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Dai Diari di D. (two)

Post n°22 pubblicato il 27 Novembre 2007 da m.oebius
 

                                                                         mercoledì 1 marzo 1995
                                                                        h 9:05 Paris gare du Nord

Il primo contatto con il viaggio e con la Francia è stato facile e piacevole. Maryline è stata una compagnia intrigante e discreta. Lei, provinciale-parigina che studia lingue, vive per più di un anno in Italia con l'Erasmus e sogna di fare la "cucitrice". E non so davvero se intendesse più la stilista che la sarta, almeno da come muoveva le mani e dagli sguardi luminosi che le venivano quando parlava di cucire e di inventare costumi mettendo assieme abiti d'epoca a pezzi di vestiti moderni.
Begli occhi e l'innocenza un po' ingenua di chi non ha mai avuto grandi delusioni dalla vita e conserva ancora intatta la disponibilità verso chi si incontra, appena velata forse da uno sguardo di diffidenza verso chi non le appaia subito riconoscibile e amico, come "l'appassionato lettore semplice" senza sonno e senza tanta discrezione. Ma non era antipatico.
Stanotte in treno ho dormito. Un po' a sprazzi ma in fondo tranquillamente, rasserenato forse dalla presenza amica di Maryline, appena distante da me, che spesso mi sono voltato a guardare, cercando le sue gambe lunghe e magre, il suo sedere rotondo e ben formato, i lunghi disordinati capelli scuri che le coprivano il viso. Per un istante ho anche avuto voglia di abbracciarla. Ma non perché mi sentissi solo. L'avrei abbracciata come si abbraccia un compagno di viaggio.
Intanto la luce qui a Parigi è cambiata. Alle 7.30 era ancora quasi buio nei dintorni della gare de Lyon. Fino a Porte Saint Martin Parigi sembrava ancora non essersi svegliata del tutto e i passeggeri dell'autobus ancora dei nottambuli se non fosse stato per l'odore di sapone, di dopobarba e di profumi appena messi che denotavano un fresco risveglio e una precoce uscita da casa. Pochi volti assonnati, l'abitudine ad alzarsi presto. Quella che io ho perso.
La passeggiata da Porte Saint Martin a gare du Nord in strade ancora scure e poco popolate mi ha fatto sentire in rari momenti di essere un parigino che può godere della sua città ad ore insolite, non usuali per turisti e stranieri. Così come io riesco a godere della bellezza grossolana e volgare di San Lorenzo che di notte o di mattina presto diventa modesta, tenue, conciliante.
Ora c'è anche il sole che filtra dal tetto di vetro della stazione e la luce non è più livida e comincia ad assumere vaghi riflessi gialli.
Tra quaranta minuti parte il mio treno per Bruxelles. Come sto?
Mi manca un caffè.

 
 
 
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