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1° Stepsover Meeting - 3° giorno - Dove osano le aquile

Post n°5 pubblicato il 17 Giugno 2013 da captain_harlock_7
 

3° giorno

Norcia – Campofilone

Dove osano le Aquile

la nostra odissea

 

Sveglia alla mattina, guardo fuori dalla finestra, il tempo è imbronciato.

Uhm, va beh! Prendiamo quello che viene!

Pian piano tutta la combriccola si mette in movimento, a piccoli gruppi si scende per far colazione, ci si sistema un attimo e i più solerti sono già sul piede di guerra!

Si parte, il primo gruppo sparisce tra le viuzze, noi seguiamo, ma da che parte sono andati? cominciamo bene, metà sono persi, alla fine sentiamo dei rombi alle spalle , ci hanno ritrovato!

Giro turistico per Norcia alla ricerca di un distributore , ma è aperto solo a self-service con una pompa, ci vorrà una vita, fortunatamente c’è ne un altro aperto e come un nugolo di zanzare ci piombiamo dentro occupando tutte le pompe.

Siamo pronti a ripartire.

Facciamo un paio di giri intorno alle mura di Norcia prima di trovare la giusta direzione,

Una bella strada asfaltata con rettilinei e curve, qualche tornate che si mantiene abbastanza pianeggiante seguendo le curve di livello e l’andamento orografico del terreno.

Poi si svolta a destra su uno sterrato all’inizio largo e in ottime condizioni, si passa qualche casa per poi incunearsi nel fondo della valle, stringendosi e assumendo una conformazione a schiena d’asino con il brecciolino sui bordi.

Sono nelle prime posizioni e sto salendo con un passo allegrotto, ma sento il fiato sul collo di chi mi segue, allora è il momento di lasciarli passare, su una curva, trovo uno slargo e mi fermo e li ammiro mentre passano gagliardi, quel passo non riuscirei a reggerlo, me la prendo con calma, tanto poi mi aspettano!

Ad un tornate la strada abbandona il fondovalle e s’inerpica su per il bosco abbastanza fitto viaggiando a mezzacosta, il tracciato è coperto dalle foglie dell’autunno precedente, ma vi sono anche rami spezzati per il taglio del bosco nella parte iniziale.

Alla fine della traversata si sbuca in una ampia vallata erbosa con un casale, unico segno di insediamento umano nei mesi estivi.

La strada con pendenza costante percorre tutta la vallata, avvicinandosi o allontanandosi dalla cresta erbosa, a seconda delle sue ondulazioni.

All’inizio la carrareccia è ben formata, ma proseguendo l’erba cresce nella parte centrale mentre i solchi sono coperti da brecciolino di varie dimensioni.

Là, lontano, alcuni puntini in movimento fanno da guida sul percorso da fare, li vedi sparire e poi riapparire quando entrano nelle vallette e quando ritornano sulle coste.

La strada sembra infinita, quasi a perdersi nelle nuvole basse.

Pian piano la strada svanisce e vi sono solo tracce di passaggio sui prati.

In fondo a sinistra la nostra meta

Si comincia a salire su una colma, un tratto di piano e subito ne appare un'altra, cominciano ad apparire anche grandi chiazze di neve sui pendii posti a nord.

Si ritrova una traccia di sentiero che viaggia a mezzacosta che punta alle ultime chiazze alberate sul lato nord della costa.

Ci raggruppiamo, bisogna cercare di risalire il pendio ma la neve blocca il passaggio.

Si scende dalle moto e si esplora a piedi per trovare un punto di passaggio possibile.

La traccia riprende e siamo agli ultimi sparuti alberi.

Davanti a noi si erge un erto pendio appena abbandonato dalla neve con erba fradicia d’acqua e fanghina sottostante.

Abdul Freeride è il primo a salire, percorre tutta la salita fino a quando spiana, con urli di gioia sia per la difficoltà superata, sia per il panorama che piano piano, pur tra le nuvole si presenta.

I più spavaldi, con le moto più leggere e con esperienza partono senza difficoltà, le 3 eLLe, Luca, Luana, Lucia, sulla erta salita e tracciano il percorso per gli altri.

Luca con il DRZ ci dimostra con quale facilità si può salire tra i nostri  urràh!

Anche Matteo sale con sorprendente facilità, sono i primi, poi l’area di partenza diventa paltosa e si fa fatica a partire, occorre  un gruppo di spinta per superare il tratto iniziale.

Parto anch’io, dopo una breve spinta, punto deciso nel tratto verticale, ma appena superato, sbando ed in equilibrio precario costeggio una rigola erbosa, tutti trattengono il fiato, adesso o cade o torna giù, pensavano, invece riesco a sbilanciarmi verso l’interno e prendo l’abbrivio e con un ampio giro riesco a raggiungere gli altri sul pianoro soprastante.

Si parte

Maurizio con l’HP2 dimostra la sua bravura e la potenza della sua moto salendo con una impennata!

Carica!!!

Gli altri con moto più pesanti riescono a salire non solo per il gruppo di spinta, ma anche per il gruppo di tiro sull’anteriore.

Ti aiutiamo noi!

Alla fin fine tutti riusciamo a raggrupparci e partiamo a spron battuto verso la vetta.

Ognuno cerca la sua strada per il tratto finale  contornando la neve che impedisce il percorso.

Arriviamo tutti sulla cima, evidenziata da un ometto di pietra, con una corona di tutte le moto, siamo a quota 1.800 m e ci sono 7 gradi, non proprio un clima caldo!

Ci ammassiamo tutti sull’ometto per la foto di rito.

a un passo dal cielo ... prima dell'inferno!

Un Attimo di relax, quattro chiacchere e poi di decide che bisogna scendere, non tutti stanno apprezzando il clima, e poi ci aspettano altre percorsi da fare, è solo l’inizio!

Bene, scendiamo, ognuno cerca la sua via di discesa dal versante opposto di salita, che si presenta con meno pendenza, siamo su prati di alta montagna e l’erba copre appena la montagna di sassi e affiorano ovunque.

Ritroviamo nuove tracce di passaggio e li seguiamo, decidendo di evitare il tratto di salita impegnativo e troviamo un po’ prima della valletta risalita antecedentemente, una nuova via di discesa sgombra completamente dalla neve.

All’inizio sembra scendere dolcemente, si parte baldanzosi, ma improvvisamente il pendio cambia pendenza, un attino di indecisione, ed io devo scendere da lì? Beh, ormai ci siamo, indietro non si può tornare, andiamo, in prima, molla la frizione e scendi con decisione, via dritto, ogni tanto un colpo di freno per limitare la velocità, e piano piano e dolcemente arrivo da te!!! Caro sentiero sul fondo.

In un modo o nell’altro riusciamo a scendere tutti, o per lo meno a far scendere le moto.

Ora siamo in un valloncello e la neve accumulata copre il sentiero ed i più audaci si mettono alla ricerca del sentiero per scendere verso Castelluccio di Norcia.

Vaga un po’ di qua, vaga un po’ di là, alla fine si trova la soluzione, bisogna scendere in fondo al valloncello, risalire dalla sponda opposta, attraversare un tratto innevato e poi facilmente si prende una mulattiera nel bosco abbastanza pulita, afferma la nostra Guida Appenninica di Scarsa Reputazione!

Scendiamo, risaliamo breve tratto di raccordo pendio innevato un po’ in piedi poi un tratto erboso, ancora un po’ di neve sul fine della valletta dove inizia la mulattiera in parte invasa dalla neve, ma che sul bordo permette di scendere abbastanza agevolmente.

Tutti in fila appassionatamente, ci incamminiamo, ma ad un tratto ci si blocca, che cosa succede?

Alle volte la risposta è assai complessa, ma in parole povere siamo nella merda, aforisticamente parlando; infatti la mulattiera si porta sul lato nord della valle, in mezzo al bosco, viaggiando praticamente in piano, e ci si ritrova con un tratto di circa 400 m coperto da neve dai 20 ai 50 cm piuttosto marcia.

tutti insieme appassionatamente

Qui comincia quella che si potrà chiamare la nostra Odissea, un ritorno alla civiltà che ci impegnerà per parecchie ore.

Non sto a dilungarmi, con le peripezie che ci sono capitate, ma il gruppo di spinta è stato praticamente impegnato a trascinare, spingere, tutte le moto verso la fine del calvario!

Forza e coraggio

un po' di relax

Luana e luca, con le moto leggere erano riusciti a superare il fatidico tratto e si erano offerti di scendere a Castelluccio a prendere viveri di prima necessità e acqua da bere, per rinvigorire le squadre di spinta; andiamo e ritorniamo!

Le prime moto erano arrivate otre il tratto incasinato e della squadra viveri di soccorso non vi era neppure l’ombra, il che ci ha messo un attimo in apprensione perché voleva dire che ci sarebbero state altre difficoltà!

Devo ringraziare vivamente tutti i componenti di avermi evitato di sobbarcarmi la fatica di aiutarli a portare le moto oltre. Riposati pure, c’è gente più giovane e forte!

Riprendiamo la discesa, un breve tratto fuori dal bosco poi qello ricomincia, ma data la scarsa quota e la pendenza accentuata, pur con presenza di neve si poteva scendere tranquillamente, mentre sarebbe stato impossibile risalire.

Finito il bosco un ampio prato con la mulattiera ben delineata ci porta alla strada forestale che scende a Castelluccio,

dove come belve affamate e assetate piombiamo in un bar-rivendita prodotti tipici e razziamo ogni ben di dio!

Finito di ristorarci è ora di rimetterci in cammino, ma ormai è tardi, sono già sopraggiunte le 5 del pomeriggio e bisogna precipitarci verso l’agriturismo a Campofilone.

Purtroppo bisogna abbandonare l’idea di fare altri percorsi di enduro e ci sobbarchiamo il rientro in asfalto.

A questo punto Luana ci abbandona, farmi 90 km di asfalto e domani rifarmeli per tornare, non mi conviene, rientro verso casa, le dispiace lasciare la compagnia, ma meglio rientrare!

Scendiamo nella piana di Castelluccio che è coltivata e i campi fanno un affresco di impressionismo, per i colori dei vari pezzi arati e coltivati non a forme regolari.

La SP.89 ha un asfalto alquanto malconcio, mentre sui fianchi sono rimaste le paline che delimitano la carreggiata per la neve.

La strada prima risale verso il valico, gira intorno al Monte Vettore, poi con tornanti scende, l’asfalto da questo punto diventa buono e la strada è divertente con belle curve continue.

Da buon stradista supero un po’ la colonna e mi porto nelle prime posizioni e posso ammirare la guida fluida di Lucia che guida il gruppo.

Pian piano che si scende verso il mare il tempo migliora, e si comincia ad incontrare un po’di traffico, poi prima di arrivare un po’ di strade sterrate giusto per non perdere l’abitudine!

Arrivati all’agriturismo il sole è già tramontato, si scaricano le moto e ci sistemiamo negli alloggiamenti

Maurizio ci trascina per la foto di gruppo sulla spiaggia al modo della Dakar, fine della traversata dell’Italia centrale!

Fine avventura

E qui si conclude questa mia epica esperienza, ma foriera di nuove avventure …

 
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Commenti al Post:
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 17/06/13 alle 01:19 via WEB
Bellissime foto. Un saluto Capita'. :-))
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