|
Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« BAU....BAU....BAU.... | LASCIA LA SCIA... » |
BUON GIORNO A TE...A LEI...A VOI...
Umberto Eco, illustre scrittore, semiologo e tutore della nostra cultura con i suoi molteplici impegni, ha recentemente intrattenuto i suoi tanti appassionati lettori, con una "Lectio Magistralis" su un tema attualissimo e interessante: "Tu, Lei, la memoria e l'insulto". Non vi annoierò riportandovi la lunga esposizione del maestro, tuttavia, ho interesse a informarvi sul senso del suo intervento: dare del tu, del lei e del voi. Ossia, il lungo percorso, partendo dall'antica Roma per giungere fino ai giorni nostri, con un uso sempre più disordinato, poco attento e molto inquinato dai media che fanno man bassa della nostra lingua persino nel modo in cui, fatalmente e facilmente, si dia del tu a tutti senza alcuna distinzione. E' ciò che Eco definisce: "Una finta familiarità che rischia di trasformarsi in insulto" consentendo all'Italia di: "Perdere la memoria". Cita a tale proposito, un caso che rende perfettamente l'idea del malcostume: Lo stesso Eco, entrando in un negozio di un piccolo centro, si è visto dare (lui ottantenne) del tu impunemente da una commessa poco più che sedicenne con tanto di piercing al naso. Credo che sia eloquente il malvezzo dilagante e sempre più teso a radicarsi nel linguaggio comune. Sono gli input, sono i segnali che recepiamo dal malcostume televisivo che ci ha catapultato senza alcuna mediazione e selezione, verso il generalizzato pronome tu: alcuni magari, non conoscono nemmeno gli altri pronomi personali. Ad Empoli invece, il preside di un liceo dove si contano 1675 iscritti, si è sentito in obbligo diramare una curiosa quanto attenta e preziosa circolare: invita tutti i ragazzi a dire un semplice "Buon giorno" quando entrano in classe. Il buon preside ci ha tenuto, onde evitare chiacchiere inutili, a ribadire come la scuola non sia solo palestra culturale, civile e sociale, ma anche luogo dove l'educazione abbia un suo naturale inizio: salutare! Che posso dirvi? Io applaudo questo signor preside e applaudo Eco: due modi per richiamare l'attenzione su piccoli dettagli, due modesti elementi che non hanno bisogno di lungo studio, non c'è tesi da preparare, non ci sono notti da perdere a studiare per imparare a dire un "Buon giorno" quando si incontra qualcuno e affibbiare il giusto pronome personale alle persone con le quali si abbia a che fare per un qualunque motivo.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |