Post n°45 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
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Post n°43 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
Nei casi di biopic basati su vicende vere, è uso compiacersi se il regista non fa il santino del protagonista. In Milk, però, c'è parechio di più. Van Sant immerge lo spettatore in un perfetto contesto d'epoca, mischiando la pellicola nuova (trattata con colori anni '70, alla Woodstock) a riprese di repertorio, con l'aggiunta di idee originali: come lo split-screen, il mosaico visivo che suddivide lo schermo in tanti piccoli schermi, a restituire il corrispondente visivo del passaparola. Altro merito, quello di non enfatizzare o additare troppo gli elementi già forti del film: come la trasformazione della politica in spettacolo, per la quale gli anni 70 furono decisivi, o una sorta di fatalismo drammatico implicito negli eventi (alcuni degli amanti di Milk si tolsero la vita). Saggiamente, il regista sceglie la via del dramma a freddo, mentre delega l'implicita essenza melodrammatica alle note di Tosca, opera molto amata dall'attivista. Quanto a Penn, si cala nel personaggio con l'intensità dolente degli studenti del metodo Actor's Studio, tirando fuori la parte femminile che è in lui, come in ciascun uomo. |
"Se un proiettile dovesse attraversarmi il cervello, spero che almeno spacchi anche le porte dei ripostigli dove siamo rinchiusi", ripeteva spesso, un po' spaccone, un po' tenero, come era lui, Harvey Milk, il primo uomo nella storia americana che avesse vinto un'elezione politica ostentando il suo essere omosessuale. Fu profeta due volte, il figlio di un ricco commerciante di tessuti a New York, autoesiliatosi nella città che l'America perbenista e bigotta chiamava "Sodoma sull'Oceano", San Francisco: un proiettile di revolver - anzi, due - gli trapassarono la testa alla mattina del 27 novembre 1978 nel palazzo del Comune dove era assessore e proseguirono la loro traiettoria ideale schiudendo la porta dell'ipocrisia e della superstizione che aveva rinchiuso nell'amore "che non osa pronunciare il proprio nome", secondo la famosa definizione di Oscar Wilde, milioni di cittadini e cittadine americane. |
Post n°41 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
Milk è un film bello, importante, appassionante: e non soltanto perché è uno dei pochi in cui i gay non vengano rappresentati come vittime tragico-sentimentali o come personaggi comico-grotteschi. |
Post n°40 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da alessandrini_mario
Milk è un film raro per intensità, profondità, bravura degli interpreti. Un'opera che offre una fotografia perfetta degli Anni '70, mescolando fiction e documenti veri (nel 1984 Robert Epstein ha vinto un Oscar per il documentario The Times of Harvey Milk) e che concilia alla perfezione il cinema mainstream con un tema che ancora oggi divide la società, viste le reazioni di fronte alle richieste del riconoscimento dei matrimoni tra gay e della possibilità di adottare figli da parte delle coppie omosessuali. Milk è anche una grande performance di Sean Penn che non solo diventa il protagonista e, lui mito macho, assume tutte le sfumature di un gay dalla personalità così sfaccettata, ma dà al personaggio quella forza poetica e di verità che fa di Harvey Milk un simbolo di civiltà. |
IL PRIMO MINUTO DEL FILM
INTERPRETAZIONE DA OSCAR
IL GIURAMENTO DI MILK
CLIP IN ESCLUSIVA
IL TRAILER
SPOT RADIO
LE INTERVISTE
LE FOTO
I COMMENTI DELLA STAMPA
“Uno dei Migliori 10 film dell’anno” National Board of Review
“Magistralmente interpretato da Sean Penn" La Repubblica
"Saggio di bravura del grande Sean" L'Espresso
LA BIOGRAFIA
Harvey Bernard Milk (Woodmere, 22 maggio 1930 – San Francisco, 27 novembre 1978) è stato un politico statunitense, militante del movimento di liberazione omosessuale. Fu il primo consigliere comunale apertamente gay di San Francisco.
Emerse ben presto come un leader della comunità gay, fondando la "Castro Valley Association". Fu eletto supervisor (cioè consigliere comunale) nel 1977, risultando così il primo rappresentante eletto di una delle maggiori città degli Stati Uniti ad essere apertamente gay. In undici mesi da supervisor, si batté in difesa dei diritti dei gay. Harvey Milk venne assassinato il 27 novembre 1978 all'interno del Municipio, assieme al sindaco George Moscone, dall'ex consigliere comunale Dan White.
Un corteo spontaneo a lume di candela per la memoria di Milk e Moscone attirò migliaia di persone, decorato con bandiere arcobaleno. Milk, consapevole del rischio che correva, aveva registrato numerose audiocassette da ascoltare in tale evenienza. In una di queste registrazioni sono immortalate le sue famose parole:
"Se una pallottola dovesse entrarmi nel cervello, possa questa infrangere le porte di repressione dietro le quali si nascondono i gay nel Paese"