Un mondo reale

Post N° 17

Stamattina stavo scrivendo un commento in un blog che attaccava i clandestini e più in generale tutti gli extracomunitari. Purtroppo, prima che potessi postare il mio commento il blog è stato chiuso. Ho tenuto un po’ lì il mio commento e poi ho deciso di postarlo qui. Purtroppo senza il contesto del blog per il quale era stato pensato perde un po’ del suo significato.

Mancasaro, c’è del vero in quello che dici. Però, secondo me, va inteso più come uno sfogo che come un reale approccio alla discussione del problema. Non sono del Sud e non posso capire cosa significa assistere allo sbarco di centinaia di clandestini ogni giorno. Però posso vedere come questo si ripercuote sul resto dell’Italia. E’ verissimo che tanti popoli ed etnie hanno tradizioni diverse dalle nostre e tendono a manifestarli in maniera più o meno civile, ma forse questo è un problema secondario. Il primo, fondamentale, è quello della legalità, che dovrebbe essere ristabilita in tutta Italia, sia per italiano sia per stranieri. Allora quello che dice Rabbiadentro non significa più un cazzo. E’ una bellissima enunciazione di principio che dovrebbe essere condivisa da tutti, in linea di principio, ma certo non è un’argomentazione valida data la situazione corrente. Anzi, fa emergere un problema che, secondo me, condiziona il nostro modo di porci nei confronti degli stranieri. Noi italiani siamo pieni di complessi e di sensi di colpa. La nostra memoria storica ci ricorda di quando i nostri nonni sono partiti per l’America e di quando i nostri padri sono partiti per la Germania o per la Svizzera o per tanti altri Paesi in cui tra gli anni 50 e 60 c’era più lavoro che in Italia. Tutti abbiamo sentito storie di italiani trattati come noi oggi trattiamo albanesi e africani. Ma conosciamo anche storie di persone che non si sono arrese e che hanno fatto fortuna in un Paese che gli ha concesso un’opportunità. Però erano tempi diversi, numeri diversi e fasi economiche diverse. Quindi è stupido e forviante fare un parallelo tra la germania di 40 anni fa in piena espansione e l’italia di oggi in recessione.

Inoltre, abbiamo paura di essere additati come razzisti e quindi facciamo cose stupide per dimostrare che non lo siamo. Ma in realtà lo siamo. Secondo me, non siamo razzisti per una precisa scelta ideologica, ma piuttosto per un isolamento che non ci ha mai permesso di confrontarci con il diverso. E’ allora facciamo cose stupide perché non vogliamo accettare questo nostro lato oscuro che non siamo in grado di gestire ed elaborare in maniera critica. Lo si vede sia nelle cose banali come l’elezione di una Miss Italia di colore anche quando non è sicuramente la più bella delle ragazze in concorso fino alla gara di solidarietà per difendere gli immigrati clandestini che amiamo e per i quali ci faremmo uccidere finché sono sulla nave nel porto o magari in un centro di accoglienza in Sicilia, ma che poi prendiamo a calci quando finiscono sulle strade delle nostre città.

Insomma, il primo problema credo che sia la legalità. Negli ultimi giorni mi hanno dato veramente fastidio le polemiche sull’operato di Cofferati a Bologna. Forse quello che ha affrontato non era il problema più grave per la città, ma tutte le polemiche che ne sono seguite sono solo delle cazzate. Voglio sentire qualcuno che mi dice che non gli piace camminare per strade più sicure!!!

Ristabiliamo la legalità e poi impariamo e insegniamo ai nostri ospiti che l’Italia non è la casa delle libertà dove ognuno è libero di fare il cazzo che vuole!!!! Cerchiamo di far diventare l’Italia un posto dove libertà significa libertà di opinione senza estremismi politici e libertà di culto nel rispetto degli altri.

NO AL RAZZISMO!!