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come una pezza di seta molto sottile

Post n°23 pubblicato il 05 Aprile 2008 da messalina2007
 
Tag: senegal

Come ogni mattina esclusi week-end, i miei trenta chilometri in mezzo alla campagna sono attimi preziosi per accogliere i regali delle prime ore del giorno.

Oggi all'incrocio con quella strada che va verso le colline ho pensato a quel cane che una volta ho raccolto davanti al supermercato. Il cane si contorceva e pensavo stesse male. L'ho portato a casa con notevole dispiego di forze organizzative e logistiche per tenerlo al sicuro e nello stesso tempo fuori dal possibile contatto con i miei allora 5 gatti.

Il giorno dopo ho recuperato un guinzaglio e al ritorno dal lavoro ho iniziato la mia ricerca che mi ha portato a quella casa subito dopo l'incrocio.

I proprietari del cane mi hanno spiegato che lui fa sempre così, scappa, poi fa finta di stare male così gli capita qualcosa di nuovo e rompe la noia. Insomma il cane mi aveva preso per il culo. 

Pensiero trasversale immediato. Una cosa così, capitasse in Senegal, sarebbe motivo di instaurare un legame umano di qualche tipo con i proprietari del cane. Sarebbe stato ovvio e naturale. Ci sarebbe stato il tempo perchè essi mi invitassero in casa cinque minuti per ridere un po' dell'accaduto, per offrirmi un caffè. Io mi sarei ricordata delle loro facce e magari pure dei loro nomi e li avrei salutati incontrandoli per il paese e loro avrebbero salutato me.

Forse una volta era normale anche qui da noi. Ora, da tanto tempo, non più. 

Siamo diversi. Abbiamo bisogno di "avvertire prima", anche quando abbiamo voglia di andare a trovare qualcuno solo perchè passiamo di lì. Abbiamo bisogno di un tempo "x" per mascherare un poco la nostra umanità, anche se si tratta di amici che sanno tutto di noi.  

Così nessuno suona alla porta all'improvviso, nessuno "disturba", nessuno ti coglie con l'accappatoio e i bigodini in testa, nessuno ti coglie con la casa in disordine, nessuno ti coglie in un momento buio o in mezzo a tante cose da fare. Così nessuno è autorizzato a vederci per quello che siamo nella nostra palese e semplice umanità. Così nessuno ci conosce davvero. Così non siamo realmente "intimi" con nessuno. Il miglior motivo possibile per cui vogliamo vedere qualcuno si perde in mille surrogati.  

"Mi interessi tu, perchè tu sei tu con i tuoi bigodini in testa e con il tuo nervosismo, vorrei suonare alla tua porta senza avvertire, perchè mi importa solo di passare del tempo insieme, in qualunque stato tu sia, qualunque pensiero tu abbia, qualunque cosa tu stia facendo. Mi interessa che tu sia libero in mia presenza perchè io sono umano tanto quanto te e vorrei che anche tu venissi a casa mia e suonassi alla mia porta senza prima avvertire" 

Pensiero trasversale.

C'è una differenza sostanziale tra avere capito una cosa e averla interiorizzata.

Ora, grazie al Senegal e a Dio, io ho sperimentato questo modo di vivere le relazioni umane nella loro essenza, nella loro disarmante bellezza. Avrei potuto non vedere nulla, perchè questo "senso" non mi è stato spiegato, ma mi è stato fatto respirare. Si materializza in intuizioni e pensieri nel tempo, per esempio passando davanti ad un incrocio in una mattina di aprile. E le semplici parole: "sii naturale, andrà tutto bene" si rivestono di un valore altissimo che scalda il cuore, lo solleva...come una mano gentile che ti tocca la testa e ti toglie un mal di testa che non sapevi neppure di avere.

Qualunque "modo nuovo", qualunque rivelazione sorga ai nostri occhi e ci faccia sentire più vicini a noi stessi di quanto siamo mai stati, ha comunque bisogno di passare attraverso ciò che siamo sempre stati, attraverso ciò a cui, nostro malgrado, siamo stati addestrati. 

E più il tempo in cui siamo in contatto col "modo nuovo" sarà breve - benché intenso -, più il processo di trasformazione sarà lento e difficoltoso benché irrimediabilmente destinato a compiersi. 

La trasformazione non viene dalla ragione, neppure dal cuore, opera esclusivamente attraverso lo spirito. 

La materia dello spirito è quasi impalpabile, come una pezza di seta sottilissima che passi tra i polpastrelli per intuirne la trama,

La materia dello spirito viaggia su pochissime parole, tra le quali "vorrei sapere come ti senti".

Si può paragonare anche a una luce molto molto piccola al centro del cuore, che si accende ogni volta queste piccole piccole parole la raggiungono.

 

 
 
 
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