La storia infinitaPer Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri. |
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Forse le donne non sono mai state considerate perverse perché le loro perversioni non sono state cercate là dove si annidano. Sulla scorta di una ricca esperienza clinica, di testi letterari, di epistolari e biografie famose, senza escludere gli inquietanti materiali di prima mano offerti dalla cronaca nera, la Kaplan dimostra con acutezza e spericolata originalità un teorema all'apparenza semplice: la perversione è un meccanismo che permette di sopravvivere all'orrore di quella perdita originaria che la nostra cultura infligge a ogni essere sessuato del momento in cui lo piega alla schiavitù dei ruoli sessuali di genere. Se è dunque vero che determinate perversioni sono specificatamente maschili (voyeurismo, pedofilia, feticismo, esibizionismo ecc.), una serie di altri comportamenti (cleptomania, anoressia, piccole mutilazioni, sottomissione estrema) non solo sono tipicamente femminili, ma vanno annoverati senza mezzi termini tra le perversioni e come tali decifrati. Louise J. Kaplan |
Qui lo dico e qui lo nego ... ma tutte le gentili signore o signorine che nei loro blog o post espongono immagini soft di uomini nudi, abbracciati a giovani donne od in posizioni amorose che inducono a pensare ad una sessualità romantica, normale, familiare non fanno altro che esporre il corrispettivo maschile di una immagine pornografica stile "Youporn" con la sola differenza di una visione solo femminile . Bastiano Baldassarre Bucci |
Quando Zenone si presentò per essere accolto nella scuola cinica, il maestro Cratete lo invitò ad accompagnarlo per una passeggiata in città, e lo pregò di aiutarlo a portare un grosso vaso pieno di lenticchie cotte, che Zenone si caricò tra le braccia. Davanti a molti passanti Cratete, con un colpo di bastone, spaccò il vaso, il cui contenuto sommerse l'aspirante discepolo. Non sappiamo quanto Zenone sia arrossito di vergogna, ma sappiamo che apprezzò questa "terapia", divenne allievo di Cratete e, più tardi fondò la Stoà, o scuola stoica. I cinici avevano capito che la paura sociale è l'ostacolo che impedisce la realizzazione di sè e non permette lo svipluppo della spiritualità, che consiste nel dialogo libero e profondo con se stessi e con gli altri. La parolona "realizzarsi" indica la fine della dipendenza da ciò che gli altri possono pensare di noi, la fine del conformismo coatto: è la liberà di vedere la vita con i propri occhi, rispettando tutto e tutti in un mondo di individui che convivono, anziché essere solo elementi di un gregge. L.D.S |
Inviato da: Porfirio_Della_Ripa
il 27/03/2013 alle 15:35
Inviato da: marjka_1969
il 06/01/2012 alle 11:58
Inviato da: arysound2
il 17/12/2010 alle 13:40
Inviato da: nef35
il 05/12/2010 alle 22:52
Inviato da: Pitagora_Stonato
il 26/11/2010 alle 11:16