|
Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« E SAN GENNARO CHE FA? | IL GRANDE SEGRETO: SAPER... » |
Io ci credo, ho sempre pensato che non fosse poi così disdicevole: sin da piccolo i miei genitori, con tutti i mezzi di cui disponevano...le mani e i ceffoni, mi hanno corretto, insegnato e non dire parolacce. Beh, ammetto che sia stato difficile per un ragazzino di dodici anni che viveva la strada, comprendere quali fossero i limiti, ovvero, come e quando dirle e quando necessariamente fosse opportuno evitarle. Ebbene, una cosa l'ho capita subito: a casa non era possibile, altrimenti arrivavano scappellotti ben assestati. Considerati i tempi, mi è andata anche bene, alcuni amici rimanevano scioccati per le punizioni loro inflitte. Oggi finalmente un prof mi da ragione, la da a tutti coloro che delle parolacce detengono non solo un primato, ma addirittura una agenda piena nel caso qualcuna sfuggisse o fosse dimenticata. A quel punto non ci sono mai arrivato, il tempo e la buona educazione hanno consentito ottimi progressi e mi hanno insegnato le elementari regole per essere prudente e attento ad evitarle nei momenti meno opportuni. Il professor Richard Stephens psicologo inglese, ha lavorato parecchi anni al fenomeno e alla mancata predisposizione degli uomini bestemmiatori per trovare un sinonimo capace di rendere l'idea. Ma non è facile trovare sinonimi azzeccati e quindi se scappa la parolaccia, essa esce nella versione "originale" quella che sappiamo tutti ma che non si dice. Tra l'altro molte espressioni idiomatiche sono in dialetto e quindi valle a capire tutte. Pertanto, da una parte non si dicono ma se poi sono espresse nell'idioma della zona di appartenenza, vengono fuori colorite e pittoresche esclamazioni e /o frasi che senza la pag. 777 del televideo, la traduzione sarebbe impossibile. Pertanto le conclusioni del nostro studioso anglosassone, sono confortanti poiché certificano innanzi tutto che le parolacce aiutino a sopportare il dolore: più qualcosa ci fa male e più le parolacce espresse senza sinonimi, leniscono il dolore. Messi alla prova i volontari e sottoposti a situazioni di sforzi e di sollecitazioni, un conto e dire parole a caso e un altro conto è bestemmiare. Provate a fare una ripida salita a piedi e a passo di corsa: se non siete allenati, arriva il momento sotto lo sforzo immane, che comincerete a farfugliare. Ma non servirà a nulla: dovete bestemmiare come turchi per sopportare meglio il dolore del grande sforzo! Infine l'ultima prova per essere definitivamente convinti di quanto sia propizia e favorevole al nostro "Quoziente Intelligente" la bestemmia, è stato sufficiente rilevare dai volontari sottoposti alla prova, quanto segue: dire in un minuto quante più parole possibili che iniziassero con una lettera stabilita. Poi la stessa prova, farla con le parolacce. Ancora una sorpresa, cioè, chi è padrone del proprio lessico, della propria lingua, non ha avuto difficoltà a trovare le une e le altre parole. Pertanto, dire parolacce, concludono gli psicologi, non è indice di mancanza di «parole» o di povertà di linguaggio, ma al contrario, può essere una dimostrazione di articolazione nella scelta delle parole e di quando e come usarle. Adesso non sbizzarritevi nelle espressioni idiomatiche, spregevoli per certi versi, mantenete l'aplomb e se proprio dovete essere pesanti, allora vi consiglio ciò che facevamo da ragazzi a scuola: usate il latino, è più elegante e l'eventuale spiegazione di ciò che potreste dire, la fornirete solo a richiesta dell'offeso! Oh, se ve lo chiede in italiano, se l'è cercata!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
|