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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Ci sono alcuni aspetti, quando viviamo grossi problemi collettivi come il covid, che cogliamo in ritardo e addirittura non ne siamo a conoscenza perché impensabili. La storia della proprietaria di un negozio di Cremona, è poco nota ma chissà quanta gente è coinvolta. Il negozio "Per filo e per sogno" tratta biancheria, è lì da trentaquattro anni e la signora Maria Rosaria Ziglioli di 58 anni, dopo molti anni di buon lavoro e di affari rassicuranti, oggi è costretta a chiudere a causa delle mascherine sul volto dei clienti. Perché mai? Perché la signora è sorda! Pensate che a causa di cure oncologiche, ha perso l'udito 38 anni fa, ma lei ha imparato molto bene a leggere il labiale e così durante tutta la sua attività, non ha mai avuto problemi per relazionarsi e dialogare con la clientela. Ora dopo un paio di anni, con l'impiccio e l'impaccio delle mascherine, la signora Maria Rosa, è in grosse difficoltà: le mascherine le impediscono di comprendere le richiese e la gestualità per quanto possa aiutare, purtroppo non è sufficiente. Per una dannata mascherina, salta un'attività e si chiude un esercizio produttivo. Specie per chi non conosca il problema della signora Ziglioli, a volte si creano scene imbarazzanti: lei usa una mascherina trasparente indicata per i sordi, ma i clienti che non conoscono il problema, a volte pensano: "Ma questa è tonta, ci fa o ci è?". Sono due anni che si sforza di capire cosa dicano gli acquirenti, ma spesso vi sono problemi. Allora? O i clienti indossano la sua stessa mascherina, oppure dovrebbero scrivere e descrivere cosa vogliano comprare. Situazione importante, imbarazzante e poco favorevole: chiude il negozio? Va bene, interessa a qualcuno? Soluzioni alternative? Assumere una persona che medi tra lei e i clienti? Idee da proporre?
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