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Post n°3 pubblicato il 14 Maggio 2011 da R.V.Mariani
La nostra mente opera a vari livelli e funziona secondo diversi modelli contemporaneamente. Siamo in auto che guidiamo tranquillamente lungo un strada poco trafficata. Dopo oltre dieci anni di esperienza, la nostra guida è sicura e noi siamo perfettamente a nostro agio e rilassati. Mentre guidiamo, stiamo avendo un’interessante conversazione con il nostro amico a fianco a noi, abbiamo la radio accesa e i finestrini aperti in una splendida giornata primaverile. Teniamo d’occhio la strada, mentre continuiamo a parlare, e abbassiamo un po’ il volume della radio. All’improvviso sbuca un gatto dal ciglio della strada e noi freniamo bruscamente, evitando l’impatto. Dopo qualche secondo siamo inondati dall’adrenalina, abbiamo il cuore in fibrillazione e il fiato corto, sudiamo e cominciamo a capire lo scampato pericolo. Restiamo aggrappati al volante, il piede sul freno, finché non ci calmiamo... Un esempio abbastanza classico e semplice per porci la domanda: di quante delle azioni descritte eravamo consapevoli? Ve lo dico io, tre: Ora, l’attività e le risposte comportamentali del nostro subconscio sono assolutamente indispensabili, specie quando si tratta di sopravvivenza. Nell’esempio precedente, le attività inconsce ci hanno permesso di guidare (attività fisica di grande coordinamento), di godere di una giornata primaverile e soprattutto di evitare un pericolo, il tutto “senza pensarci”. Chi non ha pensato, in realtà, è la sola mente conscia, occupata a conversare, mentre la mente inconscia pensava eccome e ha dato tutte risposte adeguate. Conscio e subconscio costituiscono le due macro-sfere di attività mentale individuate dall’accademia, ma chissà cosa ci riserveranno le scoperte future... già oggi gli EEG di una persona in meditazione sembrano rivelare un’attività mentale ancora diversa, per non dire che le emozioni non vengono considerate un’attività mentale, almeno in occidente... vedremo. Intanto, con quel che sappiamo, possiamo già fare interessanti considerazioni, che svilupperò nei prossimi post. Voglio concludere introducendo un secondo binario di funzionamento mentale. All’ormai universalmente accettato “modello elettrico” del nostro cervello si sta affiancando il “modello biochimico” e sembra che, se da un lato, l’attività elettrica del cervello ci informa su una quantità di aspetti, dall’altro, il fatto che la trasmissione di informazioni dal cervello a tutto l’organismo e viceversa avvenga per via biochimica (ad opera dei peptidi) apre degli scenari davvero sorprendenti! Alla prossima.
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... che mi ha insegnato la Natura.
Ho le scarpe ancora infangate e le tue impronte per casa...
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