Creato da blogger70 il 21/10/2008
Filosofia, coscienza e conoscenza, metodo ontopsicologico di Antonio Meneghetti
 

 

Crisi della razionalità

Post n°34 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da blogger70
 

Come si può leggere nelle sue prime esposizioni filosofiche, Antonio Meneghetti intuisce che il problema non è connaturato all’uomo, ma è in qualche modo legato all’aspetto della razionalità e a come essa viene applicata. Infatti qualunque posizione ideologica, che sia essa una moda, un pensiero, una visione politica, non può darsi come assoluta, anche se essa lo pretende: è una riflessione razionale che però non è rispondente pienamente al reale. È evidente cioè che si può scegliere una posizione, ma si tratta sempre di una scelta arbitraria, non sempre coincidente con la realtà naturale delle cose. L’uomo soffre perché va fuori da se stesso, si veste di un abito mentale troppo condizionante dall’esterno che gli impone degli assoluti limitati e limitanti. Tuttavia non se ne rende conto e, a livello cosciente, non sa dov’è la causa del suo malessere. In particolare, la comprensione delle teorie matematiche di Kurt Gödel sulla incompletezza dei sistemi formali ed il principio di indeterminazione di Werner Heisenberg in fisica offrono al prof. Antonio Meneghetti vantaggi intellettivi: la matematica è un sistema ben articolato di opinioni razionali ed il reale che ci circonda non può essere misurato con precisione assoluta. La razionalità mostra quindi i suoi limiti. Antonio Meneghetti non si accontenta di procedere nella ricerca misurando la realtà attraverso dei modelli. Vuole il risultato concreto, crudo, empirico.

 
 
 

Criterio

Post n°33 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da blogger70
 

Dal greco: regola per discernere il vero dal falso.
Giudizio fatto o fondato.
Ciò che stabilisce identità o differenza in rapporto o relazione ad un punto, ad una ipotesi, ad una legge, ad una azione. E’ l’uguale che autorizza la logica in sé.
Principio o elemento che costituisce il conforme o difforme a una cosa, a un progetto, a un’azione, etc.

 
 
 

Intenzionalità

Il termine intenzionalità viene dal latino id quod et quo intendit, intus actionis = ciò che fa e per cui si fa il dentro dell’azione. Quel dentro dove l’essere agisce.
Il fine dove l’azione fa vettorialità o direzione ( = scopo).
Struttura formale che vincola la modalità dell’azione.
Il verso in cui l’azione si omologa e si configura di per sé all’interno di un contesto.
Qualsiasi modo energetico del mondano si origina e si concretizza sulla tipicità dell’intenzionalità.
Anche se la sua essenza è intrinsecità noumenica, è sempre rilevabile attraverso le sue dirette proiezioni che costituiscono le rappresentazioni sincrone o immagini speculari. Appunto queste ultime configurano il che cosa e come l’azione sta agendo in me.
La scienza ontopsicologica di Antonio Meneghetti è la proposta di una psicologia basata sui processi dell’intenzionalità psichica, rilevabile da quelle proiezioni speculari che non sono altro che rappresentazioni non deformate da induzioni di monitor di deflessione o di stereotipi culturali.
Il vettore, o direzione, o forma all’interno dell’azione; è come l’azione si interiorizza in uno stato e lo cambia. E’ una novità che entra e formalizza un quantico per uno scopo specifico.

 
 
 

La fenomenologia nella psicologia e nell’Ontopsicologia

Post n°31 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da blogger70
 

Nell’ambito della psicologia (che resiste da sempre all’applicazione di un approccio naturalistico, a cui i “moderni” comunque non intendono rinunciare), l’introduzione della fenomenologia è dovuta soprattutto a Binswanger, la cui opera principale “Grundformen und Erkenntnis menschlichen Daseins” è direttamente ispirata da “Sein und Zeit” di Heidegger.
Il contributo di Binswanger è importante nel quadro della psicologia umanistica, il filone in cui si iscrive anche l’Ontopsicologia, e alcuni concetti della fenomenologia, come quello di intenzionalità e di intersoggettività sono parte della pratica quotidiana nella terapia ontopsicologica.

 
 
 

Il concetto di “iso”

Post n°30 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da blogger70
 

Partendo da precedenti definizioni del principio di “iso”, il Prof. Rolando Benenzon – presidente della Federazione Mondiale di Musicoterapia – formula un concetto di “iso” molto dinamico, che riassume le caratteristiche della personalità del soggetto in termini di fenomeni acustico.sonori e motori: l’iso riassume “la nozione dell’esistenza di un suono o di un insieme di suoni o di fenomeni acustici o anche di movimenti interni che caratterizzano e individualizzano ogni essere umano”. Benenzon identifica il principio dell’“iso” con un perpetuo movimento, caricato energeticamente nell’inconscio dell’uomo. In quanto tale, questo iso energetico, come dinamo, va potenziato con il trascorrere del tempo evolutivo dell’individuo, ed a sua volta esso è elemento dinamico che potenzia tutta la forza di percezione ed espressione passata e presente.

Ma che cosa si intende per “iso” nel contesto della scienza ontopsicologica? Nel libro “Dizionario di Ontopsicologia” (www.psicoedit.com), il Prof. Antonio Meneghetti definisce l’iso (di natura) come “il criterio elementare della vita: ciò che è uguale a questo criterio è sano, ciò che è diverso è errore, regressione, malattia. È l’uguale che dà l’iso a tutti i comportamenti psicorganici. È il criterio base della sanità della vita, uguale sia per la cellula, sia per la struttura organica, per l’organismico, per i comportamenti cerebrali, per la fantasia, etc. Non è un principio fisico: è una forma logica che presiede a qualsiasi strutturazione del nostro organismo”.

 
 
 

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