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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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La foto è molto eloquente! Oltre a sollecitare i golosoni come me, evidenzia la...bontà del frutto molto antico, storicamente già presente nell'antichità: per informazioni chiedere ad Adamo ed Eva! Citato anche negli adagi popolari, l'albero di fico trova riscontro nella letteratura mondiale: da Hermann Hesse a Fabrizio Caramagna, da Dacia Maraini a Gèrard d'Houville, da Guido Gozzano a Ingeborg Bachmann, da Cesare Pavese a tanti altri ancora, un rincorrersi citando il fico nei loro testi. L'area mediterranea conosce bene il fico, nell'Italia meridionale, dal Cilento alla estremità della penisola, il fico è un totem della cultura contadina. Quanti panini "rosette" mangiati con i fichi: una delizia, la perfetta merenda per noi ragazzini. E non finisce qua, poiché il fico oltre che crudo, appena colto e bello ghiacciato, è una leccornia anche secco. Il fico secco lavorato sempre nei forni del sud, entra di prepotenza nel novero della frutta secca e resta un piacere morderlo con le mandorle tritate all'interno, mentre il fuori glassato è godurioso come solo un diabetico può confermare. Banale? Macché, il fico secco non può far parte della cultura popolare: "Sei proprio un fico secco" ovvero non capisci nulla, oppure "Fare le nozze come i fichi secchi" cioè sposarsi semplicemente senza grandi sforzi economici e con poco mezzi! L'apologia del fico non mi è costata nulla, l'ho scritta con piacere e ricordate che:
Il melo dà la mela,
il pero dà la pera,
ora se anche il fico facesse sempre il suo lavoro, camperemmo tutti meglio.
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