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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Andrà a finire che il Creatore che ci ha donato questo grande pianeta intonso e vivibile, bello e ospitale, si romperà i gorgioni e ci manderà a sbattere contro qualche grossa meteora che vaga nello spazio per kakki suoi! Già era stata un cattiva notizia quella letta all'inizio di maggio: "Everest (8.848 mt), nella zona destinata alla sosta degli scalatori e degli alpinisti pronti alla scalata della mitica montagna, sono state rilevate tre tonnellate di spazzatura prodotta e lasciata nel grande campo approntato per il breve soggiorno, da chi attende per procedere oltre. Sono occorsi 14 volontari per provvedere alla pulizia generale e 23 milioni di rupie sborsate dal governo del Nepal. Insomma, un gran movimento di mezzi e uomini per rendere pulita la montagna più alta del pianeta. Mercoledì scorso invece, la notizia eclatante e curiosa: duecento persone in coda per arrampicarsi verso la cima; un numero esorbitante di gente (scalatori e sherpa) pronti all'avventura più ambita per chi sia solito dedicarsi all'alpinismo arduo e spettacolare. Pareva si fossero dati appuntamento proprio lì, nel punto in cui si prepara tutta l'attrezzatura, si controllano le maschere per l'ossigeno e si parte verso il picco più alto. Il grande afflusso ha provocato ritardi, code lunghe e noiose per le due ore circa di attesa: c'era chi disciplinava il traffico e ha dichiarato che non era mai successo di avere a che fare con tanta gente tutta insieme. La verità è che l'Everest non richiama più solo i grandi scalatori, gli esperti capaci di portarsi in vetta, no ora la montagna più alta del pianeta induce anche gli "alpinisti della domenica" a misurarsi maldestramente con la scalata memorabile: quella dei selfie, quella da mostrare con orgoglio e soddisfazione. Purtroppo, ogni volta che partono per affrontare la salita faticosa, si registrano incidenti, decessi e tutto per l'imperizia di coloro che si avventurano senza avere alla spalle un minimo di esperienza. Questi sono i fatti, queste sono le sfide e nessuno ha voglia di ricordare che la natura per quanto bella e affascinate, si rivolta spesso contro chi non la rispetta a dovere. La montagna, come il mare, non guarda in faccia nessuno e in questa maledetta storia dell'affollamento, cominciano a intravedersi affari sporchi che mettono su contro le Società che contraggono assicurazioni per incidenti anche lievi. Alpinisti poco corretti, con l'aiuto di sherpa corrotti, fingono malesseri e infortuni per incassare le polizze. Si sta indagando anche su questo e ancora una volta l'uomo dimostra come sia sempre a caccia non solo di emozioni ma anche di raggiri verso il suo prossimo. Mi sta bene tutto, ma affollare l'Everest come fosse un grande parco al centro di una grande città, mi sembra un insulto da evitare: smettetela di pensare in grande e limitatevi alla semplice e banale attesa di un mezzo pubblico in città, magari rivolgendo la classica domanda al vicino in attesa come voi: "Scusi? Passa di qua il 27?". E l'altro: "No mi spiace, il 27 ho un impegno fuori città!".
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