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amori esotici

Post n°25 pubblicato il 29 Maggio 2009 da messalina2007
 
Tag: amore

Quante nostre amiche sono andate in vacanza in qualche meta turistica africana o esotica in genere, si sono prese una tranvata pazzesca e pianificano il modo di portare avanti la loro storia d'amore a distanza?

Vorrei scrivere per dare un contributo a chi ormai non sa più cosa dire a queste donne.
Vorrei parlare a chi a queste donne ci tiene e vuole veramente aiutarle.

So già che questo argomento sarà una manna per persone frustrate e arrabbiate che non risparmieranno battute sul big bamboo, sul fatto che sono tutte cesse troie insoddisfatte ecc....

Non mi interessa. Quanto sto per scrivere è solo un piccolo contributo per aiutare queste donne confuse e i loro amici.

"Qualunque donna abbia un minimo di sindrome della crocerossina..."io ti salverò"......deve essere consapevole che in queste situazioni espone la propria vulnerabilità all'ennesima potenza.
Deve essere consapevole che la quantità di stress di un eventuale tentativo è più che enorme. Non è escluso che si arrivi al punto di mettere in gioco tutto ciò che si ha e che si conosce.
E' qualcosa che può arrivare a logorare al limite.
L'investimento da fare è questo sopra descritto. E' così e basta. Non esistono colpi di culo o scorciatoie.
E' un impegno quasi più gravoso di un matrimonio perchè a un certo punto si avrà la vita di costui nelle proprie mani. Ci se ne renderà responsabili e si non potrà tornare indietro. E' praticamante impossibile fare delle prove.
E' così e basta.

Prima di imbarcarsi in un IMPEGNO del genere bisogna essere molto realiste ed oneste con se stesse.

Questi uomini sono straordinariamente affascinanti, diversi, meravigliosi, simpatici, intelligenti.

Sembrano forme create appositamente per riempire il calco dei vuoti emotivi di tantissime donne occidentali.

Ma non sono lì per realizzare i nostri sogni.
Pur essendo brave persone portano con sè il disagio e la disperazione della lotta per la sopravvivenza.

E a volte sono assolutamente ammirevoli per la forza spirituale con cui continuano a sorridere.
Possono anche essere meravigliosi maestri di vita.

Possono essere anche molto diversi da come ce li siamo immaginati durante l'ubriacatura iniziale.

Coinvolgersi con uno di loro significa imprescindibilmente gestire la richiesta di condividere l'enormità del peso che devono portare che a volte non è solo il loro ma quello dell'intera loro famiglia.

E non è qualcosa con cui ti rompe le palle ogni tanto. E' la sua priorità assoluta. Perciò è presente in ogni momento.

E' più importante di te. Sempre.


E' un gioco da persone adulte, adulte adulte. E' l'Africa.

In qualunque modo abbia a che fare con i nostri sogni adolescenziali non può durare. E il conto da pagare sarà altissimo.

Libere di scegliere se provarci o no.
L'importante è sapere a cosa si va incontro.

L'importante è sapere che non è un' avventura, un sogno..o un gioco......e se per caso lo abbiamo pensato, occoree essere abbastanza oneste da ammmetterlo con noi stesse."

 
 
 

shuttle

Post n°24 pubblicato il 13 Maggio 2008 da messalina2007
 
Tag: shuttle

Sono stata cieca e rinchiusa per troppo tempo e ora mi ritrovo a dover vedere tutto a grandissima velocità.

Alcuni nodi sono sciolti, ma sono pochi rispetto alla portata delle scelte che mi vengono poste.

Oppure sono pronta e non so di esserlo, perché mi mancano pochi passi essenziali e fondamentali.

Ci sono situazioni attuali che faccio molta fatica a leggere, perché mi portano a dover filtrare tutto il retaggio del passato.

A volte mi sento come se fossi stata scelta per pilotare uno shuttle, mentre molta parte del mondo se ne va in giro in utilitaria, e alcuni sfrecciano su un'astronave.

Però mi hanno dato il libretto delle istruzioni della Punto e mi hanno messo sullo shuttle.

Ho passato la vita a capire come funziona lo shuttle con le informazioni a mia disposizione e con quelle che ho faticosamente e disperatamente raccolto con i mezzi che ho cercato e trovato.

Ho anche passato molto tempo ad arrabbiarmi o a dormire in cuccetta. Le pochissime volte in cui ho fatto qualche volo di prova, senza uscire dall'atmosfera terrestre, sono successe cose incredibili, meravigliose, quasi magiche.

Queste esperienze e questi incontri mi hanno convinto che devo decollare. Ora che le ho vissute mi risulta sempre più intollerabile restare a terra.

Ho il manuale della Punto e quell'altro che mi sono costruita da sola. Ho le informazioni per accendere, per decollare e volare come un jet.

Per sfrecciare oltre l'atmosfera terrestre, condurre il mezzo dove non c'è gravità, orbitare, visitare altri pianeti...non ho nulla...o quello che ho è sufficiente?

Non so neppure COSA non so.

Cerco di leggere ciò che mi manca dallo stato attuale delle cose e dalla misura in cui le situazioni che sto vivendo ora mi trasmettono messaggi riguardo a ciò che devo capire.

Ho imparato ad affidarmi e ad arrendermi ad una volontà superiore, ma non sempre ho la certezza che i miei occhi siano bene aperti, la mia mente sgombra e il mio cuore puro.

Non ho la certezza di saper vedere le storie che mi raccontano i miei demoni e gli alibi che mi portano a crearmi, mascherati da sogni o da buon senso.

So che l'agire può essere limpido solo se arriva chiaro come un cristallo alla luce del sole di mezzogiorno all'equatore o se una voce, una forza potente, solida e calda mi spinge dalle profondità di me stessa.

Allora chiedo a Dio, all'universo, alla vita, di essere crudele e di mostrarmi la verità nel modo più spietato.

La verità sul presente è ciò che voglio vedere e sono pronta a pagarne il prezzo.

 
 
 

come una pezza di seta molto sottile

Post n°23 pubblicato il 05 Aprile 2008 da messalina2007
 
Tag: senegal

Come ogni mattina esclusi week-end, i miei trenta chilometri in mezzo alla campagna sono attimi preziosi per accogliere i regali delle prime ore del giorno.

Oggi all'incrocio con quella strada che va verso le colline ho pensato a quel cane che una volta ho raccolto davanti al supermercato. Il cane si contorceva e pensavo stesse male. L'ho portato a casa con notevole dispiego di forze organizzative e logistiche per tenerlo al sicuro e nello stesso tempo fuori dal possibile contatto con i miei allora 5 gatti.

Il giorno dopo ho recuperato un guinzaglio e al ritorno dal lavoro ho iniziato la mia ricerca che mi ha portato a quella casa subito dopo l'incrocio.

I proprietari del cane mi hanno spiegato che lui fa sempre così, scappa, poi fa finta di stare male così gli capita qualcosa di nuovo e rompe la noia. Insomma il cane mi aveva preso per il culo. 

Pensiero trasversale immediato. Una cosa così, capitasse in Senegal, sarebbe motivo di instaurare un legame umano di qualche tipo con i proprietari del cane. Sarebbe stato ovvio e naturale. Ci sarebbe stato il tempo perchè essi mi invitassero in casa cinque minuti per ridere un po' dell'accaduto, per offrirmi un caffè. Io mi sarei ricordata delle loro facce e magari pure dei loro nomi e li avrei salutati incontrandoli per il paese e loro avrebbero salutato me.

Forse una volta era normale anche qui da noi. Ora, da tanto tempo, non più. 

Siamo diversi. Abbiamo bisogno di "avvertire prima", anche quando abbiamo voglia di andare a trovare qualcuno solo perchè passiamo di lì. Abbiamo bisogno di un tempo "x" per mascherare un poco la nostra umanità, anche se si tratta di amici che sanno tutto di noi.  

Così nessuno suona alla porta all'improvviso, nessuno "disturba", nessuno ti coglie con l'accappatoio e i bigodini in testa, nessuno ti coglie con la casa in disordine, nessuno ti coglie in un momento buio o in mezzo a tante cose da fare. Così nessuno è autorizzato a vederci per quello che siamo nella nostra palese e semplice umanità. Così nessuno ci conosce davvero. Così non siamo realmente "intimi" con nessuno. Il miglior motivo possibile per cui vogliamo vedere qualcuno si perde in mille surrogati.  

"Mi interessi tu, perchè tu sei tu con i tuoi bigodini in testa e con il tuo nervosismo, vorrei suonare alla tua porta senza avvertire, perchè mi importa solo di passare del tempo insieme, in qualunque stato tu sia, qualunque pensiero tu abbia, qualunque cosa tu stia facendo. Mi interessa che tu sia libero in mia presenza perchè io sono umano tanto quanto te e vorrei che anche tu venissi a casa mia e suonassi alla mia porta senza prima avvertire" 

Pensiero trasversale.

C'è una differenza sostanziale tra avere capito una cosa e averla interiorizzata.

Ora, grazie al Senegal e a Dio, io ho sperimentato questo modo di vivere le relazioni umane nella loro essenza, nella loro disarmante bellezza. Avrei potuto non vedere nulla, perchè questo "senso" non mi è stato spiegato, ma mi è stato fatto respirare. Si materializza in intuizioni e pensieri nel tempo, per esempio passando davanti ad un incrocio in una mattina di aprile. E le semplici parole: "sii naturale, andrà tutto bene" si rivestono di un valore altissimo che scalda il cuore, lo solleva...come una mano gentile che ti tocca la testa e ti toglie un mal di testa che non sapevi neppure di avere.

Qualunque "modo nuovo", qualunque rivelazione sorga ai nostri occhi e ci faccia sentire più vicini a noi stessi di quanto siamo mai stati, ha comunque bisogno di passare attraverso ciò che siamo sempre stati, attraverso ciò a cui, nostro malgrado, siamo stati addestrati. 

E più il tempo in cui siamo in contatto col "modo nuovo" sarà breve - benché intenso -, più il processo di trasformazione sarà lento e difficoltoso benché irrimediabilmente destinato a compiersi. 

La trasformazione non viene dalla ragione, neppure dal cuore, opera esclusivamente attraverso lo spirito. 

La materia dello spirito è quasi impalpabile, come una pezza di seta sottilissima che passi tra i polpastrelli per intuirne la trama,

La materia dello spirito viaggia su pochissime parole, tra le quali "vorrei sapere come ti senti".

Si può paragonare anche a una luce molto molto piccola al centro del cuore, che si accende ogni volta queste piccole piccole parole la raggiungono.

 

 
 
 

lost

Post n°22 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da messalina2007
 
Tag: love

 

 

 

 

 

 

You are my poison

And my medicine

 

You are my illness

And my health

 

You are my ruin

And my savior

 

The farest

And the nearest

 

The sweetest

And the harshest

 

Sometimes the night breaks the walls of my fear

and  I dream songs,

but they are thrown away and eaten by the oblivion of sleep

 

You are the shadows of the past

and the lights of the future

 

Let me look into the eyes of the cruel and tender,

of the shy and bold

of the silent and shouting one

 

You make me feel like a two years old girl

left alone outside in the cold rain

to whom you say,

before you close the door,

“find a way to dry yourself,

find a way to warm yourself”

 

I was made of steel and fire

I was made by the pain of my never born child

I was made by snow tempest and chilling wind

 

I am bleeding flesh

I am a wild animal full of old wounds,

of which I bear the signs,

of which I bear the story

 

Not long time ago I was walking alone in the market of my village,

bearing a big stone in my heart,

feeling that there should have been another place, maybe far,  far away:

Another kiss

Another man

Another life

Another Home;

 

So I started to travel alone

and to save money  just for that purpose;

with my eyes wide open,

facing my fears one by one

 

The fears of a child born and grown

with the feeling of being inadequate anytime and anywhere,

with the convinction of having to ask for permission to exist,

who has been fighting with these demons through a whole life.

 

I was caught by a flung of jewels accross the ocean,

sea of emerald, beaches of gold and loneliness

 

Two times I walked alone for hours through the desert and along the ocean shore

and after one day I found you.

 

In a few minutes the dam was broken

and a huge waterfall of tenderness towards you overwhelmed me;

I knew, that day,  I would have never ever left that place for any reason in any way.

 

I was lost, finally

 

Thanks God I found you,

my pain and my relief

 

Every time you look at me

Every time you talk to me

Every time you touch me

I feel  you are giving me Gold

 

A part of me needs the time to take this Gold to the altar,

 leave it at the feet of God,

open the heart and pray a Thanksgiving

for you being in my life

 

When you don’t find me

sometimes I’m fighting with myself

but most of the times I’m there

at the feet of God

and I can’t avoid it

 

You don’t know how much I love you

 

 

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 22 Dicembre 2007 da messalina2007
 
Tag: visioni

Si passano anni

Evocando Nel profondo di noi stessi.

Con più o meno forza.

Consapevolmente o inconsapevolmente.

Cosa?

Persone, domande, situazioni.

A volte è più forte di noi e continuiamo a farlo ance se quasi non lo sappiamo.

Poi arriva un click

uno start

Ci liberiamo di qualcosa, cambiamo uno schema di pensiero.

Di solito capita da sè.

E le visioni iniziano a concretizzarsi.

Se le hai spinte con l'acceleratore al limite per anni

poi

il giorno che ti liberi

iniziano ad arrivare

incessanti

sempre più grandiose

All'inizio non ci credi

Poi inizi a riconoscere ogni sguardo

ogni colore

ogni potente energia

e sensazione.

A volte hai pure paura

della forza di ciò che hai evocato.

Sono regali, scherzi e messaggi

dell' universo

se così si può dire.

 

 
 
 
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