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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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"Fratelli carissimi, saldi nella fede e immersi nella convinzione che il nostro Monsignor abbia lasciato a perenne e indelebile insegnamento il suo libro sacro, procuriamoci di divulgare la parola: i tempi mutano e le buone abitudini sono destinate a disperdersi nei rivoli di questa società irrequieta e nei meandri del villaggio globale. Facciamo il possibile perché i pagani, sempre più virtuali e sempre meno virtuosi, recepiscano la parola del nostro Monsignor Giovanni: essa non fu scritta a caso, aveva il suo fine e i primi discepoli erano coscienti della missione loro affidata. Fratelli non stanchiamoci mai di divulgare il nostro Galateo, diffondiamo comunque il nostro verbo: saremo fronteggiati dal disprezzo, saremo irrisi, saremo criticati e condannati, ma la nostra fede è salda, la nostra speranza deve essere viva e lucida: saremo forse l'ultimo baluardo a difesa della nostra professione di fede, ma comportiamoci in modo che l'ultimo strenuo difensore di galanteria ed educazione, possa allietarsi nel vedere che c'è ancora un fratello pronto a divulgare i comandamenti che il nostro Monsignor Della Casa ci ha lasciato ad imperitura memoria". Buona educazione e galanteria vanno sottobraccio, sono imprescindibili: una è necessaria, l'altra è facoltativa, ovvero, dell'educazione non possiamo e non dobbiamo farne a meno. La galanteria, invece, è una forma di educazione mirata e precipua, a totale carico dei maschietti e destinata alla donne che non la disdegnano. Certo, se la galanteria è stucchevole, ruffiana, reiterata con esagerazione, passa per irritante e repulsiva, scostante e deplorevole. La galanteria va dispensata a piccole dosi con naturalezza e classe, la donna deve essere conscia dell'attenzione a lei rivolta, nessun atteggiamento da Ganimede o cicisbeo parruccone, ma attenzioni e semplici riguardi molto graditi. Ecco, i giovanissimi con il linguaggio, la gestualità, i modelli, i comportamenti e le manifestazioni generazionali, sono avulsi (non a priori) da questi valori. Noto purtroppo che uomini dai quarantanni in su, più deputati e più coinvolti dalle elementari regole della galanteria e dell'educazione, sono ormai distratti e poco attenti: ditemi, con estrema sincerità, quanti uomini conoscete che si impegnano, quando sono in vostra compagnia, ad aprirvi lo sportello della macchina o una qualsiasi porta? A salutarvi con un delicato baciamano? A porgervi fiori con garbo e distinzione? Ad aiutarvi per indossare o togliervi un soprabito? A precedervi se entrate per la prima volta in un locale pubblico e/o a seguirvi se entrate in un luogo pubblico che siete soliti frequentare? Ne parlo con la consapevolezza dei fischi e delle pernacchie che mi giungeranno, non mi cruccio, so di essere fuori dal mondo. Spesso sorge confusione tra galenteria e educazione: è solo frutto delle battglie femministe che ritengono la galanteria in particolare, piuttosto offensiva, come se l'uomo volesse difendere la donna debole e incapace di badare a se stessa. Sono solo leggende metropolitiane, la galanteria non tende alla protezione della donna, ma alla sua esaltazione sociale: ossequio e rispetto per lei. E di contro, il maschio galante non teme di passare per un succube, al guinzaglio della donna e quindi suo schiavo. Solo chi odia le donne può pensare ad un maschio sottomesso e dipendente. Epperò, sono convinto di quel che sostengo: non ci bada più nessuno, tutti di corsa e presi da ben altre priorità. Magari qualcuno pensa che certi valori siano solo privilegio di una certa borghesia; in realtà, educazione e galanteria, non hanno ceto, censo e casta: sono appannaggio di tutti!
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