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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Spesso sul Corsera appaiono interessanti lezioni grammaticali su l'uso improprio di sintassi errata, di punteggiatura posta male ecc.ecc. Credo che l'ultimo intervento abbia riguardato l'uso della "ACCA" nella lingua italiana. Io invece, senza volervi annoiare mi sono posto un dubbio e ho tentanto di risolverlo da solo: e capita cari amici, capita di essere incerti, la presunzione non è nelle corde del monellaccio e quindi, nei limiti del possibile, se c'è da fugare, meglio attivarsi prima che intervenga il prof di turno. Come vedete in alto, il "sé", come pronome personale riflessivo in terza persona, è accentuato (accento acuto), mentre davanti all'aggettivo dimostrativo "stesso", dovrebbe perdere l'accento. Poiché v'è una discussione sublime ed elevata tra esperti su questo dettaglio, non ho trovato risposte molto esaustive se no quella in cui (come spesso accada nello scrivere corrente) si possa mantenere l'accento e/o eluderlo. Per cui, "sé stesso" continuerò a scriverlo con l'accento acuto e buona notte al secchio. Però sotto vi propongo le regolette basilari sulle quali non troverete mai chi debba, voglia, essere transigente. Su queste credetemi non si accettano giustificazioni...a parte l'ultima che sarebbe deliberatamente soggettiva come scelta: secondo il sentimento che si provi!
ops....scusate, ma l'immagine che avevo postato non è reperibile. Mi spiace per il contrattempo.
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