|
Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Area personale
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« 27 MINUTI PER IL PARADISO | NON DI SOLO PANE...E DI ... » |
Dopo quarantanni che abito nello stesso quartiere, dovrei conoscere bene almeno la parte che sono solito bazzicare ogni giorno. Faccio un giro non molto lungo tutte le mattine, ma è sempre quello puntualmente e quotidianamente. Un po' perché sono metodico e poi perché sono pigro, non allungo e non accorcio mai la strada. Faccio il giro perché il medico dice che dovrei muovermi molto di più: camminare e camminare per poter star meglio. Lo accontento ma di più non mi va, e poi ho un metodo che mi consente di misurare esattamente il giro che faccio ogni giorno: non mi concede derogare e solitamente funziona. Incontro tanta gente anche se il tragitto non è lungo, vi sono negozi, molti spazi verdi, interni ed esterni, bar molto frequentati e a parte saluti veloci e compendiosi con chi incontro, altro non faccio. Il caffè lo prendo a casa ed evito il bar, ma c'è un motivo particolare perché non mi fermo: sarebbe troppo impegnativo e rischioso, incontrerei persone che potrebbero intrattenermi con chiacchiere che francamente preferirei evitare. Avevo un cane fino a una quindicina di anni fa: allora lo portavo con me, stavo più tempo fuori e non avevo alcun problema. Sono tantissime le persone che portano fuori il cane, ne incontro tantissime e sono sempre le stesse facce. Una volta con il mio cane incrociai un altro signore che era con il suo amico fedele della stessa stazza del mio: era libero sul prato come il mio e i due sfrenavano mentre io e lui facevamo due chiacchiere. Finalmente giunse l'ora di rientrare e chiamai il cane: "Rambo vieni qua subito!". Lui, ubbidiente come sempre, corse verso di me. L'altro compagno di giochi, vide che ci raggiunse e corse anche lui verso il suo padrone. "Scusi..." mi fa il signore: "Ma come ha chiamato il suo cane?". E io senza problema: "Rambo...". Mi guarda stranito e mi dice: "Ma ke kazzo di nome per un cane!". Non mi da nemmeno il tempo di replicare a tono che richiama a se il suo quattrozampe e dice: "Vieni Michele torniamo a casa!". Beh da allora cerco di evitare incontri del genere, oggi non porto fuori alcun cane perché non ne posseggo, ma di contro, se qualcuno che mi conoscesse e sapesse dei miei trascorsi e mi chiedesse: "Esci sempre Carlè, ma non porti più fuori il cane...", io sorrido e replico: "E no mio caro, oggi prendo il mio bravo caffè a casa, scendo e appena fuori dal portone, mi accendo il solito mezzo sigaro al gusto di noce di cocco e porto...a passeggio lui! Un piacere a cui non rinuncio: gusto del caffè, voglia di fumare l'unico mezzo sigaro della giornata e quattro passi forzati, ma leniti dal mio amico che reco con me: fumarlo, dura esattamente il tempo del mio giro. Lo spengo fuori dal portone e torno a casa. E mia moglie ringrazia.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
|