Creato da splendore07 il 06/12/2011

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DISAPPOINTMENTS

Post n°54 pubblicato il 24 Settembre 2012 da splendore07

Ogni delusione è un mattone che aggiungiamo al muro delle nostre difese.

Piu' le delusioni sono profonde,piu' i mattoni si appesantiscono fino ad assumere la forma di veri e propri blocchi di pietra simili a macigni. Fortezze inespugnabili  dentro le quali ci arrocchiamo per proteggerci dal mondo esterno.

Quando le uniche certezze che abbiano valore -quelle del cuore- vacillano e tutto intorno a noi sembra crollare miseramente ,quando a deluderci sono persone che mai avremmo pensato sarebbero state capaci di farlo,quando il cuore gronda per lo strazio,diventiamo così impenetrabili da non permettere neanche all'aria di filtrare.

(Splendore)

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Ricevuto in data 03/10/12 @ 19:35
Vorrei sempre essere altrove, nel luogo dove sto fuggendo. Solo nel tragitto tra il luogo che ho ...

 
Commenti al Post:
omnamahshivaya0
omnamahshivaya0 il 24/09/12 alle 23:08 via WEB
Io so che prima o poi scavalcherò le mura costruite intorno al Cuore. Lo so perchè l'Amore può farlo in un attimo. E tra i mattoni, la luce filtra già...Ti abbraccio. Splendida serata. Michele
 
 
splendore07
splendore07 il 28/09/12 alle 13:12 via WEB
Difficile scavalcare,abbattere quel muro. Dici bene,l'amore puo' farlo in un attimo, ma è merce rara e quindi estremamente preziosa.L'amore è forse l'unica "cosa" che non puoi trovare, cercandola. Devi solo lasciare aperta la porta, o perlomeno, cercare di trovare la forza per riaprirla,dopo che un vento impetuoso l'ha chiusa con violenza e tu hai inchiodato assi,per trovare rifugio alla forza dell'uragano,per impedire di esserne travolto,aspettando che i venti di burrasca e la pioggia battente cessi.E che un raggio di sole, "buchi" il nero minaccioso del cielo
 
ottamoccacs
ottamoccacs il 25/09/12 alle 14:11 via WEB
<<Una serie di esperimenti dimostra che la sensibilità alla numerosità è presente anche nei bambini in età prelinguistica. A tal proposito..uno degli studi più sorprendenti è fornito da Wynn (1992). Bambini di circa quattro mesi e mezzo sono posti nelle seguenti condizioni sperimentali: di fronte a loro è posto uno schermo dietro il quale viene nascosto un primo oggetto..ad esempio un topolino di pezza. Poi se ne introduce un secondo. A questo punto ai soggetti vengono suggerite due situazioni differenti: una volta lo schermo si alza e sono presenti tutti e due i topolini; un'altra invece lo schermo si solleva ed è presente un topolino solo. Attraverso il calcolo dei tempi di fissazione oculare..emerge che il bambino guarda più a lungo la situazione "meno logica"..quella in cui c'è un solo topolino e non due come il calcolo numerico imporrebbe. questo comportamento potrebbe significare che il bambino guarda sopratutto la configurazione il cui risultato è sorprendente poichè delude le aspettative.>>

Questo che ti ho apposto è lo stralcio di una casuale lettura di un libro che ho comprato proprio ieri..
e che ho aperto casualMente dopo che ti ho letto..e dopo che avevo già una mia tesi su quel che ho letto.
Non so per quale istinto l'ho aperto..e saltando alla pagina 180 del suddetto libro..
(mi succede spesso che curioso vado al leggere pagine a random per vedere se vale la pena di continuare a leggere quello che fin'ora ho letto)
e trovo che sincronicamente la magia che per me non è apparente mi ha fornito parole extra..
per ricollegarmi a quel che hai scritto.
Io la chiamo magia sincronica e non è quella che molti si aspettano dal prossimo..
nessuna apparizione divina o..incantesimo fatato..
è semplicemente la magia umana che affiora nei più predisposti..
e se in questo momento ti stai domandando come mai sta magia non la vedono tutti..
io ho anche una tesi su questo.

La magia è una cosa a cui bisogna essere preparati senza la costruzione di suddetti mattoni che occludono molte visuali..
e forse se molti non la vedono è appunto perchè è una magia.
Se la vedessero tutti allora forse sarebbe uno show! :))

Sai bene che io come ti ho scritto in precedenza non certezze anche se mi sento uomo con tanta fede.
Sembrerebbe un pò controverso..e tu mi insegni che il mio dire a volte non è facile da capire..
o meglio sono abbastanza complicato nello spiegarmi..ma purtroppo non ho il dono della sinteticità!
Non sono d'accordo con il tuo esposto perchè descrivi un contesto che alla lettura sembrerebbe comune a tutti..
e invece nel mio caso non funziona cosi.
Come funziona non è facile da spiegare e tal proposito mi viene in mente una poesia chiamata "gioventù"
che purtroppo non sono riuscito a trovare in rete per potertela appuntare..
e mi riservo di mandartela appena possibile attraverso le vie che ci hanno gia visto leggerci e scriverci!
 
 
splendore07
splendore07 il 01/10/12 alle 12:35 via WEB
E' sorprendente sia lo stralcio di una pagina del libro che stai leggendo e il fatto che si possa ricollegare all'argomenro del mio post.Se neonati guardano la situazione meno "favorevole",forse significa che la tendenza è a visualizzare una situazione di solitudine,già presente forse a livello inconscio, considerando l'età.Il fatto che tu apra a caso un libro e abbia la possibilità di trovare riposte,è un altro accadimento raro. Anche a me capita con un libro nuovo, di aprirlo a caso a metà od oltre, e leggere una pagina, del punto dove le dita lo hanno aperto,ma non ricordo di aver mai trovato riposte che avessero potuto applicarsi alle mie domande "esistenziali" del momento. Affascinante la tua "teoria" sulla magia che certe persone emanano, e che solo chi è predisposto senta.Andrebbe approfondita!Sono vibrazioni che mettono in comunicazione "anime gemelle"quelle che hanno lo stesso modo di percepire. Il mio modo di esporre l'argomento è quello di usare il plurale,non parlo mai in prima persona. So che quella "visuale" non è condizione estesa a tutti, ma credo che molti ci si possano ritrovare. Le certezze sono la "cosa" piu' difficile da avere,ed in cui credere, è un "esercizio" difficile, ma l'essere supportato dalla fede, aiuta, è sorta di compensazione
 
LunaRossa550
LunaRossa550 il 26/09/12 alle 23:19 via WEB
Mattone su mattone si costruiscono dei muri che “proteggono” da intrusioni esterne, ma l’unica cosa che riescono davvero a fare questi muri è imprigionarci ed impedirci di riprendere a respirare aria fresca. Dovremmo imparare ad abbatterli, uscire con coraggio e continuare a "viverci", con le nostre paure ma anche con tanta voglia di superarle.
E se le certezze del cuore vacillano al punto di sentire il cuore straziato , dovremmo convincerci che il cuore, che è che un muscolo, necessita invece di tanta aria fresca per pompare sangue e ridare energia vitale.
Coraggio…
 
 
splendore07
splendore07 il 01/10/12 alle 12:55 via WEB
Non sto passando un periodo "esattamente" positivo della mia vita.Periodo che purtroppo si sta trascinando da troppo tempo. Con un susseguirsi di soli o quasi accadimenti negativi,che ancora non si sono risolti.la vita sa essere crudele,e il leggere che la stessa elargisca ciò' di cui si abbia bisogno,che la vita non sia avara,nè creudele ma solo a favore della vita stessa,mi sembra-almeno nel mio caso-una dolorosa presa in giro. Sono convinta che le tante delusioni,umiliazioni ti portino sorta di fragilità e di pessimismo, ai quali è diffilcile reagire,invertendo la tendenza. A volte mi capita di pensa re che forse ho imboccato quella fase dell'esistenza, dove la vita smette di "dare" e solo "prende". Non mi rifrisco alle paure che pure sono presenti, ma alle delusioni,difficili da superare,e che comunque una volta fatto lasciano una "visione" diversa della vita e del modo di affrontarla.L'isolamento diventa sorta di protezione,sorta di "stacco" di stop dalla vita stessa e dal carico di dolore e frustrazione, in attesa di poter premere nuovamente il tasto "restart",dopo aver premuto quello di "reset"che richiede coraggio,tempo,perseveranza. Isolamento come tempo necessario per "guarire" il cuore ferito,condizione necessaria,affinchè si possa abbattere il muro,e tornare con ritrovata fiducia a vivere, non solo ad esistere,condizione ben diversa
 
   
LunaRossa550
LunaRossa550 il 03/10/12 alle 23:02 via WEB
Capisco bene cosa vuoi dire. Quando tutto sembra accanirsi contro di te, sentir parlare di reagire o parlare di cose positive, risulta quasi una presa in giro.
Sai però che non è così.. prendi i nostri messaggi come messaggi d'incoraggiamento e di solidarietà.
E non pensare che la vita si stia accanendo con te perchè un giorno, spero non in là nel tempo, capirai che non è così.
Un abbraccio
 
     
splendore07
splendore07 il 05/10/12 alle 13:04 via WEB
Grazie Laura.So che anche la parola scritta,puo' avere la sua "forza",forse un po' meno di quella "parlata". Leggendo i vs. commenti,almeno per un momento,i pesi sulle spalle si alleggeriscono, e un piccolo sorriso,mi increspa le labbra. Avvenimenti negativi,caratterizzano la mia vita da un decennio. Sai è quella situazione dove fino al giorno prima,potevi godere di un relativo benessere,serenità,pace, prospettive,certezze. Poi in un attimo tutto quello di cui sopra è venuto a mancare. perdita di lavoro (che ancora sussiste dopo diversi anni)lutti,malattie serie, mi hanno lasciato sorta di rabbiosa impotenza,anche se non si è trasformata ancora in rassegnazione, ma non so ancora per quanto.E' la mancanza di prospettive,l'azzeramanto di tutte le certezze che ti porta ad essere frustrato,umiliato ( il dover chiedere qualche soldo per tirare la fine del mese,è devastante). La rabbia,l'impotenza che deriva dal cercare senza arrendersi un impiego e il trovarsi con promesse, Illusioni che puntualmente si trasformano in disillusioni.Credo che ce ne sia abbastanza per essere in ginocchio. Spero che la fiammella,invero piccola,che arde ancora in me da qualche parte, non si spenga e che nonostante tutto io non smetta di credere che la tempesta,e la mia è di quelle che ha spazzato via quasi tutto,finisca e che un raggio di sole,possa fare capolino, in un cielo da troppo tempo coperto di nubi nere e minacciose
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/09/12 alle 23:25 via WEB
Avevo letto il tuo post nei giorni scorsi e son ritornato a rileggerlo sperando di afferrane il giusto significato. Le "delusioni profonde" immagino siano riferite a rapporti e sentimenti importanti ed essenziali per la nostra esistenza e quando essi si trasformano in "macigni" per noi mi chiedo se non lo diventino, contestualmente, anche per coloro che ci hanno delusi e, come in una scacchiera a catena, trascina verso l'abisso entrambi. Potrebbe capitare, cioè, che mentre noi cerchiamo di arroccarci per la nostra legittima difesa l'altra parte l'abbia, a sua volta, già fatto vivendo, forse anche in anticipo, le stesse sensazioni. Allora, forse, sarebbe da forti, con tutte le nostre debolezze, lanciare un segnale in più per offrire un'altra occasione per un possibile riscatto. Spero che ciò possa sempre verificarsi. un saluto, M@.
 
splendore07
splendore07 il 01/10/12 alle 13:13 via WEB
Sì sono delusioni derivate da affetti.Persone sulle quali forse si era fatto troppo affidamento, si era investito troppo,le si erano in qualche modo idealizzate,attribuedo loro,"qualità" e "vitu'" che abbiamo solo voluto vedere,ma che in realtà non esistono.Troppe volte ci si aspetta qualcosa da persone che si rivelano "specchi" opachi che nulla riflettono,e che quindi nulla hanno da offrirti.Insomma tu dai e quello che ricevi in ritorno sono cattiverie,umiliazioni il piu' delle volte gratuite.Non so individui del genere possano provare la stessa sofferenza che infliggono e che adottino,ancor prima di noi, l'arroccarsi dietro quel muro costruito a difesa.Il discorso diventa complesso e il poco spazio a disposizione,mal si presta a piu' profonde disquisizioni. Spesso (esperienza personale)il fare il primo passo, verso una proposta di riappacificazione,l'offrire la nostra disponibiltà per appianare e risolvere le offese non sortisce nessun effetto. La parte che ferisce, tende a rimanere sulle proprie posizioni.E allora il ritrovare il dialogo è impresa ardua. Anche se sono convinta che valga sempre la pena "non abbassare la guardia"e si ci si crede,fare il possibile per "ritrovarsi"
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/10/12 alle 16:49 via WEB
Le nostre "delusioni affettive" sono certamente fra le più difficili da gestire in quanto siamo <<parti in causa>> e, quindi, istintivamente portati ad essere un po' più generosi con noi rispetto agli altri. A volte anche una opportuna gestione di "silenzi assordanti" può offrire alla controparte una delle occasioni cui mi riferivo nel precedente commento. Nella mia realtà mi è sembrato di osservare che con questo metodo si siano sbloccate delle situazioni che altrimenti sarebbero sprofondate nel tenebroso oblio. In pratica come se fosse intervenuto, in queste limitate occasioni, un mediatore invisibile. Ciò detto anch'io credo che il limite di sicurezza difensivo che si sceglie per sopravvivere dignitosamente sia, comunque, da considerare invalicabile. un saluto, M@.
 
   
splendore07
splendore07 il 03/10/12 alle 13:02 via WEB
Immagino che la gestione di "silenzio assordante" sia riferita ad un distacco "costruttivo", di entrambe le parti.Un silenzio "rigenerante" che possa far "vedere" l'"offesa" sotto un altro punto di vista,con piu' serenità e con un atteggiamento, che porti un coinvolgimento minore, dato dall'assenza di fiumi di parole che alimentano le incomprensioni,il livore,e che si continuano a riversare sull'altro,nella forse vana speranza che il molto parlare,possa portare qualche spiegazione in piu' atta alla soluzione del "conflitto". Personalmente,ho difficoltà ad accettare il silenzio,perchè lo ritengo -a torto- forse-solo la fine definitiva del "rapporto" e come tu dici, lo scivolamento verso un oblio, senza ritorno.Mentre invece puo' essere solo una pausa rigenerante,per stabilire se effettivamente quel "rapporto", non vogliamo che finisca,e che sia comunque "degno" di essere "salvato". E questo lo si puo' solo capire con "l'assenza" dell'altro.Quando lo "strepitio" delle voci-entrambe- termina,possiamo analizzare e vedere con altri occhi l'accaduto.Cessa il "condizionamento" quella sorta di abitudine, che si intaura con l'altro, con la reciproca frequentazione.Il "silenzio" come occasione di valutazione,alla quale far seguire,un "rapporto" nuovo,un "nuovo" desiderio di tornare a frequentarsi.
 
ladymarianna0
ladymarianna0 il 02/10/12 alle 02:53 via WEB
Alimentiamo illusioni, nutriamo ASPETTATIVE pur consapevoli (spesso)che non potranno essere soddisfatte. E sono soltanto i nostri bisogni a indurci a farlo, desideri a senso unico che vorremmo condividere... che altro non sono se non OMBRE che ci impediscono di vedere ciò che si annida nel profondo dell'altro, che distolgono dalla realtà... e si diventa ciechi e sordi...
Allora alziamo barricate per proteggerci, erigiamo muri, indossiamo corazze, maschere... insomma ci abbarbichiamo alla delusione e al timore di farci male come il muschio sulle rocce...
Non dico nulla di nuovo, lo so bene, questo è un comportamento ormai consolidato... mi domando però quanto siamo leali con noi stessi? Ci hanno ferito gli altri deliberatamente o abbiamo cullato noi false speranze?
Siamo disposti ad accettare il dolore, il risentimento, la frustrazione per la fiducia o le spettative tradite?
Credo che l'accettazione sia necessariamente il primo passo verso il superamento della delusione, dopo di che davanti a noi troveremo due vie: quella del perdono e della riconciliazione e quella del rancore e della vendetta... In questa seconda ipotesi permetteremmo a coloro che ci hanno deluso di esercitare ancora (e sottolineo ANCORA) potere su di noi.
Difendersi dal dolore preclude l'opportunità di accogliere anche il BENE e ciò che di positivo può accaderci, complicando il nostro modo di relazionarci e manipolando in pratica la nostra vita, privandola di autenticità, di curiosità, di entusiasmo ... fatto che reputo inaccettabile...
Ti abbraccio fortissimo cara Giò... notte, Monica
 
 
splendore07
splendore07 il 07/10/12 alle 13:13 via WEB
Saggia Monica,come non darti ragione? Vero,spesso è solo il bisogno che ci muove. Cerchiamo qualcuno che riempia il nostro vuoto,e cerchiamo "qualcosa" che quel "qualcuno" non sa darci.Le nostre illusioni,aspettative,sono solo a senso unico,così come il nostro "dare",anche se dovremmo imparare a dare ed amare,senza aspettarci nulla in cambio.Ma questo fa sì che ci si "affezioni"a quello che le persone dimostrano essere,e non quello che in realtà sono.Nonostante il processo di conoscenza lungi dall'essere immediato,richiede parecchio tempo.Come dice Aristotele,si decide in fretta di essere amici,ma l'amicizia è un frutto che ,matura lentamente. Per contro siano siamo disposti a giustificare sempre anche i comportamenti piu' gretti e meschini.E allora,quando finalmente smettiamo di essere chieci e sordi e l'altro si rivela quello che effettivamente è, la delusione è coscente,e si alzano difese per estraniarci e "metabolizzare"il dolore,cercando di accettarlo. Ma questo apre la "porta" a diffidenza,al ritenere che le persone si mostrino sempre diverse da quello che sono in realtà,precludendoci come dici l'essere aperti al bene.Nonostante la non piu' verde età non ho ancora ancora imparato la lezione che c'è del buono anche negli addii.Non ho ancora messo in pratica il "let go and move on",pratica molto salutare, che mi permetterebbe di essere al riparo dalla sofferenza,dimenticare le ferite che mi sono state inferte, e ripartire con fiducia,lasciando aperta la porta a nuove conoscenze. Grazie per il tuo sempre prezioso apporto
 
   
ladymarianna0
ladymarianna0 il 22/10/12 alle 20:09 via WEB
[... Cerchiamo qualcuno che riempia il nostro vuoto,e cerchiamo "qualcosa" che quel "qualcuno" non sa darci...]
Ecco cara Giò, credo che sia questo il nocciolo della questione: demandare agli altri un compito che invece spetta solo a noi, che inevitabilmente crea aspettative, investendo l'Altro di una responsabilità che, ove percepita, può perfino spaventare, disorientare... allontanare...
L'armonia dobbiamo coltivarla in noi, l'equilibrio interiore (anche se fragile e difficoltoso) dobbiamo raggiungerlo autonomamente, lo considero un gesto d'amore verso sé stessi, la felicità (parola grossa...) meglio dire la serenità non possiamo agguantarla cercandola all'ESTERNO, ma possiamo trovarla solo DENTRO di noi.
E' una lezione di vita che ho appreso molto presto, con una madre assente e depressa, intenta a combattere i suoi fantasmi, aggressiva e colpevolizzante, mi avrebbe schiacciato se non mi fossi fatta forza aggrappandomi al mio orgoglio, alla tenacia, all'istinto di non soccombere, al desiderio di rivalsa verso ciò che ritenevo così ingiusto...
Con il tempo ho compreso le ragioni del suo male di vivere, non nutro rancori, ho recuperato completamente un rapporto inizialmente devastante... e le voglio molto bene... Ora sono praticamente diventata sua madre, ha bisogno di me, di noi...
Non so perché ti ho raccontato tutto questo, le dita hanno digitato e scritto senza che quasi me ne rendessi conto...
Forse solo per sottolieare che in ognuno di noi c'è una dose di orgoglio buono (quello che non permette a niente e a nessuno di calpestarti ma che al contempo non ti rende cieco), di dignità che merita di essere preservata ad ogni costo, indipendentemente da quello che ci fanno (o che non ci fanno) gli altri...
Ti abbraccio forte mia cara Giò, vado a preparare la cena ^____^ Bacio, Monica
 
     
splendore07
splendore07 il 31/10/12 alle 12:37 via WEB
Ho vissuto la tua stessa eperienza con una madre affetta dalla stessa condizione,ma io a differenza di te non ho avuto la forza di ribellarmi,non avevo abbastanza autostima,l'ho subita,ho subito i suoi condizionamenti e il rapporto è tuttora burrascoso,nonostante sia molto avanti negli anni.Non sono riuscita a "perdonarla"anche per altra ragione,per la quale le "ferite"non sono del tutto rimarginate,che esula natura del post. Trovare la pace la serenità dentro me stessa,è un lavoro difficoltoso. Sono convinta che la serenità,(non la felicità che non è di questa terra) non vada ricercata negli altri,ma è solo con gli altri che possiamo viverla, perchè occasione di condivisione. Devo ancora permettere al mio orgoglio"buono" di manifestarsi.grazie Monica per il tuo passaggio
 
PERLASNAKE
PERLASNAKE il 13/10/12 alle 12:54 via WEB
Queste tue parole hanno il senso delle delusioni, delle difficoltà, dell'allontanarsi da una nostra profonda interiorita'. Credo che ci siano persone che al di la' delle esperienze riescono a trarne il giusto insegnamento ed a poco a poco ogni muro si sgretola, perche' riescono a non soffrirne, non cosi' tanto da venirne sopraffate. La mia impressione , leggendo il bellissimo commento che mi hai lasciato ...che lo strazio in te lasci aperte molte porte. Grazie del tuo passaggio , un abbraccio e buona domenica
 
 
splendore07
splendore07 il 16/10/12 alle 12:55 via WEB
Sono convinta che la propria "interiorità" la nostra essenza, il "ritrovarsi"dopo lo smarrimento che le delusioni,il "clima"burrascoso" che contraddistingue certi rapporti,caratterizzati dall'altalenarsi di continue mutevolezze della persona con la quale interagisci,possa essere analizzata,e forse,capita,solo con il silenzio,con l'ascolto di se stessi. L'isolarsi,ilo cessare il sottofondo delle voci di entrambi come "balsamo" che arrivi a dare sollievo all'anima tormentata, confusa,condizionata dall'altrui presenza.Nonostante la mia non piu' verde età,non ho ancora imparato a "distanziarmi" dalla sofferenza. Ha ancora il potere di investirmi in pieno.Ho bisogno di parecchio impegno per riuscire a gestirla e a guarirla.Il muro, per me, diventa necessario,per pensare e riflettere sulla mia vulnerabilità,in fatto di permettere agli altri di ferirmi. Le frasi riportate sul tuo commento fanno parte di "saggi" del buddhismo, e delle dottrine zen, dalle quali, sono affascinata,e nelle quali cerco conforto alla mia sofferenza. Sì, vero le mie "porte" sono aperte, forse troppo.Se riuscissi a tenerne chiuse qualcuna,ed aprirle solo alle emozioni positive, e a chi merita, sicuramente sarei al riparo dal dolore. Grazie Carolina, della tua "sosta"
 
   
PERLASNAKE
PERLASNAKE il 16/10/12 alle 15:57 via WEB
Penso Gio' che il fatto sia proprio questo, anime sensibili, che percepiscono sottili vibrazioni necessitano di una chiusura per preservarsi dall'esterno che viola uno spazio sacro. Ma questo è un distacco necessario per la propria maturazione, per l'evoluzione, per rafforzarsi e nuove e piu' profonde battaglie. Un abbraccio forte, grazie a te
 
     
splendore07
splendore07 il 19/10/12 alle 19:18 via WEB
Anime che percepiscono quelle vibrazioni sottili per le quali esiste uno speciale sentire,che non è comune a tutti.Sono convinta che chi abbia un amore profondo per la natura,che ne sappia cogliere,le infinite sfumature,chi sappia vedere i cambiamenti attimo dopo attimo,perchè la natura non è mai uguale a se stessa,possa appartenere alle anime "sensibili". Ma spesso questo estremo "dono" ha anche il rovescio della medaglia: un'eccesiva predisposizione al dolore,all'essere feriti,il piu' delle volte gratuitamente,senza avere sviluppato difese. Le mie sono sempre profonde battaglie che ingaggio sia con me stessa che con gli altri.Ma vincere qualche battaglia, non vuol dire essere vittoriosi nella guerra. Mi mancano gli "anticorpi" per essere "cattiva", per essere una vincente. E tendo sempre, a porgere l'altra guancia. E questo comporta l'amarezza di aver relalizzato che piu'ti comporti bene, piu' calci in faccia ricevi. Ricambio abbraccio,Carolina
 
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