L'essere in disaccordo fa parte di quel processo chiamato democrazia: non ci vedo niente di strano e ti dico per l'ennesima volta che non intendo convincerti di alcunchè. Questo lo sai benissimo, oltretutto.
Ti chiedo altresì cortesemente di non accomunarmi a nessuno di quelli che politicamente consideri tuoi avversari. Ho la mia testa, ragiono secondo il mio sentire. Le parole della Segre, oltretutto, dovrebbero essere molto chiare verso chi cerca di allargare certi discorsi secondo ideologie che opprimono il libero pensiero garantito dall'art. 21 della costituzione.
Ad esempio potrei essere tacciato di islamofobia se sono daccordo con
QUANTO , espresse mons Bernardini, arcivescovo di Smirne il 13 ottobre 1999? Già, perchè il rischio che si potrebbe correre è che non si possa più dire nulla su una religione, quella islamica, che NON accetta altro che se stessa.
Mi riservo pertanto, con la massima pacatezza, di dire quello che più ritengo opportuno, di esprimere dubbi su qualsiasi cosa e chicchessia finchè mi sarà consentito di farlo e non avrò il benchè minimo rispetto per chi varerà leggi liberticide sul libero pensiero. Anche a costo di prendermi una condanna giudiziaria.
In un suo libro (Perché siamo antipatici? La sinistra e il complesso dei migliori) l'economista e sociologo di sx Luca Ricolfi, per me uno dei pochi "illuminati" dalla ragione di quella parte politica, scrisse:
«La paura delle parole. Una malattia nata negli anni Settanta negli Stati Uniti, dai movimenti di contestazione, che oggi impone agli individui di non parlare come vogliono. Detta altrimenti, la dittatura del politicamente corretto. Quella per cui i ciechi prima sono diventati non vedenti, quindi otticamente svantaggiati, senza che la loro vista nel frattempo migliorasse. Dittatura che ha condannato a morte parole di per sé innocenti, come vecchio (anziano), donna di servizio (colf), negro (afroamericano), spazzino (operatore ecologico). Così facendo, però, nota Ricolfi, la sinistra si è messa contro il senso comune della gente, che almeno in privato continua a chiamare le cose con il loro nome "vero": cieco, vecchio, spazzino... ".»
Detto questo il rispetto e la lealtà da parte mia verso te non mancherà mai. Ciao, serena giornata a te ^____^