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IL BIGINO SI O IL BIGINO NO?

Post n°2204 pubblicato il 28 Aprile 2017 da monellaccio19
 

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Caro vecchio "Bignami" compagno inseparabile e utile in tante avventure scolastiche. Chi non si è mai servito del piccolo ma ricco libretto contenente tutto ciò che poteva servire in occasione di un compito in classe? Non ebbe una cattiva idea il professor Ernesto Bignami (professore di lettere) quando nel 1931 ideò con grande genialità il "riassunto" per antonomasia, breve conciso e compendioso di ciò che ogni studente dovrebbe sapere a menadito su ogni materia. Eppure i vuoti, le lacune erano ricorrenti, un nome, una data, un avvenimento storico potevano sfuggire proprio quando si era lì impegnati a svolgere un compito. Oggi i "bigini" sono editi anche da editori diversi e se moltissimi anni fa le materie riportate erano poche, oggi c'è un bigino per tutti. I grillini hanno recentemente sostenuto la proposta di uno studente e del suo prof che chiedono di ammettere il  bigino scientifico per l'esame di maturità allo scientifico. Una proposta che potrebbe aiutare molto gli studenti in seno alla prova scritta di matematica, ma subito il buon editorialista del Corsera Gramellini ha contestato l'uso del bigino poiché abbia rivisto attraverso il suo uso, un ritorno al '68, al livellamento omogeneo degli studenti e ancor di più, rievoca il tanto discusso 6 politico. Gramellini pensa alla meritocrazia, pensa al valore degli studenti e non accetta che si mettano tutti sullo stesso piano. Mi sembra una argomentazione giusta e oggi, lontani dal quel famoso contesto degli anni sessanta, dovremmo puntare a qualcosa di più pregante per quanto riguarda la preparazione degli studenti. Non dimentichiamo gli strafalcioni che si sentono in giro, in tv e addirittura in sede di esami universitari quando su normali e basilari regole di sintassi, caschino giovanotti pronti alla laurea...certo no in italiano. C'è chi invece, non sia d'accordo con Gramellini e perora l'uso generale del bigino:  uno studente sottoposto all'esame di maturità, vive un periodo drammatico e stressante, studia molto, dorme poco ed è fatale che al momento opportuno in sede d'esame, sia poco lucido, mente confusa, una formula che si conosce bene ma in quel momento non sovviene; un annebbiamento della memoria è possibile e quindi perché non aiutarlo concedendogli l'uso del bigino scientifico? Inoltre, se vi fosse veramente tutta questa perfezione esasperata, si dovrebbero eliminare i vocabolari di greco e latino, anzi si eliminino tutti, anche quello di Italiano e così chi avrà più cartucce da sparare, avrà vita facile. Mah, credo che la funzione sia diversa: per le lingue (italiano, greco e latino) la ricerca è circoscritta alla parola, all'etimo e al significato, pertanto un uso meno invasivo e più selettivo, mentre il formulario scientifico, è bacino molto più ricco di formule e tanto utile da poter consentire una risoluzione di un problema magari avendo studiato poco e/o lo stretto necessario. Una formula o la si conosce perché studiata molto profondamente, oppure non la si ricorderà mai. Per cui cari amici, che facciamo diamo torto ai grillini e a coloro che sostengono l'uso del libretto malandrino, oppure come sostiene Gramellini i ragazzi ne devono fare a meno per capire chi sia bravo e chi no? Chi merita o meno? Io usavo il bigino solo per cercare la famosa prova del nove! Kakkio non mi è mai entrata in testa, non l'ho mai usata come credo la maggior parte di voi. La prova del nove...tsè!

 
 
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Rispondi al commento:
kith_straworth
kith_straworth il 28/04/17 alle 23:33 via WEB
Al contrario: si valorizzerebbero doti come la creatività ed il talento che il nozionismo inculcato da docenti "vecchio stampo" mortifica e svilisce. Mi risulta che in Paesi dove il sistema scolastico si basa sulla formazione "qualitativa" dello studente, la meritocrazia si applichi eccome.
 
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