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Marguerite

Post n°159 pubblicato il 30 Novembre 2013 da Disegnorupestre
 
Foto di Disegnorupestre

"Ora, vi prego... Lasciate che io vada a riposare... E' tardissimo... Sono molto stanco."

 

"Sapevi che saremmo rientrati tardi, quando hai accettato d'accompagnarmi a teatro. Vieni. Siedi. Qualche istante. Gli altri stanno già dormendo. Si tratterà soltanto di qualche minuto. Togli il mantello e siedi."

 

"Devo proprio?"

 

"Te lo chiedo come un favore..."

 

"Bene. Eccomi seduto."

 

"Tieni. Ti aiuterà a scaldarti. Prendi."

 

"Cognac, signore? A quest'ora?"

 

"Non ha mai ucciso, non temere. Due dita, prima di dormire, aiutano. Credimi."

 

"Sì."

 

"Non so da dove iniziare, ragazzo mio..."

 

"Non fatelo, quindi. Non serve... Credetemi..."

 

"Non intenderai realmente batterti in duello! Lo dicevi così..."

 

"Ho parlato spesso a vanvera, signore?"

 

"No. Non è da te. Ma..."

 

"Ma?"

 

"Posso comprendere i motivi di questo tuo momento di rabbia."

 

"Lo capite?"

 

"Sì."

 

"Ve ne ringrazio... E vi ringrazio anche per il cognac. Ora, se non fosse di troppo grave incomodo, per voi... Io andrei nella mia stanza. Buonanotte."

 

"Torna a sedere, per favore, ragazzo..."

 

"No."

 

"Bene... Mi ascolterai, in piedi."

 

"Il vostro non era un invito! Era un'estorsione..."

 

"No. Non lo era. Amo parlare con te."

 

"Anch'io, con voi, ma credo che non sia il momento più adatto. Non sono molto presente..."

 

"Siedi, Adrien."

 

"E va bene..."

 

"Grazie."

 

"Hmn!"

 

"Tu ed io ci conosciamo bene, e quel tuo chiamarmi signore mi fa sentire a disagio. Lo sai, eppure, a volte, lo fai. Non importa... Non te lo sto dicendo per infastidirti, soltanto..."

 

"Soltanto?"

 

"Tu, caro ragazzo, hai vissuto la disgrazia di crescere senza una presenza materna."

 

"Lo so bene..."

 

"Ascoltami, Adrien. Non sono qui per ripeterti parole che hai sentito milioni di volte... Sto soltanto tornando indietro nel tempo... Per parlarti d'altro... Perdonami..."

 

"Avevo tre anni. Lo ricordo piuttosto chiaramente..."

 

"La piccola Sybille non l'ha nemmeno conosciuta."

 

"Lo so."

 

"Mia moglie ha tentato di sostenere vostro padre, e di essere, il più possibile, una madre, per voi. Al tempo il mio Réné aveva tre mesi... Tua sorella è stata allattata da mia moglie."

 

"Sì. Lo so. Sedevo accanto a lei. Posava Réné e prendeva mia sorella. Posava Sybille e riprendeva Réné. Io non capivo..."

 

"L'ha fatto con tutto l'amore di cui è stata capace."

 

"Sì."

 

"Mi sono arrogato il diritto di intervenire nella vostra educazione. Ho voluto essere un altro padre. Come se la presenza del vostro mi sembrasse..."

 

"Insufficiente?"

 

"No, nient'affatto. Robert ha dato l'anima, per voi. E lo fa, tuttora. Io l'ho visto annientato dal lutto che l'aveva colpito. Ho creduto di poterlo aiutare. Semplicemente questo."

 

"Ve n'è sempre stato profondamente grato, signore."

 

"L'ho fatto spontaneamente, senza aspettarmi altro che una stretta di mano e qualche chiacchiera tra amici. E lo rifarei."

 

"Perdonatemi, ma non comprendo dove vogliate portarmi, rivangando questa fetta del mio passato."

 

"Nostro, Adrien..."

 

"Sì, d'accordo. Nostro."

 

"Credo di poter parlarti quasi come un padre."

 

"Oh!... Pensate alla sfida che ho lanciato a Roger..."

 

"Ti ho visto, sai? Ancora oggi rimani, per ore, seduto accanto alla tomba di Marguerite. L'hai sempre fatto. Sono così superbo da credere che tu le parli. E le chieda di consigliarti. Ti ho visto farlo poco prima di presentarti al padre di Sophie. Credevo che tu volessi rimanerle accanto per un'intera giornata..."

 

"Vi scongiuro! Non parlatemi di lei! Non ora..."

 

"Di tua madre o di Sophie?"

 

"Di... Entrambe. Oh! Cos'ho fatto, per meritare una serata come questa?"

 

"Assolutamente niente, ragazzo mio. Ho il dovere di riportarti alla ragione, però. E sto tentanto di farlo."

 

"Quell'uomo mi ha insultato. Non intendo accettarlo. Gli ricaccerò in gola ogni singola sillaba!"

 

"Se Marguerite fosse qui ti scongiurerebbe di non farlo. E nemmeno Sophie vorrebbe vederti rischiare la vita. I tempi dei cavalieri coraggiosi sono finiti, figliolo. Oggi si rischia la vita, ugualmente, anche nel caso in cui si sopravviva. I duelli sono vietati. Rischi di diventare un fuorilegge. Che futuro potresti sperare di avere?"

 

"Mi volete un vigliacco?"

 

"Non lo sei. Lo sai. Ami Sophie?"

 

"..."

 

"Guardami e rispondimi, Adrien. L'ami?"

 

"Se io non l'amassi non l'avrei chiesta in sposa. E' il grande amore della mia vita... Ma... Evidentemente... Non mi ama altrettanto, se si perde tra le braccia di Roger... Non vi pare?"

 

"Ne sei certo?"

 

"No... Intendo... Forse lo sospettavo... Ma ho preferito tacere."

 

"Perché non gliene hai mai parlato?"

 

"Non osavo... Temevo di offenderla, ed ero terrorizzato, all'idea di perderla... Ogni qualvolta siamo insieme, non lascia trasparire di pensare a lui... Ed io l'amo..."

 

"Forse non c'è alcuna relazione, tra loro, e quel ragazzo ha soltanto tentato di provocarti... Per altri motivi..."

 

"Quali?"

 

"Non lo so... Non lo conosco... Ma l'ho osservato. Il suo fine era la provocazione."

 

"Come lo sapete, zio?"

 

"Sono più anziano di voi, ragazzi miei... Ho vissuto..."

 

"Parlate come se aveste novant'anni!"

 

"Oh! Chissà se ci arriverò mai!"

 

"Ve lo auguro, di tutto cuore!"

 

"Sei prezioso, per tutti noi, Adrien! Non buttarti via. Tuo padre non sopravviverebbe, se tu dovessi morire."

 

"Ora tentate di farmi sentire colpevole, nei suoi confronti!"

 

"Nei confronti di tutti noi."

 

"Ha offeso il mio onore! Davanti a, forse, più di mille persone!"

 

"Erano soltanto parole vuote..."

 

"Sophie..."

 

"Vai da lei."

 

"Come, signore?"

 

"Vai a parlarle."

 

"Le ho scritto. Poco fa. Mentre tornavamo. A quest'ora avrà già avuto la mia lettera."

 

"Cosa le dicevi, in quello scritto?"

 

"E' troppo personale."

 

"Adrien..."

 

"Le ho detto addio."

 

"Per lettera?"

 

"Sì."

 

"Non ti riconosco... Saresti dovuto andare da lei. Parlarle. Confrontarti con lei. Io ho visto i suoi sguardi, su di te. E' profondamente innamorata, figliolo."

 

"Di Roger."

 

"Te l'ha mai detto? Ti ha mai detto di amarlo?"

 

"No, ma gli si è buttata tra le braccia!"

 

"Ne hai le prove? Li hai visti?"

 

"No, buon Dio!"

 

"Usami la cortesia di non imprecare, per favore."

 

"Non intendevo. Perdonatemi. Se soltanto voi poteste immaginare..."

 

"Credimi, Adrien... Vai da lei. Parlale. E lascia cadere quella stupida sfida. Semplicemente, non presentarti."

 

"Ve lo ripeto, signore... Mia madre non tollererebbe la mia vigliaccheria!"

 

"Tua madre vorrebbe soltanto vederti felice! Non ricordi di come ti tenesse tra le braccia? Le sue carezze?"

 

"Basta così, vi prego! Vi prego... Io... Io ricordo ancora il suo profumo. I suoi sorrisi. Il modo in cui veniva ad augurarmi la buonanotte, e mi rimboccava le coperte. Mi lasciava i miei giochi, sul letto. Io la ricordo, accanto a me... Ora voi fate pressione sui sentimenti che io provo per lei, per costringermi a comportarmi indegnamente!"

 

"Io so soltanto che i tuoi genitori ti vogliono vivo. Sto tentanto di dare loro voce!"

 

"Se Réné si comportasse da vigliacco, l'accettereste? Se Marie e Suzanne dovessero innamorarsi di uomini privi di nerbo, li accettereste?"

 

"Io desidero soltanto il meglio, per i miei figli... Ma... E posso parlarti da padre, ora... So che non saprei più vivere, se venissero a mancarmi, Adrien. Prima di tutto, rimanere vivi. I tempi degli eroi sono conclusi."

 

"Io credo che voi mi amiate."

 

"Non devi mai dubitarne. Non starei qui a veder spuntare l'alba, a litigare con te, piuttosto che affondare tra le lenzuola, se io non ti amassi!"

 

"Mi sento così... Perso..."

 

"Non ne hai motivo, ragazzo mio..."

 

"Dovrei andare a parlare a Sophie?"

 

"Sì..."

 

"E se mi confessasse d'avermi tradito? Se mi dicesse di non avermi mai amato? Se, come diceva Roger, avesse sempre preferito lui?"

 

"Ti è parsa felice, accanto a te?"

 

"Ah! Voglio sperare di sì..."

 

"Sentivi che il suo abbraccio fosse sincero?"

 

"Zio!"

 

"Su, su... Rispondimi..."

 

"Mi ha detto molte volte d'amarmi... Sì. Molte volte. Diceva di non voler lasciarmi andare..."

 

"Bene. Allora vai da lei. Parlatevi. Confrontatevi... Se anche ti avesse tradito..."

 

"Oh, no!"

 

"Non puoi cambiare ciò che è stato, ricordalo. Se anche ti avesse tradito, dicevo..."

 

"Cosa?!"

 

"Perdonala. E chiedele perché l'abbia fatto. Offrile, nuovamente, le tue braccia. Il tuo cuore. Aspetta anche che ella scelga un altro, se dovesse esserci."

 

"Roger?"

 

"Sì. O chiunque altro abbia potuto prendere il tuo posto nel suo cuore. Sembrerà la fine di ogni cosa, ma passerà."

 

"Non credo che saprei sopportarlo."

 

"Noi sappiamo sopportare ogni avversità. L'hai imparato già da piccolissimo, figlio mio..."

 

"Credevo che la nostra relazione fosse la perfezione..."

 

"Sì. A vedervi, lo sembra."

 

"In cosa potrei aver mancato? In cosa?"

 

"Non è sempre detto che la fine di un amore sia una mancanza da parte di qualcuno... Semplicemente, si cambia..."

 

"Io continuo ad amarla..."

 

"Ho notato come assomigli a Marguerite. Forse non te n'eri accorto... Forse l'ami ancora di più, proprio per questo."

 

"Sì."

 

"L'hai notato, quindi."

 

"Sì. Molto, di lei, mi ricorda la mia mammina..."

 

"Vai da lei, Adrien. Immagina come potrebbe sentirsi, ora, se avesse già ricevuto la tua lettera..."

 

"Le ho causato un dolore?"

 

"Non intenzionalmente, caro. No."

 

"Forse le mie parole le risulteranno come una liberazione. Potrà fuggire con Roger. Forse ne sarà felice, e la mia presenza, a casa sua, potrebbe essere solo un fastidio."

 

"Non intestardirti, ora! Stai cercando espedienti per non affrontarla..."

 

"Non mi ama più."

 

"Come lo sai?"

 

"Lo sento."

 

"Allora, piuttosto che continuare a tormentarti, sentilo dire da lei!"

 

"No. Ora vado a dormire. Sì. Sono un vigliacco. Mi comporto come tale. Perdonatemi."

 

"Promettimi che, domani, la cercherai. Andrai da lei."

 

"Prometto che rifletterò sulle vostre parole. A proposito..."

 

"Sì, ragazzo?"

 

"Mi fareste da padrino, zio?"

 

"Assolutamente no!"

 

"No?"

 

"Non pensarci nemmeno!"

 

"Lo chiederò a Réné!"

 

"Mio figlio!"

 

"Sì. Il mio carissimo cuginetto."

 

"Glielo proibirò!"

 

"Non credo che possiate..."

 

"Posso, e lo farò!"

 

"Ora stavo scherzando... E' una tragedia piuttosto divertente..."

 

"Vai a dormire, Adrien. Ti prego, vai a riposare."

 

"Vi ringrazio, signore..."

 

"Per cosa, ragazzo mio?"

 

"Per essere tornato a parlarmi di lei. Il suo solo nome mi avvolge in una carezza calda. Vi ringrazio. E vi prometto che non una sola parola che ci siamo scambiati, qui, questa sera, andrà perduta. Solo, ora vado a riposare. Sono semplicemente stremato... Buonanotte, caro zio..."

 

"Buonanotte, figlio mio."

 

 

 

 

 

 
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