Creato da: glenRunciter il 25/05/2006
Recensioni di cd e dvd appartenenti al grande mondo dell'Heavy metal

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Disarmonia Mundi – Mind tricks (2006)

Post n°17 pubblicato il 30 Giugno 2006 da glenRunciter
 
Foto di glenRunciter

Dopo l’ottimo "fragments of d –generation" ero davvero curioso di vedere se il gruppo italiano avesse compiuto quel salto di qualità che li avrebbe portati nel gota del metal mondiale. Ebbene, il salto non c’è stato giacchè "Mind tricks" ricalca piuttosto fedelmente le orme del predecessore, senza osare come mi sarei invece aspettato. Quindi death metal melodico a metà tra Soilwork (il cui cantante è presente in tutte le tracce) e Dark tranquilllity. Canzoni veloci, potenti e orecchiabili (relativamente al genere) che scorrono piacevolmente una dopo l’altra. Un album tutto sommato godibile ma che pecca di originalità.

VOTO: 7

 
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NOCTURNAL RITES - Grand illusion (2005)

Post n°15 pubblicato il 18 Giugno 2006 da glenRunciter
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Ennessimo buon album per gli svedesi Nocturanal Rites. Mai saliti agli onori della cronaca metal per album particolarmente rivoluzionari, pubblicano comunque buoni lavori a cadenza oramai annuale. La formula rimane invariata: un power epic con tanti mid-tempo e ottime melodie, e il tutto scorre via piacevolmente e senza mai annoiare. Canzoni come "still alive" e "fools never die" da sole valgono almeno l'ascolto del cd. Chi li conosce sa cosa aspettarsi e va a colpo sicuro, gli altri possono dare a questi bravi svedesi una chance. Non ne rimarranno delusi.

VOTO: 7.5

 
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DREAMQUEST - Lost horizons (2006)

Post n°14 pubblicato il 16 Giugno 2006 da glenRunciter
 
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Il prolifico Turilli si dona anche a quest'ennesimo progetto, precisamente nelle vesti di tastierista e songwriter. Ma come spesso accade quando si inizia a metter le mani dappertutto a risentirne è la qualità. Come era accaduto per il terzo album solista del leader dei Rhapsody anche questo Lost Horizons non entusiasma per nulla. Le canzoni scorrono via tranquillamente ad una ad una senza lasciar grandi tracce. Certo, la voce di Floor (ex After Forever) è davvero bella e suadente ma non basta a risollevare le sorti di un cd scialbo e senza la minima originalità. Le parti sinfoniche sanno di sentito e risentito e solo la produzione è di un certo livello. Album assolutamente trascurabile.

VOTO: 5

 
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TIERRA SANTA - Mejor morir en pie (2006)

Post n°12 pubblicato il 09 Giugno 2006 da glenRunciter
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Oramai quasi dieci anni sono passati da "Medieval", bellissimo esordio degli spagnoli Tierra Santa, ed il gruppo iberico in questi due lustri ha lentamente ma inesorabilmente mutato il suo sound. Partiti da un metal classico di chiara derivazione maideniana, ora i nostri suonano roccioso hard rock. Le lunghe cavalcate con riff incrociati sono solo un ricordo, le canzoni di oggi sono meno guitar-oriented e poggiano in gran parte sulle doti canore del bravo Angel. L'album ancora una volta risulta molto gradevole da ascoltare, belle musiche e bei ritornelli e il cantato in lingua spagnola è uno dei  punti di forza della band iberica e si sposa alla perfezione con la voce calda di Angel. In conclusione, io continuo a preferire i vecchi Tierra Santa ma nulla toglie che ancora una volta gli spagnoli non deludono le attese e centrano il bersaglio.

VOTO:  7

 
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SCAR SYMMETRY - Pitch black progress (2006)

Post n°11 pubblicato il 04 Giugno 2006 da glenRunciter
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Tornano a solo un anno dal loro debutto gli svedesi Scar Symmetry. Ma se Symmetric In Design risultava un album fresco e con buone idee (anche se non particolarmente originali), questo Pitch Black Progress risulta, ahimè, noioso e poco ispirato. La formula non è cambiata, un metal leggero leggero con l’alternarsi di growl e clean vocals di matrice quasi pop. Ciò che questa volta non convince è proprio la qualità delle canzoni. Senza nessun mordente e con l’assenza dell’elemento che aveva decretato il successo del debutto: quei ritornelli facili facili che ti rimanevano in testa e che magari ti ritrovavi a fischiettare sotto la doccia. Questa volta le linee vocali di Christian Älvestam appaiono davvero banali e ripetitive oltre che monocordi. La fretta di voler cogliere i frutti della notorietà acquisita nel settore negli ultimi mesi è stata cattiva consigliera. Avvessero aspettato ancora un annetto magari ne sarebbe uscito fuori un buon lavoro. Cosa che Pitch Black Progress non è sicuramente.

VOTO: 5

 
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Luca Turilli - The infinite wonders of creation (2006)

Post n°10 pubblicato il 01 Giugno 2006 da glenRunciter
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Il bravo Turilli si dimostra un musicista molto prolifico e sforna il suo terzo album solista nel giro di pochi anni (senza contare i Rhapsody). Oltre che prolifico si dimostra inoltre anche attento a dove va un certo mercato discografico, perché questo cd potrebbe essere stato benissimo partorito dai finlandesi Nightwish (band che lo scorso anno fece il boom di vendite con Once). Infatti quest’album è davvero molto diverso dai due precedenti lavori del chiarrista dei Rhapsody. Turilli si avvale questa volta dietro il microfono dell’ottima Bridget Fogle, dotatissima cantante la cui voce ricorda non poco Tarja dei Nightwish. Anche lo stile dell’album, come detto, ricalca la band finlandese, sinfonico e pomposo, oltre che ricco di orchestrazioni di buon livello. L’album, a parte la poca originalità, non è però esente da evidenti difetti: la preponderanza di pezzi lenti rispetto a quelli più veloci (che sono i migliori vedi Miracle of life e Mother Nature) e la scarsa qualità di alcune canzoni come la lunga suite finale, alla fine non ne invogliano il riascolto. In poche parole questo The Infinite Wonders Of Creation, come i precedenti album di Turilli, è un lavoro godibile ma per nulla indispensabile.

VOTO: 6.5

 
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Cult of Luna - Somewhere Along The Highway (2006)

Post n°9 pubblicato il 01 Giugno 2006 da glenRunciter
 
Foto di glenRunciter

Tornano gli svedesi Cult of luna, giunti ormai al loro quarto album, con un lavoro che mantiene le caratteristiche che ha dato a questa band una discreta notorietà, un misto di gothic e metalcore che ricorda (alla lontana) i Neurosis. Chi li conosce sa già cosa aspettarsi giacchè le novità rispetto al precedente "Salvation" non sono rilevanti. Quindi ascolterete anche questa volta pezzi lunghi, cantato tra il rabbiaso ed il disperato,  atmosfere cupe e opprimenti, parti riflessive che si alternano ad altre più aggressive, qualità sempre alta dei 7 brani presenti. Certo un album da non ascoltare sotto l’ombrellone ma che tornerà utile nelle fredde giornate invernali.

VOTO: 8

 
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ANATHEMA - Alternative 4 (1998)

Post n°8 pubblicato il 31 Maggio 2006 da glenRunciter
 
Tag: Dark

Ci sono momenti nella vita di un uomo dove un solo episodio cambia il corso della proria esistenza. Può essere un incontro, un’avvenimento inaspettato, un regalo o un addio, a volte un cd musicale. Un cd come Alternative 4.

Questo è quello che è accaduto al sottoscritto circa 8 anni or sono. Ricordo ancora molto bene la sera nella quale per la prima volta ascoltai quest’album, completamente solo, disteso su di un letto di un vuoto appartamento, accompagnando ogni nota di ogni singola canzone alla lettura silenziosa del testo corrispondente. Sentivo in quei momenti che qualcosa dentro di me stava cambiando, una nuova consapevolezza sgorgava dai meandri della mia mente, pensieri che avevano bisogno di una forza più grande per fuoriuscire. La forza che solo un’opera d’arte sa dare.

Alternative 4 è il sesto full-lenght album degli inglesi Anathema; l’album che perfeziona la svolta musicale avvenuta con "Eternity", l’abum della piena maturità artistica.

Dopo gli inizi doom culminati nel capolavoro “The silent enigma”, e  compreso che oltre quel limite artistico in quel genere non si potesse andare, la band dei fratelli Cavanagh e di Duncan Petterson vira su territori nuovi , verso uno stile musicale per me inetichettabile. Rock? Dark? No. Solo musica. Meravigliosa musica.

Dolcissime note di pianoforte  accompagnano l'opener Shroud Of False, ed i suoi versi sussurati racchiudono tutta l’essenza di questo lavoro ed in generale della band inglese.

We are just a moment in time
A blink of an eye
A dream for the blind
Visions from a dying brain
I hope you don't understand

Dopo migliaia di cd musicali ascoltati per il sottoscritto ancora oggi questi versi rimangono inimitabili ed unici.  Fragile dreams ci apre le porte di un nuovo mondo, fatto dalla semplice contemplazione della nostra mortalità; Empty e Lost Control lasciano completamente sgomenti. Manifesti della assoluta vanità di ogni ricerca di senso.

I'm coming to an end,
I've realized what I could have been.
I can't sleep so I take a breath and hide behind my bravest mask,
I admit I've lost control
Lost control...

Riconnect ci pone di fronte ad un ennesimo angoscioso dilemma…

An answer won't come from me
Confront your own worst enemy
What does your mirror see
Is it time to face up to me?

….mentre la dolce e malinconica Inner silence fornisce flebili indizi…

When the silence beckons
And the day draws to a close
When the light of your life sighs
And love dies in your eyes
Only then will I realize
What you mean to me.

Alternative 4, Regret e Feel ci fanno nuovamente sprofondare nella strazianze e angosciosa estasi del dolore e del rimorso che attraversa l’animo di chi “ha capito”. Il nostro destino è segnato, nessuna speranza, solo barlumi di luce e poi il nulla.

I tried to murder the lonely,
Contemplate our mortality.
Into infinity,
Frozen memory
Wipe the tears from yesterday,
A time for change, take the pain away.
Angel, my destiny,
Can you feel me?

VOTO: 10 

 
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DARK LUNACY - The diarist (2006)

Post n°7 pubblicato il 30 Maggio 2006 da glenRunciter
Foto di glenRunciter

I parmensi Dark Lunacy alla prova del  terzo album si può tranquillamente affermare che fanno il grande botto. Se i due precedenti lavori ("devoid" e "forget me not") avevano fatto circolare il loro nome all'interno del variegato mondo metal, quest'album potrebbe portarli (si spera) a posizioni di primo piano all'interno di questo universo. Diciamo subito che questa è una di quelle opere dove è impossibile, e sarebbe un grave errore farlo,  scindere le liriche dalla musica, giacchè formano un insieme omogeneo di emozioni e sensazioni che vanno assimilati necessariamente in contemporanea. Il tema del concept è la sanguinosa battaglia di Slalingrado conbattuta durante la seconda guerra mondiale tra russi e tedeschi a cavallo di tre drammatici anni, e che milioni di morti è costata, soprattutto tra la popolazione russa. Il tema è trattato con una profondità ed uno spessore che rivela la grande preparazione anche culturale della band italiana. Le atmosfere che la musica crea è perfetta nel far rivivere gli stati d'animo dei protagonisti della nostra storia, tutto è curato nei minimi particolari, anche il cantato (o a volte il parlato) in russo di alcuni frangenti è perfettamente funzionale e integrato al concept. Segnalare una canzone sarebbe davvero riduttivo ma non posso esimermi dal menzionare  "Snowdrifts": un brano che ti entra dentro, straordinario e dolcissimo, un piccolo cavolavoro nel capolavoro. Tirando le somme siamo di fronte ad un lavoro completo in ogni parte (ottima anche la produzione) che meriterebbe un vasto successo di critica e di pubblico anche solo per come viene trattato il tema del concept.  

VOTO: 8.5

 
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MAGO DE OZ - Gaia II la voz dormida (2006)

Post n°6 pubblicato il 26 Maggio 2006 da glenRunciter
 

Da qualche anno gli spagnoli Mago de Oz sono divenuti i leader quasi incontrastati di un certo folk-metal latino che tanti proseliti sta facendo ultimamente. Gaia II come da titolo non è altro che il seguito del precedente Gaia. La differenza con il prestigioso antenato sta soprattutto nel numero delle tracce che vanno a formare questo secondo episodio: ben 17. Un doppio album come era accaduto finora solo per Finisterra (per me il loro miglior lavoro). Ma simile scelta questa volta si è rilevata davvero inopportuna giacchè alcuni brani appaiono solo semplici riempitivi, mentre se avessero condensato su un solo supporto il meglio dei due cd il risultato finale sarebbe stato più che discreto. Invece ci troviamo di fronte ad un album altalenante fatto di buone canzoni che si avvicendano con altre piuttosto mediocri e ciò ne inficia pesantemente il giudizio finale. A compromenttere il tutto ci pensa ancora una volta (e non è una novità per i Mago de Oz) la pessima produzione, grezza e poco curata, non all’altezza del prestigio del gruppo. Mi dispiace, ma questo per il sottoscritto è il disco meno riuscito degli spagnoli, imparagonabile con i platter del loro glorioso passato.

VOTO: 6

 
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KATATONIA - The great cold distance (2006)

Post n°5 pubblicato il 25 Maggio 2006 da glenRunciter
 
Tag: Dark
Foto di glenRunciter

Evoluzione musicale. Questa frase ben racchiude la lunga storia della band inglese. Passata dagli esordi death (con il magnifico e angosciante “dance of december souls”) fino al rock-alternativo di “discorauges ones” senza mai cedere a compromessi e con risultati sempre eccellenti. Negli ultimi anni i Katatonia sembrano aver deciso di sterzare nuovamente verso lidi musicali nuovi, alla ricerca di sonorità ancora più aggressive e cupe. Un senso di claustofobica oscurità aleggia pesantemente in questo “The great cold distance”. Maggiore, se possibile, anche rispetto al predecessore Viva emptiness (a mio avviso uno dei più bei lavori del nuovo millennio); come maggiore è la potenza sprigionata dalle chitarre. Un muro sonoro buio e angosciante dalla quale non emergono spiragli di luce. Il cantato di Jonas Renkse si fa ancora più afono e inespressivo fino a divenire a volte un puro commento vocale. Un modo ulteriore per trasmettere la freddezza glagiale delle loro emozioni (ossimoro voluto). Un album sicuramente difficile, certamente non per tutti, che forse odierete per la sua negatività ma che altrettanto amarete per la sua capacità di suscitare emozioni.

VOTO: 8.5

 
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WONDERLAND - Follow me (2006)

Post n°3 pubblicato il 25 Maggio 2006 da glenRunciter
 
Foto di glenRunciter

Davvero grandioso questo esordio degli italianissimi Wonderland. Dopo varie vicissitudini finalmente questo album vede la luce e data la qualità l'attesa è stata pienamente ripagata. Abbiamo di fronte un album di power-prog molto personale, per nulla scontato, con inserti electro-rock che donano al tutto la giusta varietà, per non parlare poi della timbrica particolare del cantante Alexx Hall, davvero inusuale in campo power, capace di di creare linee vocali sempre diverse e ritornelli coinvolgenti ma mai banali. La produzione è assolutamente sopra le righe e la scelta di un certo effetto eco dona all'album una atmosfera magica davvero seducente. Indicare una canzone in particolare sarebbe riduttivo giacchè durante l'ascolto dell'album non c'è un solo momento di stanca, non un brano sottotono. Spero che questo lavoro abbia il successo che merita, dal momento che ci troviamo di fronte ad un'opera magistrale, frutto di anni di sudore e sacrifici, un'opera che ha saputo emozionarmi come da tempo non mi capitavo con il genere power. Fantastici. 

VOTO: 9

 
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NOVEMBRE - Materia  (2006)

Post n°2 pubblicato il 25 Maggio 2006 da glenRunciter

Tornano dopo una lunga assenza i romani Novembre. Il nuovo album si avvele di una magnifica copertina che ben inquadra le atmosfere del cd. Rispetto all'ottimo "novembrine waltz" si nota subito l’assenza totale del growl. E questa scelta non sembra molto felice, giacchè la nota dolente dell’album è proprio il cantato di Carmelo, a volte addirittua irritante con quel sussurarrre  incomprensibile. Davvero un peccato perché il cd dal punto di vista musicale è davvero buono. A partire dalla bellissima "Verne" che apre l’album e con ulteriori picchi compositivi in "Memoria Stoica / Vetro" e "materia". La qualità dei brani è mediamente alta e l’intento di ricreare atmosfere malinconiche ed eteree squarciate da lampi di rabbia riesce perfettamente. Ma dal confronto con capolavori come "Classica" e il già citato "novembrine waltz" ne esce comunque sconfitto. Un buon album ma da loro mi attendevo di più.

VOTO: 7

 
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COMMUNIC - Waves Of Visual Deacy  (2006)

Post n°1 pubblicato il 25 Maggio 2006 da glenRunciter

Tornano  i norvegesi Communic dopo l'ottimo esordio dello scorso anno (quel "Conspiracy in mind" un pò sottovalutato in Italia ma che ampi consensi ha ottenuto all'estero). Il genere proposo dai nostri è un thrash prog che coniuga la violenza dei Meshuggah con la raffinatezza acustica dei primi Opeth.  Le tracce che compongone l'album sono solo sette ma tutte di durata superiore ai sette minuti. Rispetto al debut le parti aggressive sono decisamente aumentate a discapito delle aperture melodiche, ma li dove sono presenti emergono piccoli capolavori come "Watching It All Disappear" o la bellissima title track. Le parti più robuste non sono mai comunque fine a se stesse e l'intricata composizione dei brani rende l'album mai noiso anche dopo ripetuti ascoti. Da segnalare anche l'ottima prestazione del vocalist Oddleif Stensland capace di dare grande espressività e drammaticita alle sue linee vocali. In poche parole un album probabilmente più omogeneo e meglio prodotto rispetto al suo predecessore ma forse globalmente meno ispirato. Resta comunque un ottimo lavoro, tra i migliori dell'annata in corso.

VOTO: 8

 
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