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Cirano Ercole Saviniano Signor di Bergerac, Che in vita sua fu tutto e non fu niente!
Post n°230 pubblicato il 23 Gennaio 2014 da Miliziano1
Ecco, ed io gitto con grazia il cappello, poscia comodamente, pian pianino, mi libero del mio vasto mantello che mi attabarra, e lo spadon sguaìno. Di Celandone più gentil, più fino di Scaramuccia al gioco dello stocco, vi prevengo, mio caro paladino, che giusto in fin della licenza io tocco. Meglio v'era tacer, signor mio bello! Dove t'infilzerò, dimmi, tacchino? Sotto il giubbetto, al fianco, ti sbudello? nel cuor, sotto l'azzurro cordoncino? — Volteggia la mia punta: un moscerino! Tintinnano le cocce, odi che schiocco! Sì, certamente... in mezzo del pancino, giusto alla fin della licenza io tocco! Mentre io vò in cerca di una rima in ello... tu rompi, bianco come un pannolino! Vuoi forse darmi la parola: agnello? — Tac! e la punta io paro onde il festino ti pensavi di farmi, o malandrino! — Ecco: t'apro la via, — chiudo lo sbocco... Su, reggi bene, guattero, l'uncino! Giusto alla fin della licenza io tocco. Raccomàndati a Dio, bel principino! Ecco: io m'inquarto, io paro, io fingo, io scocco... Eh, là! prendi, piccino! Giusto alla fin della licenza, ho tôcco. |
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il 12/04/2014 alle 01:49
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il 03/04/2014 alle 11:43
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il 04/12/2013 alle 16:21
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il 03/05/2012 alle 14:00
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il 10/11/2011 alle 23:08