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Affetuosa, affidabile, socievole, timida,  testarda, precisa. 

1.60 mt x 45 kg.  

Leggo, scrivo, vado al cinema ogni volta che posso.

Non fumo, non bevo. Gradisco solo del buon vino rosso e la Guinness made in Ireland. 

Mi piace studiare. 

Mens sana in corpore sano: la cura di sè per me è importante quanto la cultura personale.

Amo le mani curate, i capelli in ordine e l'odore di buono sia nelle donne che negli uomini. 

Non mi piacciono gli arroganti, i so tutto io, i politici, le prime donne, le maliziose. Odio le bugie e le omissioni.

Mangio pasta a chili, cioccolata rigorosamente fondente e tutti i tipi di salumi. Ma non sono ciccia e brufoli, tiè! Non mi piace la pizza, il ragù, non mangio dolci, odio l'anice, l'aglio,  la cipolla, le bibite gassate.

Tifo Inter e la Domenica è fatta solo per il calcio. 

 

 

 
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Il mistero della bellezza

Post n°143 pubblicato il 04 Settembre 2012 da Lyra1988
 

 "Definire il bello è facile: è ciò che fa disperare". Così concludeva il filosofo francese Paul Valéry, mettendo l'accento sulle tante contraddizioni che trascina con sè la bellezza. La lotta disperata per raggiungerla e per conservarla oppure l'uso indiscriminato per sfruttarla dimostrano che a volte essere belli significa anche essere disperati. Naturalmente ogni epoca e ogni luogo ha avuto e ha i suoi canoni. La stessa bellezza femminile e maschile è cambiata nei secoli. Pur senza una definizione univoca, la "bellezza" dunque esisterebbe, come tutto ciò che risveglia nell'uomo piacere, qualità e salute. Ma è sempre così?

I Greci hanno fatto di ritmo e armonia le caratteristiche fondamentali della loro arte; proporzione e simmetria che, secondo alcuni, sarebbero valori quasi universali di bellezza. Il "quasi" è d'obbligo per un campo, come quello del gusto, dove soggettività e cultura fanno da padroni. Alcuni ricercatori avrebbero dimostrato come la reazione di fronte al bello sia unanime e risulti in un'emozione che nasce nelle zone più profonde del cervello (ipotalamo laterale). Questione di chimica? Non tutti sono d'accordo… 

Esiste uno schema di percezione della bellezza innato e comune a tutti gli uomini? James Joyce aveva detto che "le curve sono bellezza", consacrando il mito della donna formosa. Lo stereotipo del 90-60-90 - per qualcuno, al tramonto - sarebbe solo un'imposizione culturale dell'Occidente. Alcune verifiche in tribù isolate di Matsugenka (Perù), avrebbero dimostrato che i maschi "non occidentalizzati" preferirebbero donne longilinee.  Seno prosperoso e fianchi floridi sarebbero invece per l'uomo occidentale segno della fase ideale del concepimento e di massima fertilità. Una garanzia biologica e sociale per la trasmissione dei propri geni...

Quanto è collegato oggi il canone estetico all'idea di salute e vitalità? Sulle passerelle e sulle riviste di moda a furoreggiare sono modelle magrissime, al limite dell'anoressia. Qualcuno interpreta questa nuova tendenza come l'esplicitarsi di una paura di crescere, aggrappandosi ad un corpo poco femminile; per altri si assiste al definitivo tramonto della perfezione fisica per un corpo spigoloso e "difettoso". La nuova moda per verificare la forma fisica è il calcolo dell'indice di massa corporea (IMC) che si ottiene dividendo il peso corporeo per l'altezza. In Italia l'allarme obesità scatta quando il valore è a 30, negli Stati Uniti già a 22.

L'ossessione per la bellezza non è più solo affare da donne e anche i maschi si sottopongono a cerette, raggi Uva, sedute in palestra e spendono follie per look da capogiro. D'altronde molti studi confermano che le donne scrutano l'aspetto fisico per scegliere il partner ideale. I maschi della tribù africana dei Bororo, o Wodaabe, devota al culto della bellezza, partecipano ad un concorso di bellezza durante il Gerewol - festa per la fine della stagione delle piogge.

Nel Medioevo le nobildonne usavano il sangue di pipistrello come unguento. Nel Diciottesimo secolo gli americani erano convinti che gli impacchi di urina fossero utili a far scomparire le lentiggini. Al salone del cioccolato di Perugia si è visto ancora di meglio: anche il cioccolato può diventare uno speciale trattamento di bellezza per viso, corpo... e capelli. Secondo il The Economist, il giro d'affari che comprende trucchi, cura della pelle e dei capelli, profumi, chirurgia estetica, centri dedicati alla bellezza e farmaci dietetici, si aggira sui 160 miliardi di euro l'anno.

Nel video della canzone "Hollywood" di Madonna, la rock star riceve un'iniezione di Botox, tossina botulinica che rilassa la pelle e riduce la mobilità dei muscoli facciali. Risultato del trattamento? Via le rughe, ma a caro prezzo... I tessuti del viso possono infatti progressivamente irrigidirsi, impedendo i normali movimenti come corrugare la fronte, spalancare gli occhi, ridere e piangere. Questo non sembra spaventare però gli irriducibili della bellezza che alimentano un mercato incredibile: insieme al Viagra, è infatti il farmaco più ricercato d'America. Simbolo della perenne lotta per un ideale estetico è stato Michael Jackson, che copriva con una maschera il viso deturpato da piaghe e cicatrici... Essere belli - o anche solo non brutti - è un vantaggio dal punto di vista genetico e sociale: il filosofo inglese di metà del Settecento, Edmund Burke, parlava esplicitamente della bellezza come qualità sociale.

Ne sanno qualcosa le donne nomadi Kalbeliya che vivono nello stato indiano di Rajasthan. Aspetto curato, abbigliamento vistoso: difficile immaginare che queste donne vivano ai margini della società. In realtà usano tutto il loro charme per sedurre potenziali turisti disposti a pagare per una loro esibizione davanti all'obiettivo. Una danza, un tatuaggio all'henné bastano a pagare qualche pasto per la famiglia.

Una collana di dodici chili di peso: è questo il fardello che le donne dell'etnia Paduang si portano per una vita intera. Un anello dopo l'altro va ad allungare il collo di queste fragili donne che arriva a misurare anche 25 centimetri di lunghezza. Perché? Gli antropologi non sono unanimi: secondo alcuni sarebbe un modo per rendere le donne sposate poco appetibili ad altri pretendenti. Per altri, una protezione contro possibili attacchi di tigre o magari solo un modo per ostentare bellezza e ricchezza. Varrà ancora la pena sottoporsi oggi a questa tortura? Pare di sì: le "donne giraffa" sono una sicura e attrazione per i turisti sempre disposti a lasciare laute mance.

Il corpo si curva, la pelle si piega sotto i colpi del tempo. Invecchiamo e la bellezza svanisce, ma non il fascino che sembra immune al passare degli anni. Non bastano il bisturi né il cosmetico di ultima generazione a fermare il processo dell'invecchiamento, che non ci priva mai della bellezza interiore. Così, se ci deve rassegnare a lasciare per strada la freschezza degli anni migliori, difficile è che qualcuno, con occhio attento, non riesca a cogliere la forza e il bello della vita vissuta.

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