Presidente Napolitano, Lei deve garantire, al di là delle opinioni politiche, libertà di espressione e di informazione come sancito dalla Carta Costituzionale.
La censura è contraria ad ogni forma di libertà. E’ il “come” che distingue gli uomini civili dai barbari. E le espressioni di un ex ministro come Gasparri che afferma: “Non vado né da Santoro e dai suoi sodali, né nei bassifondi delle città ad alta densità criminale” e aggiunge: “Santoro e il presunto comico Vauro sono due volgari sciacalli che vomitano insulti con le tasche piene di soldi dei cittadini. Gente così offende la verità, alimenta odio e merita solo disprezzo totale della gente perbene. L’insulto è la loro regola. Colpa di gestori della Rai che per fortuna stanno per essere cacciati come meritano”, sono sintomo di barbarie e di oltraggio alle Istituzioni.
Santoro nella puntata “incriminata” di Anno Zero, non ha offeso nessuno. Le obiezioni da lui poste alla Protezione Civile sono legittime e trovano riscontro nei fatti. Non a caso, dopo diversi giorni dal terremoto, solo oggi, sono arrivate le stufe nei paesi a 1400 metri. Non essendoci, quindi, spunti per censurare Santoro, si è pensato di sospendere Vauro. Cioè di chiudere la bocca alle vignette. Cosa mai avvenuta in un Paese democratico. Mentre si tace di fronte al degrado etico mostrato dal servizio pubblico, dai suoi conduttori, dal primo telegiornale, il Tg1, che ha emanato una nota per informare di aver collezionato la più alta audience nei giorni del terremoto. Si tace di fronte alla speculazione del dolore di tanti bambini, donne e uomini, che spinge le tivù fino ad entrare con le telecamere nelle tende , nelle auto dove le persone stavano dormendo. A mostrare i loro effetti personali, i loro ricordi, nelle case distrutte. A porre domande ai bambini, mostrando i loro visi spauriti, degne di un uso barbarico dell’informazione, contro la Carta di Treviso per la tutela dei minori. Facebook non è un mondo virtuale. E una grande casa, di vetro, dove abitano giovani, donne, uomini, di ogni estrazione sociale, con un solo denominatore comune: rivendicare il diritto alla libertà di espressione, di spazi dove esercitarlo, di confrontarsi democraticamente, facendo da pungolo allo strabordare del potere.
Le comunichiamo che, qualora non vi sarà da parte Sua, un provvedimento nella direzione del ripristino della libertà di espressione, valuteremo tutte le forme, pacifiche, civili, di protesta. “Lo Stato siamo noi”, diceva Giovanni Falcone. Lo Stato siamo noi. Noi, che lo onoriamo con il nostro lavoro, con il nostro studio, facendo semplicemente, normalmente, il nostro dovere di cittadini. E abbiamo il diritto di difenderlo, quando qualcuno, vuole demolirne le fondamenta per trasformarlo da uno Stato di diritto in uno Stato che limita il diritto all’informazione, alla satira, al dissenso.
Nel confidare nella Sua veste di garante della libertà sancita dalla Costituzione, Le porgiamo i nostri saluti.
Inviato da: gliamani
il 16/04/2009 alle 22:56
Inviato da: gliamani
il 13/04/2009 alle 21:54
Inviato da: piterw
il 13/04/2009 alle 21:44
Inviato da: malinconic0
il 31/03/2009 alle 00:23
Inviato da: gliamani
il 31/03/2009 alle 00:08