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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Fino al 2009, anno in cui ho smesso di lavorare, ero solito transitare dal mio giornalaio di fiducia prima di entrare nel bar per il consueto caffè...e poi recarmi al lavoro. Dopo il mio buongiorno, provvedeva a fornirmi i due quotidiani, Corriere della Sera e Gazzetta del Mezzogiorno, più altre eventuali riviste abituali che l'edicolante univa ai due quotidiani. Vi sono sincero, i due quotidiani erano importanti per me: il Corriere per le varie notizie, aggiornate e provenienti da tutte le parti del mondo, mentre la Gazzetta mi dava l'opportunità di sentirmi "a casa", immerso nella mia realtà cittadina, con tutte le notizie di cronaca cittadina e provinciale. Sapete quale pagina scorrevo per prima? La pagina delle necrologie, degli avvisi mortuari: era l'unico modo per apprendere eventuali dipartite di persone che conoscevo e che magari avrebbero meritato le mie condoglianze tramite telegramma. Era un rituale, un'operazione che facevo spontaneamente e che oltre a informarmi tempestivamente, mi rattristava per la perdita di persone stimate, conoscenti e amici. Avevo un gran giro di gente all'epoca e quindi un giorno sì e l'altro pure, capitava che ci scappasse...il morto. I necrologi non li usa più nessuno, la rete ha sbaragliato un mondo fatto di annunci e di numerose partecipazioni. Il Corriere della Sera, per esempio, riempiva pagine e pagine di annunci mortuari, oggi con la rete e il web, si spende nulla per comunicare, mentre i necrologi, pur restando messaggi brevi, concisi e compendiosi, producevano costi di diversi euro. Insomma, il necrologio era fonte di reddito certo per un quotidiano e quindi, rinunciare alle inserzioni che man mano nel tempo stanno scemando, procurano un calo dei lettori e del reddito. Facciamocene una ragione: l'altro giorno è deceduta la moglie di un caro vecchio amico di scuola. Ho ricevuto un what's up da lui stesso: "Silvana ci ha lasciato", scriveva laconicamente e nel giro di mezz'ora tra messaggi, va'zapp e telefonate, tutta la classe e gli amici di sessant'anni fa, sapevano della notizia e ci si organizzava per essere presenti e compatti al funerale. Pertanto, la moda incalza, il digitale la fa da padrone e noi ci adeguiamo. Quindi? Vi invito a...una prece per i necrologi! Amen.
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