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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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POST VERITA': INSEGUIAMO BUFALE?
Dopo la verità, cosa c'è? Una verità non sottintende che possano essercene altre, alternative e/o suppletive all'unica verità espressa. Sembra un assunto, un'accezione elevata e irraggiungibile, ma oggi più che mai, siamo a dipanare una matassa che con l'andare del tempo e maneggiandola tutti grazie al potere delle rete, richiederebbe la meritata e giusta attenzione. Stiamo prendendo confidenza, senza renderci conto, con il fenomeno del "post verità": sembra un gioco di parole, un gioco di società dove uno scrive una "verità" e gli altri decidono se possa essere tale o meno e quindi, prenderla per buona. Poiché il fenomeno stia solo da un po' assumendo proporzioni rilevanti, non si tratta più di "accettare" o meno quel cazzaro del Monellaccio, che scrive post, ci mette verità, mezze verità, sciocchezze e ironia, però alla fine ci scappa una risata o un sorriso e finisce là. No, c'è la volontà politica di creare la "verità" parallela, quella che se proposta bene, senza far trapelare nulla, si affianca subdolamente alla realtà e addirittura si sostituisce ad essa. Recentemente è accaduto che sia venuto a galla un "sito" che aveva come unico scopo di attaccare il PD, il governo e Renzi. La magistratura sta indagando perché alla fine una tale Beatrice Di Maio, persona che twitta molto per mestiere e conta su un bel numero di followers, pare sia uno "strumento" nelle mani del M5S. Si capirà a tempo debito come e perché, ma resta un episodio non nuovo: addirittura ci sono algoritmi per cui, certi social, direi tutti indistintamente, evidenziano alcune frasi, battute, post di taluni blogger invece di altri. Trattasi quindi, di cyber propaganda a favore di alcuni e a scapito di altri. Insomma, il sito dove vi sono più verità esposte, meglio si posiziona su Google. Una sorta di condizionamento mediatico dove se passasse che Monellaccio è il più grande cazzaro del pianeta, il mio nome sarebbe associato a milioni di pagine su Google. Pertanto, la colpa è della rete? Dei social? Dei media? No, la colpa è solo nostra, siamo noi inconsciamente a stabilire con le nostre scelte, quanta verità deve passare dopo la "vera" verità: non dobbiamo prendere tutto per oro colato, sappiamo che dietro falsi nick si annidano persone senza scrupoli che servendosi di "like" e proseliti, costruiscono in nome e per conto di altri, verità parallele tali da dirottare preferenze, scelte importanti per pilotarle verso nuclei di potere, capaci di sovvertire i destini dei paesi. Impariamo a difenderci da tutto questo, evitiamo i "like" ad ogni costo, cerchiamo di approfondire la stabilità delle notizie, delle segnalazioni, filtriamo tutto ciò che ci capiti a tiro e avremo quanto meno una speranza: evitare la corsa al "post verità". Se passa un "dopo verità" e diventa merce corrente, allora non ne verremo più fuori e il più convincente tra noi, comanderà il pianeta.
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