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Post n°76 pubblicato il 27 Agosto 2013 da splendore07
L’eterno ed immutabile alternarsi della luce e del buio, fin dall’alba del mondo. Eppure ogni volta è come se fosse la prima, lo stupore è sempre diverso, apportatore di emozioni, vibrazioni nuove ed antiche nello stesso tempo, antiche, perché qualcun altro le ha vissute prima di noi. Non siamo mai uguali a noi stessi, un eterno work in progress, “contenitori” di un caleidoscopio di emozioni, sensazioni ,pensieri, dubbi, desideri in continuo divenire. E’ in quel magico attimo in cui la notte cede al giorno, che possiamo vivere quella sensazione strana e meravigliosa allo stesso tempo, sorta di estraniamento da noi stessi, nel quale l’anima si libera di quell’ingombrante involucro di materia organica: ammasso di cellule, carne, sangue, liquidi e si libra in alto, per “assaggiare” brevi istanti di infinito, che hanno l’inebriante sapore dell’eternità. Il corpo, oggetto inanimato, giace accantonato in un angolo, triste marionetta disarticolata ,mentre l’anima si inebria di quell’istante così intenso, al confine tra sogno e realtà. E’ l’anima che trasmette le piu’ profonde vibrazioni. L’anima “dialoga” con il cuore, dove risiedono le nostre emozioni. Le emozioni prendono corpo nei pensieri, lì si “colorano”,” danzano” prima di farsi parola. La mente, invia i “colori” e la “sensuale” danza al corpo che, attraverso questo, si manifestano. Ed allora è un’esplosione di note, alte, avvolgenti ,magiche, quelle che “sconquassano” con la forza di un mare in tempesta, quelle che fanno volare in alto, quelle che tolgono il respiro. Pura bellezza, pura forza, pura energia, capace di pompare linfa fin nei piu’ profondi recessi del nostro sentire: quello che dona la vita (Splendore) |
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Quella “spinta” interiore che a volte si fa fisicità, che preme per uscire, ci vede timorosi, abbiamo paura “dell’esplosione” che l’irrazionale che ci abita, possa destabilizzarci.
Spesso, assuefatti come siamo al “tiepido” e rassicurante quotidiano, non sappiamo gestire la “violenza” dell’istinto.
Facciano di tutto affinchè quella “piccola isola che è la ragione, non si smarrisca in quel mare sconfinato e burrascoso che è l’irrazionalità”.
Così facendo “moriamo a noi stessi”, senza dolore, senza averne cognizione.
Una morte lenta, ma inesorabile. La ragione ci porta a porre i confini con l’inafferrabile, l’immateriale, ”maledettamente” vicini.
Quello che perdiamo, senza poter essere recuperato, ha un valore inestimabile. Ma preferiamo rimanere ciechi e sordi ai richiami.
Alla fine, non siamo piu’ in grado di percepire il richiamo del nostro inconscio: solo una delle tante “voci” indistinte tra le tante che avvertiamo.
E il sussurro diventa impercettibile, fino a scomparire.
Grazie Isa della tua "sosta"
Bisogna cercare di fare tesoro delle “prime”, farne sorta di “copione”, solo così possiamo diventare “attori” che recitano la propria essenza.
L’umana esistenza è un gioco di funambolici equilibri su una corda tesa fra istinto e ragione, sotto è il baratro. Ma quell’abisso puo’ portare meravigliose emozioni se troviamo la forza per abbandonarci, per affidarci.
Lasciamo che la visceralità, l’intensità delle emozioni, ci trascini come corrente impetuosa che all’improvviso ci strappa alla tranquillità di baie nelle quali cerchiamo rifugio, protezione: il “tiepido” vivere, così rassicurante!.
Negarsi alle emozioni, per paura di esserne travolti, di perderne il controllo è come rifiutare la vita.
Il fattore che senza la mediazione della ragione, nella gioia e nel dolore scuote l’anima, la fa vibrare.
Nelle emozioni si mescolano l’esaltazione della gioia con il dolore, il bene con il male, che instancabilmente cerchiamo di separare, fallendo miseramente.
Fanno parte entrambi del dualismo dell’umana essenza. Non esiste nessuna linea di demarcazione, per la distinzione e la separazione, sono “entità” strettamente connesse. E non dimentichiamo che il “male”, ha molto piu’ fascino del bene, ci attira perché sinonimo di “trasgressione” ci fa provare le emozioni piu’ profonde.
Le emozioni generano le passioni, tutte indistintamente, non solo quelle “amorose” le accendono, sono il propellente necessario per alimentarle affinchè non si spengano.
Quel “carburante” dal quale viene spinta di incredibile forza, quella che ci permette di abbandonarci, di immergerci totalmente, di viverle fino in fondo, in modo totale, viscerale, coinvolgendo tutti i sensi. Spinta che ci evita il ridimensionamento delle passioni per paura della sofferenza o delle delusioni, negandoci così anche le estasi che ne derivano. E’ l’unica via che puo’ metterci in contatto per vivere la pienezza delle cose. Senza dimenticare che lo “stato di grazia” che provocano è solo transitorio.
Rinunciandoci, ci troveremmo a vivere solo “tiepidi” , aridi intervalli quelli che costituiscono la quotidianità della maggior parte di noi.
Grazie Catia, sono felice se sono stata in grado di coinvolgerti, e trasmetterti qualche vibrazione.
Scrivere ha essenzialmente la funzione del coinvolgimento, quando lo si raggiunge, la soddisfazione che ne deriva è grande.
Ho l’impressione di aver esulato un po’ dal tuo commento, spaziante sull’incessante divenire, il continuo mutamento dell’universo del quale noi siamo parte integrante, per lanciarmi in una disquisizione sulla visceralità delle passioni.
Spero mi perdonerai :-)
L’attesa, il batticuore, lo struggimento, sono sensazioni obsolete, cadute in disuso o che durano solo pochi istanti. L’offerta del web non è mai stata tanto abbondante, nella realtà. Emozioni da consumare velocemente, quelle che la rete offre. Le sensazioni rimangono in superficie, non c’è tempo per permettere loro di “bucare la crosta” per entrare in profondità.
Tutto è basato sulla stimolazione delle sole immagini, delle quali subiamo un vero e proprio bombardamento.
Ma, le emozioni, quelle “vere”, non frutto delle suggestioni da web, vanno vissute nell’attimo stesso nel quale si manifestano, perché è solo in quel momento che “sprigionano” la loro immensa potenza, dopo, e il solo fatto di cercare di replicarle, è il lato “tiepido”.
Emozioni e aspettative, sono un binomio che non “funziona”. Le emozioni essendo appannaggio dell’istinto, non possono essere ingabbiate nella razionalità delle aspettative. Il solo risultato ottenuto, è quello di spegnerle, allontanarle. Per godere delle “estasi” che la nostra quotidianità, puo’ offrire, occorre essere aperti, vivere senza i tanti paletti che mettiamo a difesa, abbandonarsi all’incognita, alla sorpresa, lasciare aperta la porta allo sconosciuto, l’incerto: è attraverso questi “canali” che le emozioni si manifestano. Il solo fermarsi a pensare se possa essere giusto, “pericoloso”, che possa essere bene o male, ci toglie il “gusto”, ci toglie la follia di abbandonarci all’attimo.
La ragione è il peggior nemico.
Vuoi qualcosa che non hai mai avuto? Fai qualcosa che non hai mai fatto!
Il confronto porta sempre arricchimento, è un inestimabile “valore aggiunto”, l’unico che porti alla crescita dell’essere umano, che mai viene meno. Un percorso lungo quanto la stessa nostra esistenza.
L’apprezzamento è reciproco.
Un abbraccio dolce amica
L’eterno alternarsi dei fenomeni che compongono il nostro universo.
L’assoluto dualismo che lo compone.
Due elementi strettamente connessi, non possono esistere separatamente, perché il loro essere opposti, costituisce l’intero. Il giorno che diventa notte, la vita che diventa morte.
Tutto fa parte dello stesso processo: dall’alternanza il completamento.
Grazie per questa “visione”. Dal confronto, nasce l’arricchimento :-)
Le emozioni sono “movimento”. Quel movimento incessante che ognuno di noi ha nella propria interiorità, perché l’emozione "va verso qualcosa che si muove", non è statica. La staticità, assenza di “sentire”, si trasforma in vuoto emozionale, un “lago dell’indifferenza”, dal quale è difficile riemergere. Sono acque ferme, non comunicanti, come quelle di uno stagno.
Oggi, emozione è altro termine abusato.
Si dice spesso “mi emoziono”, ma di fatto non significa nulla, solo un “bamboleggiamento ” sentimentale.
Il mio esternare non vuole essere un inno all’ascetismo.
Siamo esseri estremamente complessi, costituiti da mente, anima, corpo: spirito e materia. Impossibile separare quello che costituisce qualcosa di assolutamente inscindibile, e strettamente connesso.
L’anima, da sola, non potrebbe essere quella meravigliosa esplosione di altissime note, sinfonia maestosa che non conosce eguali, ma solo a noi umani è riservata, se non avesse a disposizione quel meraviglioso strumento che il nostro corpo è. Le passioni, che dalle emozioni derivano, possono manifestarsi solo attraverso il corpo. Ma anche sensazioni piu’ “lievi”, meno totalizzanti, meno “brucianti” come la dolcezza, la malinconia, si avvalgono dello stesso mezzo per manifestarsi. Le stesse vibrazioni che lo spirito investono, come il rapimento dato dall’osservazione di un tramonto o di un’alba, devono necessariamente avere a disposizione la “materia” per essere manifeste.
Nell’intensità delle tue immagini, rese con il tuo esternare, è il trionfo dei sensi (non solo quelli che riconducono alla passione amorosa), materia, che si fa veicolo delle varie emozioni. Riesci a trasferire le immagini che si fanno sensazioni, in chi ti legge.
Il mio corpo è il mio involucro, costudisce anche la mia anima. Mi protegge, devo tornarci sempre.
Le emozioni dilatano i miei confini, espandendoli. Io non finisco in me stessa.
Le passioni, sono acqua che disseta, aria per respiri nuovi, fuoco che accende i sensi, terra che accoglie luminosi semi a rischiarare bui solchi
Se Catia vorrà replicare, potrà farlo liberamente all’interno del mio “spazio”.
Ti conosco poco, ma so che sei sincero nelle tue esternazioni. Sei capace di dolcezza. I tuoi scritti, la rimandano. E anche quando sono “violenti”, bruschi, ruvidi, tra le righe si percepisce sempre la tua schiettezza, il tuo essere diretto, senza inutili orpelli. Dici ciò che pensi. Lodevole comportamento, assolutamente non facile. In “ambienti” come il web, dove regna l’ipocrisia, la falsità, tu sei vero, autentico. E’ la passione che spinge il tuo esternare nel bene e nel male.
E la tua anima traspare sempre nell’irruenza del tuo scrivere, si fa “materia”, attraverso il tuo corpo che riceve e “trasforma” le passioni viscerali che ti travolgono, in parola. Se la tua anima fosse solo un “tiepido” sentire ,poco o nulla scaturirebbe da te.
Uno scrittore che ami, ebbe a dire parecchi secoli fa: Cosa ha a che fare la notte con il sonno?
……Certuni lo amavano come uomo gentile, quando li amava ed essi amavano lui .Quelli che prendevano a volergli bene, vedevano solo uno dei suoi lati. Certi lo amavano come uomo gentile, rimanevano atterriti quando scoprivano improvvisamente il lupo. Non potevano fare a meno di scoprirlo perché Harry come tutti voleva essere amato tutto intero e non poteva negare il lupo di fronte a coloro al cui affetto teneva particolarmente. Ma altri amavano in lui precisamente il lupo, quella sua libertà selvatica ed indomita, il pericolo, la forza….. In questi uomini la capacità di soffrire e godere sono così intrecciate, ostili e confuse. La vita è molto irrequieta. Hanno talvolta nei rari momenti di felicità sentimenti così profondi e indicibilmente belli, la schiuma della beatitudine spruzza così alta e abbagliante sopra il mare del loro dolore, che quel breve baleno di felicità s’irradia anche sugli altri e li affascina. (Il lupo della steppa – dissertazione- H. Hesse).
E’ un libro meraviglioso, rimane dentro, anche dopo averne terminata la lettura. Potresti ritrovartici.
<br< Non sentirti un lupo braccato. Rifugiati nella dolcezza dell’amicizia, scorda i nemici.
Ricambio il tuo abbraccio. Sono certa non avrei neanche il graffio piu’ superficiale. I lupi sono animali meravigliosi, sono capaci di grande dolcezza, è un vero peccato che godano così di cattiva fama presso gli umani. Avremmo solo da imparare da loro
Non posso dire di conoscere il tuo lato vagabondo, ma da posso dedurre dal tuo esternare, il tuo vivere la quotidianità con disincanto, tratto tipico che contraddistingue la maturità. Aggiungerei anche una dose di cinismo, figlio della disillusione , tipica della maturità,data dalla consapevolezza che gran parte degli ardori giovanili, apportatori di sogni, potevano esistere solo in tale dimensione e solo in quel tempo. Anche se sognare non viene mai meno, cambia l’intensità e si vola piu’ basso.
Ne ero piu’ che certa che le tue unghie da lupo, non mi avrebbero graffiata :-)
Concordo con il tuo dire che il web possa regalare amicizie vere. Succede di rado, molto, ma quando avviene è un vero dono. Il termine amicizia è molto abusato, oggi, soprattutto all’interno di questa “realtà parallela”. Qui, la maggior parte, usa la mediazione di una tastiera, alla pari di un piccolo ponte di comando dal quale dirigere le operazioni, millantando, esibendosi, esponendosi, dispiegando un vero e proprio “arsenale” di menzogne, di comportamenti che non appartengono, solo in nome di un estremo bisogno di un visibilità che, nella vita reale, mai avrebbero, dove sono degli illustri "signor nessuno". La sensazione di onnipotenza, provata, appaga. Non importa se si ferisce, non è contemplato, in questo “gioco”.
Credo tu abbia dovuto svolgere un difficile ed impegnativo compito, nel far convivere dentro di te le due anime. E’ un gran risultato se sei riuscito ad ottenerne il rispetto. Non sempre il successo è scontato.
Non indugiare troppo nell’infliggerti tormenti graffiandoti l’anima. Credo tu abbia pagato e ancora tu stia pagando per gli errori.
Bello il tuo dire “ora amo”, significa che l’odio è alle spalle e, la tua anima, è tornata “pulita”: il dolore l’ha “lavata”
Il tuo esternare crudo, a tratti violento, nasconde la fragilità dell’esistere. L’aggressività come difesa. E’ una reazione comune in tutti coloro i quali la vita ha sferrato duri fendenti, colpi sotto i quali si barcolla, ed è difficile rimanere saldi, ancorati ad un equilibrio, che diventa sempre piu’ difficile mantenere integro, se non a un prezzo altissimo. Sono ferite che se si cicatrizzano, portano alla durezza, come reazione.
Ma sono certa, tu abbia trovato la dolcezza e il tuo dire “ora amo”, negli affetti. Sono vero balsamo, insieme al tempo, da versare sulle ferite. Sono la roccia a cui aggrapparsi quando tutto intorno sembra crollare, soprattutto dentro noi stessi. Sono gli unici “ingredienti” per rinascere.
Non escludere a priori, che la tua anima possa purificarsi per intero, è un processo lungo e difficile, spesso occorre l’intera esistenza.
La mia profondità, come dettoti, deriva dal non essere parte del “gregge”, di aborrire la banalità, la superficialità, gli stereotipi, cercare di “produrre” un pensiero proprio, e non prenderne in prestito uno già “confezionato”.
Grazie ancora per il tuo apprezzamento. E’ fonte di grande soddisfazione, per chi scrive, avere riscontri positivi, da chi legge. Dopotutto, il fine di chi mette parole su di un foglio, è quello di far arrivare, se possibile, integro, le emozioni provate. Se si ha successo, non c’è nulla che appaghi maggiormente.
Potrebbe essere interessante leggere della tua esperienza in India, paese simbolo della spiritualità.
So che lo scopo del tuo esternare non è quello di diventare una “celeb” su Libero. La mia esternazione, è la conclusione alla quale sono giunta, dopo aver avuto modo di leggere blog- non molti in verità- ma sufficienti a fornirmi un quadro piuttosto preciso delle caratteristiche che contraddistinguono gran parte degli “utenti”.
A proposito dell’umano dualismo, ti riporto quando scritto da Hesse sempre nel “Lupo della steppa”:
L’uomo come corpo è unico, come anima mai!
E’ la notte che la “prepara” ad un sentire che nulla ha a che vedere con le sensazioni che la luce ci concede. Il sentire si amplifica, nei tempi che si dilatano all’infinito.
Siamo “vittime” consenzienti della sua ammaliante bellezza da consumata maliarda, il silenzio, complice, ha immenso potere seduttivo.
La notte ci consente di smettere gli “scomodi e stretti panni” che il giorno ci obbliga ad indossare. Al buio, ci ritroviamo, siamo noi stessi. Indossiamo finalmente panni nei quali stiamo bene : sono della nostra misura.
Le emozioni che generano le passioni, non solo quelle amorose, che teniamo celate al giorno, ci vengono restituite con il buio.
Vivere la notte, significa recuperare quello che il giorno, avaro, ci nega.
La tenerezza delle emozioni, increspa le labbra in un dolce sorriso.
Grazie Danny per la tua delicatezza :-)
Allora, il foglio virtuale diventa "pentagramma" sul quale deporre le note di una dolce, ma allo stesso tempo intesa, sinfonia.
Limpida acqua di polla che diviene sorgiva.
Il fatto che io non sia, come te, "transitante" in questo ameno "non-luogo",nel cuore della notte, non significa io vada a letto a orario da ospizio :-D
Molto spesso, le ore della tarda sera e parte della notte, mi vedono in compagnia di un buon libro, o fuori con il naso all'aria, a "rimirar" la bellezza di un cielo stellato e della luna. Io, a differenza di te, ho la fortuna di abitare in campagna, e posso godere di tali bellezze, anche sotto il portico di una cascina, molto simile a quella che hai amato da ragazzino.
Ciao Dino!