Creato da Miliziano1 il 07/12/2006

diario di viaggio

(pensieri ed emozioni)

 

 

L'inferno è dovunque

Post n°228 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da Miliziano1

Il templare rivolse uno sguardo interrogativo al poeta.

«Sono questi i colori dell'inferno?»

Era una domanda rispettosa, nonostante il suo paradossale tenore. Il poeta scosse il capo.

«L'inferno è incolore», disse. «Non ha luce.»

«E come si riconoscono le anime?»

«Sono loro che si fanno riconoscere, richiamando l'attenzione di chi passa con i loro singhiozzi nel vento freddo dei gironi... Si parla tanto del fuoco dell'inferno, ma io non ci ho trovato che gelo.»

«Ci tornerai?»

«Tutti ci tornano, se ci sono stati una volta... E se non ci torni, è l'inferno che viene da te. L'inferno non è un luogo, non è una galera qualsiasi, dalla quale si possa evadere dopo esservi entrati... E' dovunque»

 
 
 

Cielo di Scozia

Post n°227 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da Miliziano1

"... Lei lo baciò a sua volta, lungamente, passandogli entrambe le braccia dietro al collo. Poi, fissandolo con occhi che imploravano tenerezza, fece scivolare giù per la schiena le mani.

«Il mondo trabocca di sangue», disse, «e anch'io non chiedo altro... benvenuto nel mio inferno, amore»

«Nessuno ha un suo inferno speciale», dise lui, accarezzandola. «L'inferno non è né mio né tuo... E' di tutti»

«Sbagli, l'inferno è di chi se lo sceglie... E ognuno sceglie quello ch'è giusto per lui, perché lo conosce»

«O viceversa, è l'inferno che sceglie noi... Ma che cambia?»

Detto ciò la prese piano per la vita, facendola ruotare verso di sé, mentre lei, piegate leggermente le gambe, gliele stringeva contro i fianchi."

 
 
 

Parola di lupo

Post n°226 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da Miliziano1

Dov'è la felicità?....si trova in un canto, in un volo, in un bacio, in un sorriso...in ogni dove...basta saperla cogliere.

 
 
 

... dal passato

Post n°225 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da Miliziano1

Ab hominibus Cavae cave, quia dum te dicunt ave, te decipiunt suave suave!

[Guardati dai Cavesi, perchè mentre ti dicono "salute", ti imbrogliano soavemente]


Questo proverbio metteva in guardia i cittadini dei paesi limitrofi che stavano per concludere affari con i Cavesi, notoriamente molto furbi ed abituati alle trattative commerciali.

 
 
 

Se...

Post n°224 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da Miliziano1

"Se avessi un po' di vita anch'io vorrei passarla a modo mio, con te"

 
 
 

Io...

Post n°223 pubblicato il 31 Dicembre 2013 da Miliziano1

«La mia asocialità è una reazione chimica al contatto con la mediocrità diffusa, non è una scelta, è istinto di sopravvivenza»

 
 
 

27 dicembre 2013

Post n°222 pubblicato il 27 Dicembre 2013 da Miliziano1

"Per ogni creatura c'è un tempo felice da passare nel mare d'acqua

e uno ancora più lungo e felice da passare nel mare del cielo"

 
 
 

L'ultima notte

Post n°221 pubblicato il 22 Dicembre 2013 da Miliziano1

Il guerriero ammirò ancora una volta il profilo veneziano della cortigiana, e le sue forme rotonde sotto la seta della veste tagliata come una tunica. Il ricordo di quel bel corpo, percorso fino ai suoi segreti più intimi, gli provocava una sensazione di profonda nostalgia: carne tiepida, deliziosa, adesso irraggiungibile; e ora, al suo posto, una lontananza gelida e irrimediabile. Quell'abbandono rendeva difficile sopportare la necessità di uscire nel freddo della notte.

La cortigiana aveva alzato un po' la mano. Il guerriero la prese per un attimo nella sua, chinò il capo e vi posò sopra un bacio rapido, sfiorandola appena con i mustacchi

 
 
 

Chaha' oh - l'Ombra

Post n°220 pubblicato il 19 Dicembre 2013 da Miliziano1

Ogni uomo ha un fratello che è la sua copia esatta. E' muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui. Arriva nel giorno e scompare nella notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo lì, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai suoi comandi e senza la possibilità di ribellarsi. Sta disteso a terra perché glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perché non uò andarsene. Mai. Quest'uomo è la tua ombra, E' con te da quando sei nato. Quando perderai la vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai.

Cerca sempre di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere cosa è la vita.

 
 
 

Saggezza Navajo

Post n°219 pubblicato il 15 Dicembre 2013 da Miliziano1

"L'amore è fatto di pioggia.

Solo il vento sa quando e dove può arrivare.

Ma se la Terra ama gli uomini senza chiedere niente in cambio, allora un uomo su questa stessa Terra può amare una donna"

 
 
 

Impazienza, ammutinamenti e proteste

Post n°218 pubblicato il 07 Dicembre 2013 da Miliziano1

Segua la gente misera e avvilita,

dico dei capitani e dei soldati,

questo infelice genere di vita.

Quelli che al primo posto son schierati

muoiano per primi, salgano sul muro,

mille stendardi avendo guadagnati;

ché in Spagna voglio starmene sicuro,

e senza più combattere, protesto,

traditore sia io, falso e spergiuro.

I due che dire ciò avevano osato,

sei giorni fa, riscosse quattro paghe,

dopo aver con ragione mugugnato,

soltanto con le spade e con le daghe

a nuoto attraversarono un fossato

e fecero prodezze in quelle plaghe.

 

[Del maestro d'Armi e dottore in Lettere Andrés Rey de Artieda, che fu soldato]

 
 
 

Quando sarò capace d'amare

Post n°217 pubblicato il 04 Dicembre 2013 da Miliziano1

Quando sarò capace d'amare

mi piacerebbe un amore

che non avesse nessun appuntamento col dovere

un amore senza sensi di colpa

senza alcun rimorso egoista e naturale

come un fiume che fa il suo corso

senza cattive o buone azioni

senza altre strane deviazioni

che se anche il fiume le potesse avere andrebbe sempre al mare

Così vorrei amare.

 

[Giorgio Gaber]

 
 
 

Falco laqueo

Post n°216 pubblicato il 29 Novembre 2013 da Miliziano1

"Lei prese dal tavolo una candela. «Andiamo di sopra», disse «Ti faccio luce... Vieni»

Il templare la seguì su per le scale. E giunti che furono sulla porta della stanza la ringraziò sotto voce, in tono di commiato.

«Fammi entrare», mormorò lei, pianissimo. «Ti rifaccio il letto...»

Lui scosse la testa, con un sorriso malinconico.

«Te lo scaldo...» insisté lei, con un filo di voce. Senza sovrapprezzo»

«No»

C'era una pena sottile nello sguardo del templare, che rasentava il cedimento. Se ne rese conto e: «Mi dispiace», aggiunse, con una punta d'imbarazzo. «Davvero...»

Ma questo dovette ferire la locandiera più del rifiuto, perché gli volse indispettita le spalle, come per andarsene. Non fece però nemmeno un passo. Ci ripensò in un battito di ciglia e, giratasi nuovamente verso di lui, gli lanciò un'occhiata di sfida.

Lui ricambiò in tono interrogativo lo sguardo, conciliante, come per chiederle che cosa mai avesse in mente. Lei, senza rispondere, lo spinse con entrambe le mani verso l'interno della stanza. Con quella stessa risoluta violenza con la quale una donna, solitamente, respinge fuori dalla propria un malintenzionato.

«Siete delle bestie», inveì, non appena furono in camera, deponendo la candela su una mensola.

«Siete... chi?» chiese il templare, sgomento della situazione che andava profilandosi. «Di chi parli?»

«Di voi uomini», disse lei, tirandosi via il laccio che le stringeva il collo della tunica. «Siete delle bestie, sia quando c'imponete di sottostare ai vostri desideri che quando vi sottraete ai nostri...»

«Io, veramente, non ho mai imposto...» si schermì il templare, arretrando.

«Una violenza vale l'altra...» incalzò lei, lasciandosi cadere ai piedi la sopravveste a quadri. «Se tu ora fossi una donna, una viaggiatrice solitaria in terra straniera, non avresti nessuna possibilità di sottrarti al fuoco che hai provocato. Dovresti subire... Invece, da uomo, puoi prenderti la libertà di scegliere, di decidere se contraccambiare... o respingere... l'invito che ti viene rivolto. Solo perché hai la forza materiale per farlo... E non è violenza?»

Disse queste ultime parole moderando l'enfasi, quasi dolcemente, avvicinandosi a lui tutta bianca nella camicia che la ricopriva fino ai piedi, ultimo indumento rimastole.

«E' la forza... la forza, il vostro privilegio», continuò sottovoce, accarezzandogli le spalle e, poi, giù per le braccia, i muscoli e i polsi, le mani, le dita una per una. «La stessa forza che vi permette d'immobilizzarci e di oltraggiarci con la vostra lascivia, quando vi aggrada, vi dà licenza di respingerci e di oltraggiarci con i vostri dinieghi, quando non v'aggrada»

C'era del metodo in qeulla dialettica contorta, contro la quale il templare si dibatteva frastornato dentro di sé, inutilmente in cerca di una qualsivoglia buona ragione cui appigliarsi. C'era dell'apparente buonsenso in quel teorema insinuante, che con argomentazioni tutt'altro che astratte tendeva a snaturare in accenti di violenza il senso del suo casto rifiuto.

E c'era infine uno slancio accorato nelle parole della locandiera, un impeto di sincerità, che le rendeva quanto mai suadenti: «Le stesse mani che ci percuotono e frugano i nostri corpi contro la nostra volontà si tendono in avanti per allontanarci, sempre contro la nostra volontà, quando i vostri sensi sono indifferenti, placati...»

«I miei sensi... non sono indifferenti, non sono placati», disse piano il templare, stordito dalle sue carezze. «E' la mia anima ch'è altrove...»

«Allora non c'è nessun ostacolo tra noi», sospirò lei, sfilandosi su per il capo la tunica. «E' il tuo corpo che voglio, solo quello...»

«Ma io...» Disorientato e inerte, sforzandosi senza successo di trovare una qualsiasi verità da opporre all'avvolgente logica della locandiera, il templare non si avvide che lestamente lei richiudeva dietro di loro la porta.

«Tientela tutta per te la tua anima...» disse lei trascinandoselo a letto.

 
 
 

Francesco II di Borbone

Post n°215 pubblicato il 24 Novembre 2013 da Miliziano1

«Io sono Napolitano; nato tra voi, non ho respirato altra aria... i vostri costumi sono i miei costumi, la vostra lingua la mia lingua, le vostre ambizioni le mie ambizioni. ...ho preferito lasciare Napoli, la mia propria casa, la mia diletta capitale per non esporla agli orrori di un bombardamento. Ho creduto di buona fede che il Re di Piemonte, che si diceva mio fratello, mio amico... non avrebbe rotto tutti i patti e violate tutte le leggi per invadere i miei Stati in piena pace, senza motivi né dichiarazioni di guerra... Le finanze un tempo così floride sono competamente rovinate: l'Amministrazione è un caos: la sicurezza individuale non esiste... le prigioni sono piene di sospetti... in vece di libertà lo stato d'assedio regna nelle province... la legge marziale... la fucilazione istantanea per tutti quelli fra i miei sudditi che non s'inchinino alla bandiera di Sardegna... E se la Provvidenza nei suoi alti disegni permetta che cada sotto i colpi del nemico straniero, mi ritirerò con la coscienza sana... farò i più fervidi voti diprosperità della mia patria, per le felicità di questi Popoli che formano la più grande e più diletta parte della mia famiglia.»

 
 
 

Alla bella Partenope della sua giovinezza

Post n°214 pubblicato il 17 Novembre 2013 da Miliziano1

Ed io dissi a me stesso: non m'inganno:

questa città è Napoli l'illustre

le cui vie calpestai per più di un anno.

Gloria d'Italia, e pur del mondo lustro,

ché di quante città l'orbe rinserra

nessuna c'è che in tal modo l'illustri,

placida in pace, dura nella guerra.

 

del signor soldato Miguel de Cervantes Saavedra

 
 
 

16 luglio 1647 l'ultimo discorso di Masaniello

Post n°213 pubblicato il 27 Ottobre 2013 da Miliziano1

«Amice miei, popolo mio, gente: vuie ve credite ca io sò pazzo e forze avite raggione vuie: io sò pazze overamente. Ma nunn'è colpa da mea, so state lloro che m'hanno fatto'ascì afforza n'fantasia! Io ve vulevo sulamente bbene e forze sarrà chesta 'a pazzaria ca tengo 'ncapa. Vuie primme eravate munnezza e mò site libbere. Io v'aggio fatto libbere. Ma quanto pò durà sta libbertà? Nu juorno?! Duie juorne?! E già pecché po' ve vene 'o suonno e ve jate tutte quante 'a cuccà. E facite bbuone: nun se pò campà tutta a vita cu na scuppetta 'mmano. Facite comm'a Masaniello: ascite pazze, redite e vuttateve 'nterra, ca site pat' 'e figlie. Ma si ve vulite tenere 'a libbertà, nun v'addurmite! Nun pusate ll'arme! 'O vedite? A me m'hanno avvelenate e mò me vonno pure accidere. E ci 'hanno raggione lloro quanno diceno ca nu pisciavinnolo nun pò addeventà generalissimo d'a pupulazione a nu mumento a n'ato. Ma io nun vulevo fa niente 'e male e manco niente voglio. Chi me vo' bbene overamente dicesse sulo na preghiera pe me: nu requia-materna e basta pé quanno moro. P' 'o rriesto v' 'o torno a dì: nun voglio niente. Annudo so' nato e annudo voglio murì. Guardate!!»

 
 
 

21 dicembre 2011

Post n°212 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da Miliziano1

Che tu possa avere dei muri per il vento,
un tetto per la pioggia,
una tazza di the davanti al fuoco,
risate per rallegrarti, quelli che ami accanto,
e tutto ciò che il tuo cuore desidera...


(Benedizione gaelica)

 
 
 

...

Post n°211 pubblicato il 20 Novembre 2011 da Miliziano1

«La sola cosa che si possiede è l’amore che si dà»

Isabel Allende

 
 
 

Gandalf...

Post n°210 pubblicato il 12 Novembre 2011 da Miliziano1

«Non ho attraversato umiliazioni, lavori, cadute e sofferenza per poi arrendermi all'ennesima difficoltà che faccio fatica a superare»

 
 
 

Verità da condividere

Post n°209 pubblicato il 10 Novembre 2011 da Miliziano1

Gli uomini, se qualcuno gli fa un brutto tiro, lo scrivono nel marmo; ma se qualcuno gli usa un favore, lo scrivono sulla sabbia.

 
 
 

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