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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Vabbè, a guardarli si capisce subito che quella a sinistra è una pera stilizzata, ma quella a destra, cosa sarebbe? Ma come? Carle' quella a sinistra è una mela, anzi...no una comunissima mela, ma la mela per eccellenza, la mela che solo Apple può gestire a suo piacimento, visto che è il suo logo tradizionale da sempre, da quando la nota casa APPLE, è sul mercato con i suoi sistemi operativi, digitali e multimediali. Un colosso come l'azienda multinazionale di Cupertino (USA), non può "permettersi" assolutamente di accettare loghi che seppure vagamente, richiamino il suo: chiunque, in tutti questi anni, si sia permesso di adottare un marchio simile o quanto meno, approssimativamente vicino alla sua tradizionale mela, cade nelle grinfie dei tanti studi legali che lavorano per la grande azienda. Ora, mi e vi pongo una domanda: "Secondo voi, la pera a sinistra, rammenta o richiama anche per sbaglio, la nera, classica mela?". Francamente e senza alcun pregiudizio, io non vedo alcun nesso, o meglio, uno lo colgo: sono due frutti che fanno parte della stessa sottofamiglia delle Maloideae di cui fanno parte anche nespolo e cotogne. Ebbene, la Apple come accade da sempre in questi casi, da immediatamente mandato al suo ufficio legale perché provveda ad intimare chi si permettesse di scimmiottare solamente il suo logo, di dismettere il frutto contestato e di pensarne altro. Oh bella, con i suoi potenti mezzi la nota società, trascina in causa altre aziende che si permettono di creare un loro personale logo: in questo caso la ditta (altro che azienda sarebbe solo un app) "Prepear" che si occupa di ricette gastronomiche impiegando appena 5 persone. Lotta impari che evidentemente non consentirebbe alla piccola "pera" di battersi con Apple e di perdere magari, fior di quattrini in sede legale. Una prepotenza e un costoso modo per far valere i suoi diritti, addirittura accusando l'avversario, di "Provocare l'indebolimento del carattere distintivo" della sua mela. Pertanto il consumatore potrebbe essere indotto a ritenere che vi sia accordo commerciale tra le due parti. Insomma, basandosi su argomentazioni pretestuose e infondate, è facile che si vinca in tribunale quando un delle parti in causa si chiami "APPLE". Pertanto la "Prepear" accusando il duro colpo, si affida alla rete, ai social chiedendo aiuto per l'ingiustizia rilevata nella diatriba: non si può pretendere di associare qualsiasi logo studiato per altre aziende e con motivazioni diverse, alla mela malandrina. Sui social c'è la corsa per sostenere la mela soccombente e aiutarla per superare l'impasse malefico. Nel caso la situazione precipitasse, suggerirei di ricorrere al "Lupinus Albus" il caro vecchio e tradizionale lupino giallo che definito alimento dei poveri, non interessa nessuno. Non a caso, la leggenda racconta, la pianta fu maledetta da Maria, con Gesù tra le braccia, in fuga verso l'Egitto.
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