rabbia, fratellanza, disciplina e vendetta. I detrattori li vogliono riperitivi e monotematici, e di sicuro più di un'ora di scaletta dell'intensità degli Hatebreed è indigeribile dalla maggior parte delle persone (anche a livello fisico), ma a parere di chi scrive sulla vetta della montagna in questo momento ci sono loro, con i riff slayeriani, i loro cori massacranti e soprattutto coi breakdown più feroci e ultraheavy sulla piazza. La tripletta finale composta da "Live For This", "This Is Now" e "I Will Be Heard" è uno sterminio inarrivabile, per la serata e per qualunque act metalcore in circolazione al momento. Devastanti.


 
 
 
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Un blog di: MR.finanza
Data di creazione: 10/04/2006
 

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Artista: Metallica
Titolo: Master Of Puppets

End of passion play, crumbling away
I'm your source of self-destruction
Veins that pump with fear, sucking darkest clear
Leading on your death's construction

Taste me, you will see
More is all you need
You're dedicated to
How I'm killing you

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master

Needlework the way, never you betray
Life of death becoming clearer
Pain monopoly, ritual misery
Chop your breakfast on a mirror

Taste me you will see
More is all you need
You're dedicated to
How I'm killing you

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master

Master, master
Where's the dreams that I've been after?
Master, master
You promised only lies
Laughter, laughter
All I hear and see is laughter
Laughter, laughter
Laughing at my cries
Fix me

Hell is worth all that, natural habitat
Just a rhyme without a reason
Never-ending maze, drift on numbered days
Now your life is out of season

I will occupy
I will help you die
I will run through you
Now I rule you, too

Come crawling faster
Obey your master
Your life burns faster
Obey your master
Master

Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams
Blinded by me, you can't see a thing
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master
Just call my name, 'cause I'll hear you scream
Master
Master


 

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Fear Of The Dark


Traduzione di Fear Of The Dark


I am a man who walks alone
And when I'm walking a dark road
At night or strolling through the park

When the light begins to change
I sometimes feel a little strange
A little anxious when it's dark

Fear of the dark, fear of the dark
I have constant fear that something's
always near
Fear of the dark, fear of the dark
I have a phobia that someone's
always there

Have you run your fingers down
the wall
And have you felt your neck skin crawl
When you're searching for the light?
Sometimes when you're scared
to take a look
At the corner of the room
You've sensed that something's
watching you

Have you ever been alone at night
Thought you heard footsteps behind
And turned around and no one's there?
And as you quicken up your pace
You find it hard to look again
Because you're sure there's
someone there

Watching horror films the night before
Debating witches and folklores
The unknown troubles on your mind
Maybe your mind is playing tricks
You sense, and suddenly eyes fix
On dancing shadows from behind

Fear of the dark, fear of the dark
I have constant fear that something's
always near
Fear of the dark, fear of the dark
I have a phobia that someone's
always there

When I'm walking a dark road
I am a man who walks alone


 

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