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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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TACA LA PALLA!
Delirio di onnipotenza mixato alla fame di danaro commisurato alla bravura, al talento, creano una miscela esplosiva. Eccoli insieme i due fenomeni mondiali del calcio: uno argentino e l'altro portoghese, giocano entrambi in Spagna, sono noti in tutti il mondo e non c'è squadra di calcio che non farebbe carte false per averli. Il problema è che la carte false, per il fisco spagnolo, le hanno fatte loro con i soldini che attraverso società offshore sono spariti sotto gli occhi del fisco spagnolo. Tempo fa fu beccato il Messi e fu una tragedia, minacciò di andarsene dal Barcellona e dalla Spagna ingrata. Ora per la stessa sceneggiata, tocca a Ronaldo, beccato no per una cifra pizza e fichi, ma milioni di euro che d'incanto sono fuori in qualche paradiso fiscale. Sapete quando da piccoli si giocava a pallone per strada, ai giardinetti o nei vecchi grandi cortili dei casermoni? Uno portava il pallone, si facevano le squadre e si cominciava. Generalmente il proprietario del pallone era sempre una schiappa e poiché tale, era redarguito, sgridato sempre poco educatamente. Ebbene, la sua pazienza aveva un limite e fatalmente, sul più bello della partita, raccoglieva il suo bel pallone per tornarsene a casa. Ecco, sta funzionando così con questi campioni internazionali: appena viene fuori il "maledetto imbroglio", si nega, si sbraita e subito si manifesta l'intenzione di mollare squadra e paese ingrati! Cosa sperano? Che le società a cui appartengono, mettano le pezze a colori presso il fisco muovendo conoscenze altolocate o addirittura, regolarizzando la pendenza fiscale del calciatore. Ma che non si parli di fuga per nessuno motivo, altrimenti vanno all'aria tutti i business miliardari delle società. Donnarumma, portiere del Milan, sta vivendo in queste ore il dramma del reingaggio milionario: lui è milanista nel cuore, il suo manager invece è un affarista con tanto di naso: ha capito che il giovane sia un bravissimo portiere, può permettersi di chiedere la luna e così ha fatto, anche perché più la luna è grossa e più lui guadagna. Morale? Il Milan ha detto no, o meglio, i cinesi hanno detto no e mi sa tanto che Donnarumma potrà piangere lacrime amare per questo rifiuto (un no a molti soldi intendiamoci) e il manager dovrà imparare a giocare bene le sue carte la prossima volta. Il cuore è una cosa, i soldi sono sterco del diavolo!
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