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SIGNORE E SIGNORI: SI CHIUDE

Post n°3270 pubblicato il 08 Luglio 2019 da monellaccio19
 

 

 

Rosebuurt è il suo nome in olandese, Amsterdam è la città che lo contiene e tutti lo conosciamo come: "Quartiere a luci rosse". Punto turistico nevralgico per tutti coloro che visitano Amsterdam, il famoso luogo con le vetrine che espongono prostitute, è una montagna difficile da radere al suolo per la sua tradizionale posizione, per il suo traffico specifico e per la lucrosa attività. Ci voleva una sindaca bella tosta e pronta a dar battaglia perché il quartiere cambi...quartiere! Troppo centrale, troppo a portata di turisti e quindi troppo facile per tutti raggiungerlo; pensare che il nucleo cittadino possa essere compromesso da un casino (senza accento) grande quanto un quartiere, non è ammissibile per la prima cittadina. Lei è disponibile a confrontarsi con le donne del posto e discutere per una scelta comune diversa e lontana dal centro, ma già sono giunti i primi no, le prime voci che contestano l'eventuale decisione. Sarà dura: la sindaca pone paletti inamovibili, le prostitute sanno che andando via perderebbero molti soldi e sospettano anche che il quartiere potrebbe essere ristrutturato per nuove attività, ristoranti, alberghi e servizi in genere per rendere sempre più ospitale la città. Bella guerra, consci della loro forza nominale, le donne sanno che molta gente visita il quartiere solo per la curiosa attività in vetrina: molti turisti  ci vanno solo per passeggiare, guardarsi attorno e fare selfie. Questo comporta il rischio di veder venire meno introiti per tutti: in quel quartiere tutto e regolare, tutti pagano le tasse, igiene garantita dentro e fuori le vetrine e nessuno sta lì di contrabbando, anzi, sono presenti etnie diverse e provenienze da tutto il mondo. La sindaca Halsema, prima donna ad essere eletta sindaco ad Amsterdam, prefigura il centro storico  della sua bella città sgombra da ogni segno di prostituzione e su questo non transigerà. Io sono per ogni soluzione possibile, l'importante è che non lavorino per strada, è un segno di degrado sociale inaccettabile per qualsiasi città. 

 
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lialalaila
lialalaila il 15/07/19 alle 10:38 via WEB
Mio padre, mia madre ed un loro amico single visitarono l'Olanda negli anni '60, andarono ad Amsterdam e anche nel quartiere a luci rosse. Erano tutti e tre degli insegnanti della scuola elementare, cattolici; ma tutt'altro che bacchettoni. Al ritorno mia madre raccontò a me e mia sorella, bambine delle elementari, anche del quartiere colle signore in vetrina, non ne era minimamente scandalizzata. Molti anni dopo, in un quartiere di una città tibetana, io vidi la vetrina di una zona dove c'erano locali dello stesso tipo, frammisti a quelli del fruttivendolo, del ferramenta... Le ragazze quando non "lavoravano" erano visibili attraverso la vetrata: sedevano e intanto lavoravano a maglia. Trovo ridicolo voler stravolgere un quartiere in nome di chissà quale morale, che non è mai esistita in Olanda se non forse ai tempi della caccia alle streghe. Mi viene il sospetto che la sindaca in questione non abbia davvero interesse a proteggere le donne in questione; ma veda la possibilità per il comune di lucrare sulla lottizzazione e la concessione degli spazi da esse occupati, snaturando i costumi della città. In nome della tutela da un presunto abuso sulle donne, se ne perpetrerebbe uno altrettanto grave ai danni della storia, per favorire il consumismo. La sindaca se volesse tutelare le donne, dovrebbe accertarsi che vengano rispettati i controlli sanitari, l'esistenza di contratti equi, che esse siano libere nella scelta... E al massimo stabilire regole, coerenti con le leggi olandesi, per ciò che fosse visibile in vetrina.
 
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