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Désolé II

Post n°145 pubblicato il 08 Novembre 2013 da Disegnorupestre
 
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"Fav... Favorevole, signore? Perché, di grazia?"

 

"Amate Michelle?"

 

"Io la conosco appena, signore... Non per mia intenzione... Non ci è mai stato permesso d'incontrarci... Io ho osservato ciò che mi era stato richiesto... Credo di averle dimostrato il mio più profondo rispetto, obbedendo alle vostre richieste, ed a quelle di mio padre..."

 

"Credete che io abbia permesso a Montboisy, di vederla?"

 

"Ah!... Io... Io non lo so... Non posso saperlo..."

 

"Non si costruisce una relazione soltanto basandola sul rispetto... E vedo proprio che non apprezzate il mio vino..."

 

"Ma... No... Quel signore ed io non condividiamo alcunché... Perché io dovrei essere informato sulla sua vita, o sui suoi sentimenti verso vostra figlia?"

 

"Io auguro la felicità, a mia figlia, Gérard. Semplicemente. Mi chiedo se voi siate in grado di regalargliela. Vi ho osservato, poco fa, mentre la tenevate tra le braccia. Come se ella fosse stata un oggetto prezioso. L'osservavate come se avesse potuto sparire, improvvisamente. Amate Michelle?"

 

"Signore..."

 

"Posso sembrarvi troppo immediato, me ne rendo perfettamente conto... Ma... Alla mia età è necessario, riconoscere i propri errori. Siete stato un mio errore, Gérard?"

 

"Un... Vostro... Errore?"

 

"Ho mancato, nel combinare il vostro matrimonio?"

 

"Io..."

 

"Avrei dovuto darla a Maxime."

 

Ora sento una lama entrare, lentissima, nell'anima. Sento le lacrime salirmi agli occhi. Perché mi sta trattando tanto barbaramente?

 

"Avreste dovuto..."

 

"Datemi un solo motivo per cambiare idea, quindi..."

 

"Io sposerò vostra figlia, signore. E darò tutto me stesso, per renderla felice. Ho pensato a poco altro, da quando sono stato cosciente del mio impegno! Ho costruito me stesso, su questo progetto... D'accordo... Non ho tentato di... - Oh, Dio! - di sedurre vostra figlia... No! Non l'ho fatto. Per rispetto. Che credo sia una forma d'amore. Io... Io non amo vantarmi. Se, come dite, conoscete bene mio padre, sapete come sia vietato, da noi, il farlo! Lo sapete! Ma... Niente mancherà, a vostra figlia! Mai! Di cosa stiamo parlando, signore? Creerò un contatto con la signora di Montboisy, e mi scuserò, a nome di entrambi... Se voi lo chiedete, come state facendo, io vi obbedirò..."

 

"Per quanto voi sappiate dell'amicizia che lega suo figlio a Michelle?"

 

Mi sta osservando, con uno sguardo indecifrabile.

 

"Sì, signore. Lo farò."

 

"Maxime avrebbe rifiutato. Lo conosco bene."

 

"Comprendo. Io... Io non lo conosco affatto... E non posso immaginare quale sia il suo comportamento..."

 

"Nemmeno quando rimanete, per ore, ad osservarlo? Ad osservarlo mentre amoreggia con mia figlia?"

 

"Voi... Voi... Come lo sapete?"

 

"Sono un uomo quasi anziano, Gérard. Ho visto molto..."

 

"E' molto bello. Bello ed attraente..."

 

"Non sentite rabbia, nei confronti di Michelle?"

 

"No!... No!... Non potrei... Non... Io non saprei, signore... No... Verso di lei... No... Io..."

 

"Indossate l'anello di mio nonno, vedo..."

 

Mi sorride. Lo sguardo gli si è illuminato.

 

"Ah!... Di vostro nonno, signore? L'ho avuto da vostra figlia..."

 

"Gérard?"

 

"Signore?"

 

"Non sapete chiamarla per nome, ragazzo mio?"

 

"E' eccessivamente confidenziale..."

 

"Buon Dio!"

 

"L'ho chiamata milioni di volte, per nome. Ogni qualvolta l'ho sognata..."

 

Non riesco a reggere il suo sguardo, ora. Lo sento ridere.

 

"L'avete sognata!"

 

Accenno. Non so risolvermi a guardarlo.

 

"Credo che si sia affezionata, a voi, Gérard."

 

Lentamente, torno a guardarlo. Soltanto ora mi accorgo di come i suoi occhi siano identici a quelli di Michelle.

 

"Credete..."

 

"Mi ha parlato di voi, molte volte."

 

"Realmente, signore?"

 

"Di come l'abbiate aiutata, una volta avuta la notizia della disgrazia che ha colpito il caro Maxime... Della vostra passeggiata... Del vostro omaggio floreale... Dei dolci e dei fiori... Ogni qualvolta riceveva qualcosa, da voi, correva da me e da sua madre. Crescendo, ha iniziato a tenere i fiori per sé. Nel segreto della sua stanza. Fin che non ho visto sparire la fede che ora voi indossate. Michelle è una creatura gentile. Vi chiedo di non scordarlo."

 

"No. Non lo farò. Signore?"

 

"Sì?"

 

"Intendete realmente chiedere la rottura del fidanzamento?"

 

"Io sono suo padre. La sua felicità mi riguarda."

 

"Io... Io intendo renderla felice... Vi imploro... Non privatemi della sola possibilità di farlo... Io... Io..."

 

"Voi?"

 

"Io non l'avvicinerò mai, prima delle nozze. Mai."

 

"Oramai mancherebbe così poco..."

 

"Dovremo essere uniti in matrimonio, prima. Se voi non doveste rispettare le mie convinzioni, allora... Allora saprei d'aver evitato di entrare in una famiglia priva di morale. E sarebbe il mio bene. Potreste darla, come avete detto, all'uomo che me l'ha rubata!"

 

Ho esagerato. Ho definitivamente esagerato.

 

"Michelle l'ama."

 

Vuole uccidermi. E non ne comprendo la ragione.

 

"Ah!"

 

"E' giusto che voi lo sappiate. Non si costruisce un rapporto basandosi sulla menzogna. E' una forma di rispetto. Non trovate?"

 

"L'ama..."

 

"Sì."

 

"Come lo sapete, signore?"

 

"Me ne ha parlato. Quei due ragazzi si amano, Gérard. E voi siete troppo onesto e giusto, per non esserne messo al corrente. Adoro mia figlia, non la voglio infelice. D'altra parte, voi siete una persona eccezionalmente meritevole, e sarebbe orribile, da parte mia, non parlarvene... Non crediate, vi prego, che io vi stia parlando in questi termini, per ferirvi. Lo faccio per voi."

 

Michelle non mi ama. Non mi ha mai amato. Mi ha avvicinato soltanto per compassione. O perché desiderava il mio aiuto.

 

Ed io... Io l'ho adorata. L'ho venerata. Ho soffocato tutti i miei desideri, per offrirli soltanto a lei... A lei... Che non ama che lui...

 

"Desolato, signore..."

 

"Come?"

 

Lo stesso sguardo di Michelle. Chiaro, limpido. Dolce.

 

"Restituisco a voi, il dono di vostra figlia. Sta a me, ora. Da quest'istante, è libera. Mi avete chiesto se io l'ami, signore. Sì. L'amo. Non immaginate quanto. Per questo, le rendo la sua libertà. Indipendentemente dalla vostra volontà, e da quella di mio padre. Vi ringrazio per essere stato così sincero, con me. Vi ringrazio, di cuore."

 

"Gérard!"

 

"Cosa?"

 

"Riflettete, vi prego..."

 

"L'ho fatto."

 

"Potreste ferirla. Vi si è affezionata. Credetemi. Offritele una seconda possibilità. Potreste essere forte. Per entrambi. Non conoscete Maxime. La sua capacità di catturare i cuori. Dannazione, Beynaut!"

 

"Come?"

 

"Per che dannato motivo non avete mai, mai, mai corteggiato mia figlia?!"

 

Ora sono colpevole.

 

Torno a sedere.

 

"E tornate ad indossare quella fede! O la getto nel fuoco!"

 

No! E' mia!

 

"Signore..."

 

"Quanti anni avete, Gérard?"

 

"Ventisette, signore."

 

"Bene. Parliamo da uomo a uomo."

 

"L'alba si sta facendo strada..."

 

"Credo!"

 

"Dicevate?"

 

"Vediamo di capire... Da uomo a uomo, dicevamo..."

 

"Se lo desiderate..."

 

"Preferite gli uomini?"

 

Forse non ho compreso...

 

"Signore?"

 

"Vediamo... Le donne vi ripugnano? O è soltanto Michelle, che non vi attrae?"

 

Credo di stare per svenire...

 

"E' una domanda un po' troppo intima... Non trovate, signore?"

 

"No, se si tratta di mia figlia."

 

"Non credevo che, invitandomi qui, mi avreste colpito così duramente... Vi conoscevo, seppur avendo sentito soltanto parlare di voi, come un uomo di cuore..."

 

"E' troppo onore, Gérard... Ora io vi sto parlando in veste di padre... Potreste rispondermi?"

 

"Da ciò che mi avete riferito, signore... Non credete che vostra figlia mi abbia già ferito a sufficienza?"

 

"Sì, lo credo. E sono convinto che non lo meritiate. Per questo motivo, sto tentando di capire..."

 

"Io..."

 

"Cosa?"

 

"Io non disdegno, affatto, l'universo femminile. Nient'affatto. Per quel che riguarda vostra figlia, trovo che sia splendida. E voi siete meritevole, per averne fatto una donna tanto speciale."

 

"Siete consapevole di dover creare una famiglia? Dal niente? Senza mai aver avvicinato la vostra fidanzata? Lasciando che altri uomini potessero farla innamorare? Crescendo come due sconosciuti?"

 

"Voi e mio padre ci avevate formalmente impedito di vederci! Signore... Io ho rispettato la vostra volontà...! Ora scopro che sia stata una colpa... Che ciò che credevo un modo onorevole d'agire, venga considerato come inettitudine... O peggio!"

 

"Vi prego... Non rendete infelice mia figlia!"

 

"Oh!... Ma... Io non intendo farlo!... Io attendo soltanto che entri nella mia casa... Ne ho fatto recuperare una, soltanto per lei... Le pareti delle stanze sono state decorate con i colori che le ho visto indossare più spesso... L'ho fatto per lei..."

 

"Vi ho parlato troppo duramente. Avreste dovuto sguainare la spada e passarmi da parte a parte..."

 

Non so se la mia spada sia sufficientemente lunga...

 

"Avrei dovuto, signore. Non l'ho fatto. Io sento dell'affetto, per voi..."

 

Non so perché. Forse, soltanto perché è il padre della mia Michelle.

 

"Grazie, ragazzo mio... Non lo merito. Sai..."

 

"Signore?"

 

"Michelle va sposa ad un uomo ammirevole. Sono felicissimo, che voi non la giudichiate. E che comprendiate. Quando vi ho visto qui, credevo che foste venuto per annullare le nozze..."

 

"Avrei dovuto, signore?"

 

"Non lo so... E' così complicato..."

 

"Parlerò a vostra figlia... Una volta sposi."

 

"Vi prego... Ve lo chiedo come padre... Come se io fossi vostro padre... Non feritela. Non lo merita!"

 

"Signore! Ora mi state offendendo!"

 

"Gérard?"

 

"Ferirla! Ah, se sapeste!"

 

"Cosa dovrei sapere?"

 

"Se soltanto conosceste una minima parte di ciò che sento, per lei! Non mi parlereste così!"

 

"Vi chiedo di perdonarmi... Tremo, per il futuro di mia figlia..."

 

"Mi ritenete inadeguato?"

 

"No! Non è questo..."

 

"Cosa, quindi?"

 

"La mia piccolina ci sta lasciando... Promettetemi che, accanto a voi, sarà felice."

 

"Sarete sempre benvenuto, a casa nostra, signore... Vi concedo di portarmela via, se non doveste trovarla felice... O serena..."

 

"Venite ad abbracciarmi, Gérard... E perdonate la mia troppa indulgenza... E vogliate scusare le mie parole, nei vostri confronti... Se conosceste l'angoscia che provo..."

 

"Avrò cura di lei... Ve lo prometto, padre mio! Ora andrò in visita, da quella signora... Mi scuserò, da parte di entrambi..."

 

Mi scuserò per essere l'uomo che ruberà la donna a suo figlio.

 

O sarà suo figlio, a rubarla a me.

 

Vedremo.

 

 

 
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