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Cioccolata con panna

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Un forte vento di Maestrale

Post n°43 pubblicato il 30 Marzo 2008 da mjago

La verità come la luce acceca. La menzogna, invece, è un bel crepuscolo, che mette in valore tutti gli oggetti.
(Albert Camus)

Agosto 2002, la Domenica successiva.

Le arrabbiature di Gaia sono come il Maestrale dalle nostre parti. Quando inizia a soffiare, non c’è nulla fa fare, bisogna aspettare che passi. Così andò anche quella volta.
Dopo tre giorni di “muso”, Gaia, piano piano, iniziò a rivolgermi nuovamente la parola. Per incentivare l’opera di riconciliazione, quella domenica mattina, mentre eravamo di ritorno dal mare, decisi di prenderla ancora una volta per la “gola”, facendo un salto in una deliziosa pasticceria della nostra zona.
Entrammo nel negozio, la solita folla di “golosi” era in attesa del proprio turno. Noi ci unimmo al gruppo mettendoci rigorosamente in fila. Mentre aspettavamo con impazienza di essere serviti e si fantasticava sui sapori di quei capolavori di alta pasticceria, sentii aprire la porta del negozio, mi voltai e vidi entrare due signore di mezza età, una delle quali conoscevo molto bene. La riconobbi subito, inconfondibile ed imponente : la mamma di Francesca.
Che cosa ho fatto di male? Perché mai questa punizione da girone Dantesco? Mi voltai, feci finta di nulla, magari non mi vede, pensai, c’è tanta gente. Gaia, vecchio segugio, intuì la mia inquietudine:

- Che c’è? (Gaia)
- Nulla perché? (Mjago)
(Bugiardo!)
- Hai una faccia…sembra che hai visto un fantasma! (Gaia)
- Ma che dici? E che con tutti questi profumi mi sta venendo fame. (Mjago)
(Bugiardo due volte!)

Vi ho già accennato in un altro post, del mio rapporto “privilegiato” con “tutte le mamme del mondo”(vedi post 36). E sempre nel medesimo post vi ho raccontato di come anche la mamma di Francesca stravedesse per me. Non vi ho raccontato invece quante “lacrime” pianse la medesima mamma quando io e Francesca ci lasciammo. Da allora, l’avevo incontrata un paio di volte, due esperienze melodrammatiche, che meriterebbero un post a parte. Ma questa è un’altra storia.
Arrivò il nostro turno, scegliemmo, pagammo e ci avviammo verso l’uscita. Mentre ero lì che esultavo “sono salvo” proprio sulla porta del negozio mi sentii chiamare:

- Mjago! (mamma di Francesca)

Frittata!

- Signora, che piacere rivederla, come sta? (Mjago)
(Bugiardo tre volte)

Commossa ed emozionata mi cinse con un imbarazzante abbraccio.

- Bene come stai? (mamma di Francesca)
- Tutto bene signora mi sto godendo qualche giorno di vacanza (Mjago)

Le presentai Gaia, scambiammo due parole di cortesia, tutto filava liscio come l’olio, nessun accenno a Francesca, ma arrivato il momento del congedo,

- A proposito, Francesca mi ha detto che qualche giorno fa ti ha incontrato! (mamma di Francesca)

Gaia che fino a quel momento mi stringeva la mano me la lasciò…
Il gelo.
Una goccia di sudore mi scese sul viso, lenta ed inesorabile la sentii partire dalla fronte, passare sullo zigomo, attraversare la guancia.

- Si signora, è stato qualche sera fa (Mjago)
- Era un po’ di tempo che non vi incontravate (mamma di Francesca)
- Eh si… (Mjago)

Dopo di che ci salutammo, un altro affettuoso abbraccio e fu così che mi trovai inesorabilmente da solo con Gaia. Uscimmo dalla pasticceria e ci avviammo verso la macchina.
Silenzio.
Aprii il portabagagli, misi il vassoio di paste dentro, richiusi, salii in macchina e ci avviammo verso casa.
Silenzio.
Una volta arrivati, posteggiata la macchina, entrammo nel palazzo di casa e prendemmo l’ascensore.
Silenzio.
Le porte si richiusero, Gaia era davanti a me. Sguardo inquisitore. Ad un certo punto, inaspettatamente,fece fermare l'ascensore premendo il pulsante rosso della pulsantiera

- Che fai? (Mjago)
- Niente, gradirei scambiare due parole (Gaia)
- E c’è bisogno di fermare l’ascensore? Non possiamo farlo a casa? (Mjago)
- Preferisco qui! Dunque in pasticceria avevi quella faccia perché avevi fame o perché avevi riconosciuto la mamma di quella “zoccola”?
- Diciamo che la fame ha dato un suo contributo…
- Com’è tenera la tua amichetta ha raccontato tutto alla mamma! (Gaia)
- Gaia, ti prego, risparmiami il sarcasmo (Mjago)
- E la mamma mi è sembrata, nei limiti del possibile, più emozionata di quanto non lo fosse la tua amica qualche sera fa… (Gaia)
- Lo sai che faccio un certo effetto alle mamme…(Mjago)
- Se dovessi raccontare alla mia gli episodi di questi ultimi giorni credo che cambierebbe opinione su di te (Gaia)
- Perché cosa ho fatto! (Mjago)
- Dimmi un po’ una cosa, la tua amica non si è fatta risentire perché tu me l’avresti detto…vero? (Gaia)
- Naturalmente… (Mjago)

Naturalmente.
Silenzio.
E mentre facevo ripartire l’ascensore iniziò a spirare un “forte vento di Maestrale”…

 
 
 
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