Un blog creato da hscic il 26/02/2009

Memorie di una colf

Contorsionismi mentali e funambolismi lessicali

 
 
 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 
 
 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 18
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Memorie di una colf. Trattato di scherma.

Post n°572 pubblicato il 18 Ottobre 2013 da hscic

Per quanto possa sembrare comodo e furbetto, di verità non ne esiste solo una. O meglio, l'idea di una verità univoca è sbagliato. La verità è una dimensione dello spirito. Chi crede di dire la verità, dice la verità. Del resto è ben difficile comprendere se la verità sia un concetto assoluto oppure un concetto morale. Convinto di non convincere la magistratura, propendo per la seconda ipotesi. Questo modo di vedere le cose implica in realtà una sensibilità mentale non da poco. Poichè se è giusto pretendere di essere creduti quando siamo convinti di dire il vero è altresì nella stessa misura necessario accettare verità che non ci convincono quando siamo convinti che chi ce le racconta è sincero. Non si può saltare da un approccio all'altro ad libidum, a seconda delle circostanze, a seconda di come ci conviene. In realtà non è importante la verità ma l'onestà di chi ce la racconta. Le verità è una spada. A seconda di come viene usata ci ripara o ci ferisce. Quello che fa la differenza è la mano di chi la impugna. Se la mano è onesta, potrà anche ferirci, per sbaglio (sò di non usare la parola giusta.....la potrei sostituire con una errata valutazione degli effetti) ma saranno più le volte che tenterà di ripararci. E se devo essere onesto, non conosco spadaccino che non si sia mai tagliato maneggiando la spada.   

 
 
 

Memorie di una colf. Stagioni.

Post n°571 pubblicato il 06 Settembre 2013 da hscic

Finite le ferie, finite le visite, finito anche il caldo, ci si avvia verso la terribile e consolante normalità. La vita è breve e non c’è niente di più rassicurante di una grande libreria popolata di libri, musica classica di sottofondo ed un comodo divano dal quale contemplare il panorama. Nella placida atmosfera che ne deriva si può anche andare con il pensiero ad impervi sentieri di montagna, a notti passati all’addiaccio al riparo di una microtenda da campeggio, al caldo delle salite sotto il carico dello zaino. Ecco…..l’inverno di Vivaldi dovrebbe essere la colonna sonora di quei momenti. Forse la ricerca della anormalità è solo il risultato del desiderio di essere ancora capaci d’apprezzare le piccole sicurezze della quotidianità. Se non abbiamo un porto a cui tornare a che serve una nave dalle grandi vele?

 
 
 

Memorie di una colf. Cronache dal monastero.

Post n°570 pubblicato il 31 Luglio 2013 da hscic

Sono appoggiato al bancone del bar, nella penombra. Non c'è nessuno eccetto me ed un barista indaffarato a sistemar lattine nel retro bottega. Sto colloquiando silenziosamente con l'ultimo cornetto dell'anno accademico e la quiete leggera del vecchio palazzo sembra farsi strada attraverso le serrature delle porte, gli spiragli delle finestre e gli occhi vuoti dei lucernai. Mi rendo conto di aver trascorso buona parte della mia vita come in un convento, lontano dagli affanni del mondo, in un'atmosfera rarefatta che dava il tempo per guardarsi dentro. Sono stato fortunato. La vita ha fatto si che fin ora niente e nessuno mi chiedesse di saldare il conto e quel che ho avuto è sicuramente molto più di quel che ho dato anche se, nel mio mondo, è spesso sufficiente una sola volta per saldare il conto. Questo spiega anche il perchè ogni tanto mi senta dire che vivo in una dimensione irreale o che parli di cose che non esistono.  Mi chiedo se sia più importante salvarsi giorno per giorno oppure avere la consapevolezza del naufragio quotidiano che accompagna la nostra vita dalla nascita alla morte. Alla fine, attraverso quel naufragio passiamo comunque tutti, un pezzettino alla volta o con l'indigestione finale. Il buco nero dell'ultima riga del romanzo è li che aspetta ogni creatura, ignara o consapevole, ricca o povera, giusta o reproba. Seguo con lo sguardo la fuga degli archi e delle colonne e questo luogo di pietra mi trasmette una sensazione di continuità che mi fa bene al cuore....e mi sorprendo a pensare "ma in fondo il mio orizzonte quotidiano altro non è che un chiostro...." e un chiostro altro non è che un bosco. Le colonne son tronchi, le volte son l'intreccio dei rami e l'occhio del dio terribile che vive nell'immensità del cielo non può vedermi, nascosto come sono alla sua vista, e gli strali mortali che annullano le vite degli uomini nulla possono perchè io, il bersaglio, non esisto.      

 
 
 

Memorie di una colf. 450 volt - 0.9 Amp.

Post n°569 pubblicato il 29 Luglio 2013 da hscic

E' che a volte dove vada a dormire il buon senso proprio non si sa. E' che a volte salta fuori una frenesia autodistruttiva che trasformiamo in qualcosa  che ci raccontiamo utile perchè, altrimenti, se posti davanti allo specchio, non potremmo evitare di darci degli autolesionisti. E' che a volte la "mors tua" aiuta di più a vivere che il "vita mea" ma siccome ci piace sentirci buoni, non abbiamo il coraggio di raccontarcelo senza mentirci. E' che a volte nell'uomo viene a galla un qualcosa denominato, genericamente, cattiveria ma che invece deve essere piuttosto una sorta di meccanismo autolimitatore del "virus uomo" che fa compiere nefandezze inenarrabili ma che chiunque, non in preda alla furia, potrebbe riconoscere come tale. E così si eliminano otto milioni d'ebrei o cento milioni di, forse, anti comunisti oppure, su scala meno industriale, si distrugge, senza una ragione logica apparente, il lavoro che qualcun altro ha fatto...come si dice...tanto per... Il fatto è che il cercare di riportare nel mondo della logica chi si è perso dentro questa bolla distruttiva è quasi impossibile. Il tanto peggio tanto meglio diventa l'unica strada che valga la pena di percorrere....forse...con un elettroshock.....  

 
 
 

Memorie di una colf. Romeo e Giulietta.

Post n°568 pubblicato il 26 Luglio 2013 da hscic

Per natura, siamo abituati a porci al centro del mondo, a vedere ciò che ci accade come unico, irripetibiile, individuale ed esclusivo. Forse, se non pensassimo così, se non avessimo il personale convincimento di essere pezzi unici non potremmo sopravvivere. Una foglia sull'albero, in mezzo a mille altre foglie come lei, che stormisca all'unisono con le sorelle per ogni alito di vento, ha la fortuna di non essere una creatura pensante e di non porsi quindi domande sul suo destino, sulla sua ragione d'esistere. Se lo fosse, probabilmente impazzirebbe. Noi invece no. Noi pensiamo, o sragioniamo se più vi piace. Però, ogni tanto, se abbiamo la pazienza d'ascoltare le antiche storie, non possiamo non riconoscere che il racconto è sempre lo stesso. Cambiano le epoche, cambiano i costumi, cambiano le macchine ma la storia degli uomini rimane sempre uguale. E questo spiega perchè certi capolavori della letteratura siano immortali. Perchè ciò che raccontano resta intatto, attuale, condivisibile, malgrado gli uomini che passano. Eppure somigliamo veramente tanto ai virus. Occupiamo, colonizziamo, consumiamo e spesso uccidiamo la natura che ci ospita. Un virus non possiede la cognizione dell'individualità. Un virus ha solo una dimensione collettiva che fa si che non sia importante che ogni singolo elemento sopravviva ma piuttosto che il suo DNA si sposti da un ospite all'altro, spesso uccidendolo (e così facendo, uccidendo moltissimi dei virus colonizzatori), in un viaggio senza fine da una vittima all'altra.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 
 
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

mjsternomaturosicurosimona_77rmomero1950karma580hscicstefy.gavtestipaolo40canescioltodgl10miss.piggyalberodegliamicicaserta1969cassetta2Io_Me_Stessa_E_Me
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963