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Post N° 798

Post n°798 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da mimbulus

Adesso, invece, veniamo alle cose Grandi.
A quelle Importanti.
A centinaia di chilometri macinati in più o meno ventiquattro ore.
Veniamo al sole, ad un panino dell'Autogrill mangiato in macchina.
Veniamo alla quantità assolutamente insalubre di caffeina tracannata quasi senza soluzione di continuità e sotto svariate forme.
Io&Te.
Come scritto nel cd che mi hai chiesto di lasciarti, senza sapere che era fin dall'inizio destinato a te.
Tu che mi ricordi che non ci facevamo un viaggio insieme da quei giorni pazzeschi di tanto tempo fa.
Io che non me l'ero dimenticato, al punto di averlo preparato, questo cd, apposta per questo viaggio, scegliendo buona parte delle Nostre canzoni di quei giorni Lì...
Quando, giorni fa, mi hai chiamata e mi hai chiesto di partire con te, ero piuttosto sicura che, alla fine, non se ne sarebbe fatto più niente.
Non perchè malfidata, ma perchè profonda ed attenta conoscitrice di...te.
Di te, che ti lasci sempre travolgere dall'onda del momento, dalle emozioni dell'istante.
Di te, che potresti decidere di attraversare il mondo a piedi, per poi cambiare idea l'istante successivo.
Poi mi hai detto Si parte. Ed io ho detto a Paolo Partiamo.
L'ho tranquillizzato la sera prima, l'ho rassicurato che non ci sarebbero stati viaggi a 150 km all'ora, ubriacature inopportune, rimorchi di sconosciuti nelle stazioni di sosta o fughe verso Panama su di un transatlantico (questo no, non gliel'ho detto, lo scrivo giusto per Noi, piccola mia... ;))...
Insomma, dopo aver spedito il mio prode cavaliere a casa sua, sono andata a nanna, pronta per essere operativa il mattino seguente.
Sveglia tranquilla, ad un orario umano, visto che la partenza era prevista non prima di mezzogiorno. Doccia, colazione, borsa con il necessario ed attesa.
Fino alla chiamata. Via. Sorridente. Pronta ad andare.
C'è il sole. Tanto sole. Che non scalda, non ancora, ma illumina e su di Noi, e sulle Nostre chiacchiere, ci sta che è un incanto.
Perchè dobbiamo recuperare, dobbiamo ricostruire, dobbiamo cercare fra le macerie di quel Noi distrutto quel che, invece, è rimasto ancora buono, che si potrebbe provare a riutilizzare...e poi dobbiamo scegliere cosa buttare, cosa tenere, cosa di nuovo ci serve e dobbiamo trovare...
Quasi come una sposa: qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato e qualcosa di blu. Di blu, in questi due giorni, ne abbiamo avuto a volontà, ed è già un ottimo inizio.
Perchè non è più come prima, non può essere come prima, però Noi possiamo andare avanti, possiamo rinascere e continuare a crescere e cambiare e sbagliare, ma sempre l'una accanto all'altra.
In me, sento ancora forte la Paura, a volte ti ascolto con fare circospetto, ho ancora il timore di dover capire poi da sola il senso e la natura di qualunque cosa tu mi dica.
Ma adesso non sono più stanca di farlo, e non lo sento più come un dovere, come una difesa necessaria...adesso è solo un fastidioso riflesso condizionato che, nel mio intimo, combatto e contrasto...
E mi porti al mare. All'unico mare che ho amato.
Non mi è mai piaciuto il mare, la spiaggia, non ci ho mai trovato niente di romantico, niente di divertente, niente di rilassante, niente di profondo e spiritualmente stimolante.
Ma quello...Quello è La Nostra, seppure breve, unica vacanza insieme, di quasi 7 anni fa...E' fare la valigia e salire su di un treno la mattina dopo l'orale della maturità, scendere dal treno e rannicchiarmi nel tuo abbraccio...
Io a salvare Te, Tu a salvare Me...
In Quel mare io sono stata Felice, ho riso, ho giocato, sono stata a mollo per ore ed ore, mi sono ustionata ed ho telefonato a Filippo, da un telefono a gettoni, che in riva a quel mare mi ha comunicato il voto con cui quello schifo di gente aveva deciso di farmi diplomare...
Tre giorni fa tu mi hai riportata di fronte a quel mare.
 Quasi non me l'aspettavo, davvero. Quasi non ci pensavo.
Poi ho cominciato a riconoscere una strada, una curva, un passaggio a livello.
Sabbia. Impronte. Tracce. Qualche persona alla ricerca dei primi raggi di un sole un po' più tiepido.
Passeggiamo. Tu che raccogli conchiglie che io fotografo.
...poi, però, non resisto, non ce la faccio, è più forte di me...via le scarpe, i jeans tirati su ed i piedi nell'acqua.
Acqua fredda, ancora troppo fredda, ma non mi interessa, sono felice, tu che non mi puoi imitare mi guardi e sorridi, ed io sguazzo, ed urlo perchè è talmente fredda che quasi non me li sento più, i piedi, e continuo a scattare fotografie e vorrei che fossero tutte magnifiche, e perfette, per poter conservare intatti la luce ed i colori di quegli istanti...
...e ti ringrazio di avermi resa una bambina felice, ci abbracciamo, e mi viene da ridere al pensiero che, per l'ennesima volta, qualcuno, lì intorno, avrà pensato chissà cosa, di quelle due ragazze che si stringono in quel modo...ma ormai ci siamo abituate, no? ;)
Una piccola sosta in una casa diventata ormai per me irriconoscibile, ed usciamo per lo spiacevole impegno per cui abbiamo percorso 350 chilometri, ed altrettanti ne affronteremo al ritorno.
I tuoi amici, le persone di cui ti sento raccontare praticamente da una vita, la veste viola di un prete, un nome pronunciato di sfuggita...
Quando le persone interessate mi vengono presentate, lì, in chiesa, mi sento mancare il respiro per un istante.
Cosa devo dire?
Devo dire "piacere"? No, non è un piacere, non in questo momento, non così.
Devo dire "condoglianze"? Questi due ragazzi non si sentono dire altro da giorni, da chiunque e in qualunque momento.
Così, alla fine, non dico niente, occhi bassi e stretta di mano veloce ed imbarazzata.
Poi, quando è tutto finito, usciamo fuori.
E guardo quei due grandi occhi neri, e rimango senza parole.
Per il Coraggio, per la Forza, per la Dignità infinita con cui sta affrontando tutto quello.
E sì, anche - probabilmente soprattutto - perchè una delle persone a cui voglio più bene al mondo, poco più di un anno fa ha vissuto lo stesso, identico Dolore.
Ritrovo, in quel momento, lo stesso Amore, gli stessi sguardi che vorrebbero avvolgere e proteggere. 
Quello stesso modo di Essere Presenti e preparati, pronti ad attutire la caduta, nel momento in cui avverrà - perchè avverrà - ma, al tempo stesso, senza soffocare, lasciando il giusto spazio ed il giusto tempo.
Ecco: il giusto tempo. E se quello era stato il tempo del silenzio, poi è arrivato il tempo del sorridere e del ridere e del non pensarci, almeno per qualche momento; il tempo della pizza, dei lampascioni ;)), delle M&M's e della pinnacola...
Persone che mi vedevano per la prima volta e che mi hanno fatta sentire del tutto accolta e benvenuta...
Persone che, al momento della partenza, mi hanno fatto sentire come realmente sinceri quei ripetuti Torna a trovarci e La prossima volta che scende, scendi anche tu...!
Un abbraccio particolarmente sentito e che porterò a lungo nel cuore...
...ed è di nuovo macchina, di nuovo strada, di nuovo musica che esce piano dallo stereo, tappe alle stazioni di servizio, caffè su caffè per farci forza a vicenda...e te che dormi e non dormi sul sedile accanto, mentre io cerco di fare del mio meglio per riportarti a casa anche se al volante di una macchina completamente diversa dalla mia (però i comandi al volante dello stereo li ho imparati subito a gestire, eh! ;))...
Arrivare dopo ore ed ore, stanche, sfinite, consumate...credo anche che tu mi abbia telefonato, ieri sera, ma ne ho solo un ricordo vago ed indistinto...
Ti regalo buona parte delle tante foto scattate in spiaggia, piccola mia.
Che possano essere anche per te il ricordo dell'inizio di un nuovo Noi.

 
 
 
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