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MenuAffetuosa, affidabile, socievole, timida, testarda, precisa. 1.60 mt x 45 kg. Leggo, scrivo, vado al cinema ogni volta che posso. Non fumo, non bevo. Gradisco solo del buon vino rosso e la Guinness made in Ireland. Mi piace studiare. Mens sana in corpore sano: la cura di sè per me è importante quanto la cultura personale. Amo le mani curate, i capelli in ordine e l'odore di buono sia nelle donne che negli uomini. Non mi piacciono gli arroganti, i so tutto io, i politici, le prime donne, le maliziose. Odio le bugie e le omissioni. Mangio pasta a chili, cioccolata rigorosamente fondente e tutti i tipi di salumi. Ma non sono ciccia e brufoli, tiè! Non mi piace la pizza, il ragù, non mangio dolci, odio l'anice, l'aglio, la cipolla, le bibite gassate. Tifo Inter e la Domenica è fatta solo per il calcio.
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Love is..
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"Definire il bello è facile: è ciò che fa disperare". Così concludeva il filosofo francese Paul Valéry, mettendo l'accento sulle tante contraddizioni che trascina con sè la bellezza. La lotta disperata per raggiungerla e per conservarla oppure l'uso indiscriminato per sfruttarla dimostrano che a volte essere belli significa anche essere disperati. Naturalmente ogni epoca e ogni luogo ha avuto e ha i suoi canoni. La stessa bellezza femminile e maschile è cambiata nei secoli. Pur senza una definizione univoca, la "bellezza" dunque esisterebbe, come tutto ciò che risveglia nell'uomo piacere, qualità e salute. Ma è sempre così? I Greci hanno fatto di ritmo e armonia le caratteristiche fondamentali della loro arte; proporzione e simmetria che, secondo alcuni, sarebbero valori quasi universali di bellezza. Il "quasi" è d'obbligo per un campo, come quello del gusto, dove soggettività e cultura fanno da padroni. Alcuni ricercatori avrebbero dimostrato come la reazione di fronte al bello sia unanime e risulti in un'emozione che nasce nelle zone più profonde del cervello (ipotalamo laterale). Questione di chimica? Non tutti sono d'accordo… Esiste uno schema di percezione della bellezza innato e comune a tutti gli uomini? James Joyce aveva detto che "le curve sono bellezza", consacrando il mito della donna formosa. Lo stereotipo del 90-60-90 - per qualcuno, al tramonto - sarebbe solo un'imposizione culturale dell'Occidente. Alcune verifiche in tribù isolate di Matsugenka (Perù), avrebbero dimostrato che i maschi "non occidentalizzati" preferirebbero donne longilinee. Seno prosperoso e fianchi floridi sarebbero invece per l'uomo occidentale segno della fase ideale del concepimento e di massima fertilità. Una garanzia biologica e sociale per la trasmissione dei propri geni... Il corpo si curva, la pelle si piega sotto i colpi del tempo. Invecchiamo e la bellezza svanisce, ma non il fascino che sembra immune al passare degli anni. Non bastano il bisturi né il cosmetico di ultima generazione a fermare il processo dell'invecchiamento, che non ci priva mai della bellezza interiore. Così, se ci deve rassegnare a lasciare per strada la freschezza degli anni migliori, difficile è che qualcuno, con occhio attento, non riesca a cogliere la forza e il bello della vita vissuta. Focus
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