Memorie di una colf

Memorie di una colf. Cronache dal Nord.

Oslo 24 gradi....Madrid....23. Sono circondato da vichinghi mezzi nudi, abbronzati all'inverosimile, mentre un vento caldo risale il fiordo. Guardo sconsolato le mie scarpe invernali che spuntano da sotto i jeans e mi chiedo cosa possa aver bevuto quel metereologo che una settimana fa prometteva fulmini e saette in Norvegia. Il resto del mio bagaglio, putroppo, e sulla stessa falsa riga delle scarpe e se l'Atlantico non si darà da fare per ribadire la sua imprevedibilità, si prospetta una settimana all'insegna della sauna. Pensavo che a volte la logica si perde nei meandri dei desideri. Si confonde tutto e se non si sta attenti, la realtà comincia a sfuggire ed a trasformarsi in qualcosa che non è. E' un processo curioso, quasi incredibile visto dall'esterno, una trappola mentale che ha del sortilegio. E' come una bolla spazio tempo dove si vive ignari di tutto quello ce c'è fuori. Bisogna non perdere di vista i fatti. A volte è necessario qualcuno vicino che aiuti a riordinare i cassetti e la dispensa. Non tutti hanno la fortuna di questa presenza. Quando a qualcuno manca, diventa subito evidente, perchè i discorsi di chi ha perso la bussola appaiono minati alla base, pure se sostenuti e ribaditi con autentica veemenza e trasporto. Lo ascolti e ti dici..."ma di che cosa stiamo parlando? Possibile che non veda l'ovvio?" No...non lo vede...sinceramente non lo vede...e questa cosa fa un pò paura perchè il tutto diventa un dialogo tra sordi....ossia un non dialogo. Non ricordo se qui il sole tramonti o meno in questo periodo dell'anno. Devo tenere d'occhio l'orologio. Mica è come in certi posti dove la "voce" delle vicine scandisce il tempo anche se non punti la sveglia.