Ci sono personaggi che mi sono completamente indifferenti, altri che apprezzo e molti altri che mi sono cordialmente antipatici. Vittorio Sgarbi mi sta e mi va bene solo quando discetta, argomenta e discute di cultura e arte. Per la politica e per il suo ruolo di commentatore, lo evito e preferisco i cartoni animati. Uomo dal multiforme ingegno è pirotecnico non solo nelle esposizioni di natura sociale e politica, ma essenzialmente, lo è nelle sue scelte personali: capace di prendere un treno in corsa o un mezzo pubblico al volo, salta da un predellino all'altro, così come gli gira. Non è passato molto da quando si è proposto per governare il comune di Sutri (VT) che già si è dimesso: non accettano i suoi diktat. Ma lo sapevano che sarebbe andata così? Dove è la novità? Non è la prima volta che accada e ancora c'è chi abbocca alle sue perversioni politiche cadendo nel trappolone: "...E io me ne vado!". Infatti lui va via ma non perde il mezzo di trasporto che gli passa sotto il naso: si candida a Sindaco nella cittadina perla del lago di Garda, il comune di Sirmione. Una cittadina che non merita le sue tragicomiche sceneggiate, le sue estemporaneità e i suoi capricci così come non le meritavano altri comuni da li retti amministrativamente anche per poche settimane. Il principe delle quaglie è maestro in questi esercizi ginnici, salta che è un piacere. Per lui forse è un gioco, una ostentazione unica e personale: fare il sindaco ovunque, un mestiere che si confeziona a suo piacimento senza remore e con la faccia di bronzo. Non ha i natali, non ci abita, eppure fosse lontano 1000 km. da un comune che lo interessi, lui si propone. E il bello che la città abbocca, non si sottrae e lo accetta. Un modo alternativo per essere presente, lui deve esserci! "Le istituzioni vanno rispettate sempre e non possono essere utilizzate per farsi pubblicità". Sgarbi, datti solo all'arte, sei un grande maestro!