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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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PERFEZIONI IMPERFEZIONI SOLUZIONI
Nella vita abbiamo sempre da confrontarci con inghippi, imprevisti, avversità, problemi, ansie, paure e... fato. Quante volte se accadesse uno dei casi citati,ci sorprendiamo a borbottare: "A saperlo prima..." oppure: "Accidenti, perché proprio a me!". O ancora, quasi a sapere chi sia il mandante: "E dillo che ce l'hai con me?". Abbiamo modi diversi per reagire, ognuno di noi mette in campo il suo carattere e si comporta di conseguenza. Mi fanno ridere coloro che pensano e immaginano una vita perfetta, coniugata al meglio delle possibilità, senza problemi e senza paure, tranquilla e senza scossoni. Ma che vita sarebbe? Che vita potrebbe mai essere se il nostro indirizzo fosse "Paradiso, in fondo a destra, complesso -Villa Eden-"? Ecco come oggi ancor più di ieri, siamo così sensibili alle contrarietà, così fragili davanti all'improvviso handicap che partiamo subito in quarta: "Mado' e mo'? Come faccio?". Panico, paura di rimanere soli, desolazione infinita attorno a noi. Eppure, se la fiducia non fosse soverchiata dalla paura, dalla errata convinzione che siamo disarmati e impreparati, passivi e incapaci di risolvere anche il più piccolo problema, il più fesso contrattempo o il semplice caso che ci fa perdere un bus, un bottone della camicia mentre siamo fuori, e se potessimo impadronirci solo per poco di quella calma necessaria per capire se c'è un vero problema, ne vedremmo delle belle nelle nostre reazioni non più istintive e incontrollabili. Basta poco, contare fino a cinque e trovarsi magari di fronte alla soluzione:
Quante matite potremmo salvare se le nostre reazioni fossero più riflessive, meditabonde, scevre dalla paura e dall'ansia?
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