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FINALMENTE E' STATA SDOGANATA

Post n°2843 pubblicato il 17 Aprile 2018 da monellaccio19
 

Risultati immagini per dire le parolacce

 

 

Io ci credo, ho sempre pensato che non fosse poi così disdicevole: sin da piccolo i miei genitori, con tutti i mezzi di cui disponevano...le mani e i ceffoni, mi hanno corretto, insegnato e non dire parolacce. Beh, ammetto che sia stato difficile per un ragazzino di dodici anni che viveva la strada, comprendere quali fossero i limiti, ovvero, come e quando dirle e quando necessariamente fosse opportuno evitarle. Ebbene, una cosa l'ho capita subito:  a casa non era possibile, altrimenti arrivavano scappellotti ben assestati. Considerati i tempi, mi è andata anche bene, alcuni amici rimanevano scioccati per le punizioni loro inflitte. Oggi finalmente un prof mi da ragione, la da a tutti coloro che delle parolacce detengono non solo un primato, ma addirittura una agenda piena nel caso qualcuna sfuggisse o fosse dimenticata. A quel punto non ci sono mai arrivato, il tempo e la buona educazione hanno consentito ottimi progressi e mi hanno insegnato le elementari regole per essere prudente e attento ad evitarle nei momenti meno opportuni. Il professor Richard Stephens psicologo inglese, ha lavorato parecchi anni al fenomeno e alla mancata predisposizione degli uomini bestemmiatori per trovare un sinonimo capace di rendere l'idea. Ma non è facile trovare sinonimi azzeccati e quindi se scappa la parolaccia, essa esce nella versione "originale" quella che sappiamo tutti ma che non si dice. Tra l'altro molte espressioni idiomatiche sono in dialetto e quindi valle a capire tutte. Pertanto, da una parte non si dicono ma se poi sono espresse nell'idioma della zona di appartenenza, vengono fuori colorite e pittoresche esclamazioni e /o frasi che senza  la pag. 777 del televideo, la traduzione sarebbe impossibile. Pertanto le conclusioni del nostro studioso anglosassone, sono confortanti poiché certificano innanzi tutto che le parolacce aiutino a sopportare il dolore: più qualcosa ci fa male e più le parolacce espresse senza sinonimi, leniscono il dolore. Messi alla prova i volontari e sottoposti a situazioni di sforzi e di sollecitazioni, un conto e dire parole a caso e un altro conto è bestemmiare. Provate a fare una ripida salita a piedi e a passo di corsa: se non siete allenati, arriva il momento sotto lo sforzo immane, che comincerete a farfugliare. Ma non servirà a nulla: dovete bestemmiare come turchi per sopportare meglio il dolore del grande sforzo! Infine l'ultima prova per essere definitivamente convinti di quanto sia propizia e favorevole al nostro "Quoziente Intelligente" la bestemmia, è stato sufficiente rilevare dai volontari sottoposti alla prova, quanto segue: dire in un minuto quante più parole possibili che iniziassero con una lettera stabilita. Poi la stessa prova, farla con le parolacce. Ancora una sorpresa, cioè, chi è padrone del proprio lessico,  della propria lingua, non ha avuto difficoltà a trovare le une e le altre parole. Pertanto, dire parolacce, concludono gli psicologi, non è indice di mancanza di «parole» o di povertà di linguaggio, ma al contrario, può essere una dimostrazione di articolazione nella scelta delle parole e di quando e come usarle. Adesso non sbizzarritevi nelle espressioni idiomatiche,  spregevoli per certi versi, mantenete l'aplomb e se proprio dovete essere pesanti, allora vi consiglio ciò  che facevamo da ragazzi a scuola: usate il latino, è più elegante e l'eventuale spiegazione di ciò che potreste dire, la fornirete solo a richiesta dell'offeso! Oh, se ve lo chiede in italiano, se l'è cercata!

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 17/04/18 alle 10:49 via WEB
I tempi cambiano e non v'è dubbio che etica, morale, bon ton, educazione e linguaggi approopriati, abbiano sostituito la licenziosità libera e trasgressiva (per la nostra attualità) del tempo che fu. Scorrendo i testi antichi e osservando i reperti, molte sono le frasi oscene, le "bestemmie" e le parolacce espresse in piena libertà dai nostri avi. Fornisci esempi pertinenti e testimonanze ineludibili, ma tanto per capirci meglio, un amico di Seneca (spero di non sbalgiarmi) omosessuale notissimo a Roma, si lamentava con lui perché per strada gli altri lo sfottevano per la sua "diversità". Seneca lo rassicurò consigliandogli di non prestare attenzione a loro, di camminare come se niente fosse e con massima indiffernza, di mostrare loro il "Digitus Impudicus" che altro non era che il nostro usatissimo e comunissimo dito medio ben teso verso l'alto. Durante i giochi, gli avvenimenti sportivi, sempre a Roma qunado v'erano incontri dove contasse molto il parere di un arbitro ufficiale, i tifosi erano soliti disapprovare alcuni suoi interventi ritenuti di parte, apostrofandolo con una espressione colorita "Referendarius Incestum" che sarebbe il nostro "Arbitro cornuto". E si potrebbe andare avanti a lungo. Ovvero, i tempi cambiano ma solo per le forme linguistiche, gli idiomi. In fondo la natura e la finalità non cambiano. Gesti e frasi che ancora oggi valgono e sono di gran effetto. CHiedi ai tifosi della Juve cosa abbiano gridato all'arbitro alla fine della partita con il Real Madrid. Del "digitus impudicus" poi meglio non parlarne; un gesto che dice tutto!!!! Buon giorno a te Sal.
 
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