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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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A CHE ORA CI VEDIAMO?
Oggi mi va di discettare sulla puntualità. Siamo tutti più o meno coinvolti su questo argomento e non solo per i nostri caratteri, le nostre personalità e la nostra cultura, ma gioca un ruolo importante anche la nostra condizione psicologica per quanto riguarda la precisione. Sono molto puntuale nei miei impegni e se ho un appuntamento, preferisco arrivare prima, ma mai in ritardo. In realtà, le ragioni che spingono alla puntualità sono da ricercare nella educazione ricevuta, nel rispetto che si deve a colui/lei con cui si abbia un incontro, oppure alla circostanza a cui si riferisce l'appuntamento: riunioni di lavoro, raduni, feste conviviali ecc.ecc. Pertanto, specie in occidente, gli appuntamenti di qualunque natura siano, vanno rispettati e l'eventuale ritardo magari anche a causa di forza maggiore, viene giustificato, ma lascia perplessi coloro che siano coinvolti dal ritardo. Ci sono poi i ritardatari cronici, quelli che passano la vita correndo da una parte all'altra e accumulando per i loro appuntamenti, ritardi sensibili e fastidiosi. Costoro non solo vengono coinvolti dagli imprevisti, ma psicologicamente, non prestano attenzione all'orario stabilito, perché magari nei loro animi sorge la protesta, il non accettare le regole, non abbassarsi a subire una alienazione che per loro sarebbe toccante. Invece, chi arriva prima ad appuntamento, denota rispetto generale delle regole, organizzazione perfetta e ordine personale, insomma, è l'uomo che ...non deve chiedere mai, colui che sa il fatto suo e sa cosa si aspetta la gente da lui. Ho avuto problemi solo nel passato remoto e solo con le ragazze: gli appuntamenti con loro mi hanno sempre fregato! Fissavamo un luogo e un orario? Bene, io arrivavo in anticipo, loro sempre in ritardo: poco, molto, oppure mancavano completamente all'incontro. E allora fu che con gli amici, cominciò a girare la storiellina dell'appuntamento perfetto per essere puntuali: “L'appuntamento è alle quattro, tu arrivi alle tre, aspetti fino alle cinque e se alle sei non è arrivata, alle sette te ne vai”. Azz!!! Ma non è un appuntamento questo è uno...stage senza fissa dimora. Lo dicevamo alle ragazze giusto per far capire come eravamo messi. Quasi tutte lo capirono come eravamo messi, molte non si facevano vedere per niente e le ore d'attesa cominciarono ad essere molto, ma molto pesanti...per noi! Non avevamo capito bene come funzionasse il giocattolo a quei tempi! Ma voi come siete messi con la puntualità?
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