Memorie di una colf

Memorie di una colf. Scientia est celare scientiam.

Siamo in attesa di collegarci col buon senso. Nell’attesa sarà trasmesso un breve programma di cartoni animati. Non so se qualcuno è esperto in “frenetico immobilismo”… Faccio un esempio. Provate ad accendere il motore della vostra macchina e premendo la frizione inserite la marcia e mandate il motore in fuori giri. Rilasciate poi improvvisamente il pedale e per un paio di secondi si produrrà un curioso fenomeno. Il motore imballato scaricherà improvvisamente sulle ruote tutta la sua potenza e queste, non facendo presa, cominceranno a fischiare sull’asfalto senza che la vettura si muova. In contemporanea tutto il veicolo sarà investito da una vibrazione che lo farà fremere fino all’ultimo bullone. Immaginate un’organizzazione capace di replicare tale situazione per un tempo indefinito, come una specie di felino che ha caricato tutti i muscoli per saltare…ma che non spicca mai il volo. A guardarlo da fuori il nostro soggetto apparirà come un potente strumento pronto a compiere, rapidamente ed efficientemente, l’azione per la quale sembra essersi preparato ed invece….è tutto un “facimme a’ muina”. Vi assicuro che per ottenere una performance del genere bisogna essere allenatissimi e non solo fisicamente (mica facile rimanere in tensione ad libidum) ma anche da un punto di vista “interpretativo”. E’ indispensabile essere infatti in grado di fare la faccia di quello che sta per agire. Ci vogliono anni d’esperienza, osservazione ed allenamento.  Ci vuole alle spalle la millenaria civiltà mediterranea e la consapevolezza che nulla è più definitivo del provvisorio, ragion per cui….perché agitarsi?